È diventato realtà nell’aprile 2022 ma l’inaugurazione ufficiale ci sarà domenica prossima, 2 ottobre, giornata in cui si realizzerà del tutto il sogno di una vita della creatrice di questo rifugio per animali. «Il nuovo Polo Zooantropologico a Settimo Milanese (Comune di Milano n.d.r.) è ciò che desideravo da sempre», spiega Lorena Boniardi, veterinaria e presidente di Fondazione Bini Onlus l’arca delle code.
«Un giorno arriva in studio da me Antonella Bini, carissima amica con cui poi è nata la Fondazione, e mi dice: "quando morirò ti lascio una parte di eredità per creare un rifugio per animali" – racconta Boniardi – Io l’ho guardata e le ho detto "ma scherzi, facciamolo subito". Da lì è cominciato tutto e nonostante le difficoltà non ci siamo mai fermate. Abbiamo creato la Fondazione il cui obiettivo è tutelare i diritti degli animali, prevenire il loro maltrattamento e il fenomeno dell’abbandono. E quindi il Polo Zooantropologico, un rifugio sicuro dove gli animali possano vivere davvero sereni, nell’attesa di raggiungere condizioni di salute e benessere tali da consentire un’eventuale adozione».
All’interno della struttura ci sono i volontari che seguono gli animali dal momento in cui arrivano: «Li accogliamo, li sterilizziamo e microchippiamo, insomma gli diamo tutte le prime cure necessarie. Dopodiché, se e quando ce n'è bisogno, interviene un gruppo di educatori cinofili che “studiano” il caso e a seconda di che genere problematiche riscontrano, iniziano un percorso anche comportamentale. Al termine del quale si trova la famiglia a loro più adatta».
Il progetto prevede una struttura polifunzionale anche di utilità sociale: «Partendo dall’attività prevalente, cioè il corretto reinserimento di cani provenienti da varie situazioni, abbandoni ma anche maltrattamenti, cessioni familiari, canili lager e altri casi, la Fondazione intende creare anche una rete che porti a diverse iniziative», continua Boniardi.
«Tra queste, è molto importante per noi diffondere soprattutto una corretta cultura cinofila. Ma non solo: ci interessa approcciare alle Terapie assistite (come la Pet therapy) e collaborare con le scuole per aiutare i più giovani ad apprendere il corretto approccio cane/bambino. E poi aprire le porte a istruttori e centri cinofili per offrire competenze esperienziali agli ospiti del rifugio, coadiuvando la formazione delle nuove famiglie».
Domenica, quindi, tutto è pronto: alle 15.30 taglio del nastro della struttura, ma subito prima un convegno dal titolo “L’adozione consapevole”, inserito proprio nel contesto di quelle iniziative volute dalla Fondazione per diffondere una corretta educazione cinofila.
«Conosco Loredana da più di 15 anni e lei da sempre, oltre al mestiere di veterinaria, si è sempre occupata di volontariato per animali. La struttura che ha aperto è davvero molto all’avanguardia e la tecnologia che ha attivato all’interno è incredibile», spiega Elisa Marzola consulente di zooantropologia applicata, tra i relatori del convegno.
«Trovo che sia una modernizzazione notevole di ciò che ancora chiamiamo "canile". E non solo come spazi, ma proprio come concezione. L’ottica smette di essere quella del lager e diventa quella di una struttura di riabilitazione, di rieducazione nell’attesa di trovare l’amore di una famiglia. Intendo dire che è un contesto attentissimo al benessere animale, dove tutti gli ospiti vivranno bene e sereni» continua.
Per quanto riguarda il suo intervento, Marzola ha scelto un tema molto caldo: «Parlerò della relazione genitore – bambino – cane per approfondire quali possono essere le migliori premesse e le cose che si possono fare per evitare che l’arrivo del cane in casa da momento piacevole sia per il bambino che per il cane si trasformi invece in qualcosa di spiacevole».
«Ciò che è importante è ricordare ai genitori, ovvero ai responsabili di bambini e cani, quanto sia loro e soltanto loro la responsabilità affinché la relazione tra figli e animali sia sana. È importante impedire una sottovalutazione dei rischi che ci possono essere che poi possono sfociare in episodi traumatici per entrambi i soggetti», sottolinea l'esperta.
«Il mio obiettivo è rispondere alle domande delle persone presenti per spiegare, ma anche per sfatare alcuni miti. Mi spiego: troppo spesso si pensa, sbagliando, che i nostri cani debbano essere docili e tolleranti a qualsiasi manipolazione che i nostri figli facciano loro. Non è così: la consapevolezza di quanto tempi, modi e spazi del cane vadano rispettati manca totalmente. Bisogna insegnare ai figli che è giusto rispettare il cane ed è necessario che i genitori comprendano anche che tutto quello che il cane permette a loro di fare, non sarà permesso allo stesso modo ai bimbi. Noi siamo troppo abituati a non gestire il cane con il dovuto rispetto etologico, ovvero non sapendo se le azioni e le modalità di interazione con l’animale sono adeguate ed etiche».