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30 Dicembre 2021
14:30

A Milano salvati 250 animali selvatici: nel 2021 aumento delle attività del Nucleo Ittico Venatorio

Con oltre 250 interventi di recupero e 1500 verbali stilati nell’ambito del controllo dell'attività venatoria e del contrasto dei reati contro gli animali, il Nucleo Ittico Venatorio della Città metropolitana di Milano (NIV) presenta il bilancio del costante lavoro di tutela del territorio per l'anno 2021.

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Oltre 250 interventi di recupero di animali selvatici in difficoltà e 1500 verbali stilati nell’ambito del controllo dell'attività venatoria e del contrasto dei reati contro gli animali. È questo il bilancio alla fine del 2021 del costante lavoro di tutela del territorio del Nucleo Ittico Venatorio della Città metropolitana di Milano (NIV) che registra, purtroppo, un sensibile aumento delle attività di soccorso.

«L’attenzione al tema cruciale della sfida ambientale passa necessariamente dal forte contrasto alle attività illegali e ai reati che spesso coincidono con grossi interessi di organizzazioni criminali e mafiose. Tenere sotto controllo la fauna, soprattutto le specie alloctone, sensibilizzando sempre di più la pubblica opinione, è fondamentale» dice Simone Negri, consigliere delegato all'Ambiente e Legalità commentando gli sforzi che sono stati condotti in questo settore dal NIV.

Cosa fa il Nucleo Ittico Venatorio

Il Nucleo Ittico Venatorio della Città metropolitana di Milano svolge, su delega regionale, un presidio del territorio costante, con una serie di attività nell’ambito della vigilanza ittico-venatoria che hanno uno stretto legame con la fauna selvatica di pregio e/o protetta presente nei 133 Comuni che compongono l’area metropolitana e che hanno l’obiettivo di tutelarla dai pericoli e preservarla nelle sue peculiarità.

Tra le attività coordinate di cui gli agenti di Palazzo Isimbardi si occupano ci sono gli interventi mirati al ripopolamento e all’immissione della fauna selvatica e ittica nei diversi contesti naturalistici, ma anche azioni di monitoraggio e censimento e, più in generale, delle attività gestionali ittico-venatorie. Senza, infine, dimenticare il controllo e, in alcuni casi, il necessario contenimento delle specie invasive.

Il lavoro viene effettuato in collaborazione con le guardie volontarie e si concretizza nel contrasto del bracconaggio, nella prevenzione e nell'accertamento di comportamenti illeciti nell'esercizio dell'attività venatoria e di pesca, ma anche attraverso puntuali interventi di assistenza e recupero di animali selvatici in difficoltà.

Cosa fare davanti ad un animale selvatico in difficoltà

Anche se si spera che non accada, può succedere di ritrovarsi davanti ad un animali selvatico ferito o in difficoltà. In quel caso ciò che bisogna fare subito è telefonare al Nucleo Ittico Venatorio (NIV) (02-77405808), che provvederà al recupero in sicurezza dell’animale per affidarlo a un centro specializzato affinché riceva le cure necessarie.

Gli agenti del NIV sconsigliano di intraprendere azioni individuali se non si sa esattamente cosa fare. Infatti, un comportamento sbagliato potrebbe trasformarsi in tragedia per l’animale compromettendo magari ancora di più la sua salute.

La detenzione di animali selvatici

La detenzione di animali selvatici è disciplinata dalla Legge n. 157 del 1992 “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio” che vieta su tutto il territorio nazionale la cattura di animali selvatici, compreso il prelievo di nidi e di uova.

A regolare ciò che riguarda invece il soccorso, la detenzione temporanea e la successiva liberazione della fauna selvatica in difficoltà, sono le Regioni. La legge che tutela la fauna dal bracconaggio e da traffici a scopi commerciali, la tutela anche dai comportamenti umani che potrebbero comprometterne il successivo ritorno in natura.

In questo ambito c’è anche la Legge 150 del 1990 che disciplina, tra altri reati, la commercializzazione e la detenzione di esemplari vivi di mammiferi e rettili, vietando di detenere animali pericolosi che possono arrecare effetti mortali o invalidanti per l'uomo o che, se non sottoposti a controlli sanitari, possono essere in grado di trasmettere malattie infettive all'uomo.

Il reato a cui si va incontro con la cattura della fauna selvatica, essendo patrimonio indisponibile dello Stato, è quello di furto. Con la sua detenzione è quello di ricettazione. Tali comportamenti possono inoltre essere ascrivibili a reati di maltrattamento di animali e detenzione illegale di fauna selvatica protetta, che possono anche portare alla reclusione. Gli animali detenuti illegittimamente vengono confiscati e portati in appositi centri di accoglienza.

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Simona Sirianni
Giornalista
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