Sono più di due milioni ogni anno gli agnelli che vengono macellati in Italia. Solo a ridosso del periodo di Pasqua ammontano a circa 300 mila. Un dato che, comunque, è in profondo calo negli ultimi 10 anni, anche se con il Covid questi numeri sembrano al rialzo. E, in questo scenario che coinvolge gli ovini, non mancano le "pecore nere": quegli allevatori che uccidono gli animali con pratiche illegali.
Secondo una valutazione dell’associazione Essere Animali su dati Istat, nel 2010 le macellazioni avevano toccato più di 4 milioni e 500 mila esemplari, ma dal 2016 si attestano a circa 2 milioni e 300 mila l’anno. Per il Contas, il Consorzio per la tutela dell’Igp Agnello di Sardegna, proprio durante la pandemia i consumi di agnello sono aumentati dell’8% in Italia e del 2% all’estero. L’export italiano che viene inviato principalmente in Spagna vale circa 10 milioni di euro. In piena pandemia i capi Igp italiani macellati nel 2020 sono aumentati del 10,5%, raggiungendo quota 754.000. Per l’agnello di Sardegna Igp il periodo di Pasqua rappresenta il 20% delle vendite annuali, con una macellazione di 130.000 capi.
Pasqua, periodo florido per il business degli agnelli
La Pasqua è uno dei momenti più economicamente floridi per gli allevatori dei tre marchi Igp italiani: l’Agnello di Sardegna, l’Agnello del Centro Italia e l’Abbacchio romano, organizzazioni che, come quella sarda, si battono contro gli esemplari che vengono dall’estero e che varcano il confine spesso senza alcun rispetto del benessere animale. «I nostri controlli sono molto stringenti – assicura il direttore del Contas, Alessandro Mazzette – anche perché l’eventualità che si verifichino contraffazioni aumenta esponenzialmente in questo periodo, visti i margini di guadagno che lo scambio di nazionalità può produrre».
Ma gli animalisti non ci stanno. «A Pasqua interrompiamo le tradizioni», commentano da Essere Animali con una videocampagna lanciata sul web. In una serie di video hanno documentato come anche in Italia ci siano ancora allevatori illegali. A un mese dalla nascita gli agnelli vengono separati dalle madri e vengono macellati quando raggiungono tra i 10 e i 12 chili di peso. Una pratica illegale è quando li legano per le zampe per pesarli. Possono essere uccisi in modo barbaro, con un taglio della gola in loro piena coscienza perché passa troppo tempo dal loro stordimento. «Tutti dovrebbero crescere felici insieme alla propria mamma», è questo invece lo slogan della campagna di Oipa, l'Organizzazione internazionale per la protezione degli animali.
Il viaggio dell’importazione degli agnelli
Gli agnelli che provengono dall'estero compiono lunghi viaggi prima di arrivare in Italia. Da Spagna, Ungheria e Romania impiegano anche 30 ore, un po’ meno dalla Francia, con un giorno di viaggio. Alcuni giorni fa gli agenti della polizia stradale di Altedo hanno fermato sull’autostrada Bologna-Padova un mezzo pesante, partito dall’Ungheria e diretto in Puglia, con più di 200 agnelli che si trovavano in pessime condizioni: erano ammassati e disidratati nel camion. Pur di aiutare gli animali i poliziotti hanno collegato l’impianto idrico della caserma a quello dell’autoarticolato, permettendo così di farli bere. Ai due autisti sono state elevate sanzioni per 15.000 euro.