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7 Febbraio 2024
10:08

A Nichelino il primo corso di educazione cinofila gratuito per i cittadini

Nichelino, in provincia di Torino, sarà il primo Comune in Italia a promuovere un percorso di alfabetizzazione cinofila di base vero e proprio, rivolto a chi ha intenzione di creare solidi legami con i propri animali, approfondirne la comprensione e acquisire gli strumenti per migliorarne la gestione e la vita insieme.

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Un percorso di alfabetizzazione cinofila gratuita per i cittadini residenti di Nichelino, comune in provincia di Torino che sarà il primo in Italia a promuovere un corso di base vero e proprio, rivolto a chi desideri creare un legame solido con i propri compagni di vita animali, approfondendone la comprensione e acquisendo gli strumenti per migliorarne la gestione e la vita insieme.

«Sono molto felice di poter annunciare la partenza il 15 marzo di quella che vuole essere una grande rivoluzione per la nostra città da realizzare con un progetto unico nel suo genere – spiega a Kodami l’assessore alle politiche animaliste Feodor Verzola –  L’avvio di percorsi di educazione cinofila completamente gratuiti che non comprendono, però, solo la parte teorica, ma si completano con l’indispensabile parte pratica. L’idea è quella di promuovere maggiore consapevolezza del rapporto uomo cane offrendo, però, non solo parole ma degli strumenti concreti, ovvero l’aiuto di professionisti preparati. La differenza rispetto a quello che c'è in giro sta nell'approccio sociale delle politiche sugli animali: è la politica che offre un primo avvicinamento con la cinofilia ai pet mate che poi potranno o meno svilupparlo. La speranza è che lo facciano, naturalmente».

Il programma sarà curato da educatori professionisti e prevede 7 incontri, di cui i primi 2 sotto forma di conferenze divulgative aperte a tutta la cittadinanza e gli altri cinque di pratica: «I primi due appuntamenti sono obbligatori per poter andare avanti e durante le conferenze prenderemo i nominativi di coloro che potranno procedere con gli incontri pratici che avranno durata di 1 ora e mezza e saranno in gruppi selezionati da 3 binomi cadauno. La frequenza è obbligatoria ovviamente».

I posti sono 50 e l’assessore auspica che saranno tutti occupati, ma se così non sarà: «Nel caso non raggiungessimo la quota prevista o qualcuno abbandonasse, le ore non andranno perdute perché i professionisti indirizzeranno il loro sapere nei canili di riferimento per fare dei percorsi di recupero e riabilitazione propedeutici all'ingresso futuro dei cani in un  nuovo nucleo familiare. Insomma, nulla andrà sprecato». Verzola è uno che prende il suo assessorato con grande serietà e soprattutto con grande attivismo: Nichelino, per esempio, in attesa che la Regione intervenga su tutto il territorio piemontese, è stato il primo Comune a vietare di tenere i cani legati alla catena: «Nient'altro che un semplice atto di civiltà per tutelare gli animali che, ancora oggi, a causa di regolamenti troppo deboli o facilmente interpretabili, sono costretti a passare la vita incatenati».

Ma l’ossessione dell’assessore è la consapevolezza cinofila: «È fondamentale perché sennò nulla si tiene. Se pensiamo anche alle adozioni in canile: farlo senza sentire alcuna responsabilità provoca gli stessi effetti di un acquisto non ponderato, entrambi gli animali non avranno un gran futuro. È vero ci sono tanti rifugi che hanno i cosiddetti percorsi di adozione, ma non tutti ovviamente. E quelli che cercano di far adottare più cani possibili, magari hanno poco interesse a sapere come vivrà il cane o se i suoi bisogni sono compatibili con lo stile di vita dell'umano che lo sceglie. Giusto un esempio sul Border Collie, un cane per il quale le porte dei canili si aprono sempre più spesso. La pubblicità della compagnia telefonica dove il cane appariva in tutta la sua simpatia, si è trasformata in un boomerang e adesso ci ritroviamo a gestire casistiche sempre più ampie di Border Collie acquistati per l’estetica senza conoscere per niente la sua memoria di razza che non lo può far essere il cane da divano e da giretto sotto casa».

Tornando al corso: «Ciò che desideriamo è che serva a chi ha accolto un amico in famiglia a capirlo maggiormente e quindi a tutelarlo di più. Spero davvero che questa iniziativa possa essere copiata da qualunque amministrazione in modo da ampliare e diffondere sempre più una cultura cinofila che faccia delle persone dei pet mate informati. Non si tratterà di un progetto a termine, ma comincerà a livello sperimentale con la volontà di proseguire con regolarità. L’importante è combattere senza tregua l’ignoranza cinofila che crea dei danni inenarrabili anche ai pet mate virtuosi che pagano le colpe di chi non conosce il proprio cane. Purtroppo in Italia manca la figura di educatore “pubblico”, che viene cioè pagato dallo Stato magari con un contributo del pet mate e con il quale si facciano corsi obbligatori che il Governo mette a disposizione. In sostanza, prendi un cane? E allora devi essere formato rispetto all’essere vivente che inserirai nel tuo nucleo familiare. Solo così si può pensare che i fenomeni degli abbandoni, del randagismo e dei maltrattamenti potranno davvero essere cancellati».

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Simona Sirianni
Giornalista
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