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7 Maggio 2023
17:52

A Genova le prime gite scolastiche per conoscere i cinghiali

Un'iniziativa di un gruppo di mamme che ha coinvolto un etologo per insegnare alle nuove generazioni la convivenza con il selvatico.

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Intervista a Francesco De Giorgio
Etologo
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Spesso si confonde la capacità di immaginare una soluzione con quella di pensare in modo diverso a quella stessa soluzione: ossia cambiare punto di vista. E così, anche l'annoso "problema" dei cinghiali urbani può trasformarsi in una straordinaria opportunità di crescita e apprendimento. Succede a Genova dove circa 20 mila ungulati vivono nelle alture ma anche in città, nel greto del fiume Bisagno che scorre vicino allo stadio. Una popolazione, a tutti gli effetti, speciale ma mai riconosciuta tale dalle istituzioni. Anzi, rientra nel piano degli abbattimenti disposti per il contenimento della peste suina.

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Eppure, c'è qualcuno che invita ad abbassare i fucili e si mette a spiegare, soprattutto alle giovani generazioni, che coesistere con il selvatico è possibile, così è sempre stato e sarà. L'iniziativa non nasce nelle stanze della politica, ma nelle aule di scuola dove, grazie a un gruppo di mamme, è stato proposto a studenti e studentesse di prima media di andare in gita sul Bisagno alla scoperta dei cinghiali. Per i bambini-adulti del futuro comprendere il mondo animale, attraverso una diversa prospettiva etica e aggiornata, diventa la base per una coesistenza con altre specie, in un mondo che diventa sempre più articolato e dove l'incontro con l'animalità è sempre più frequente. Non si tratta solo di conoscere il comportamento animale, ma oltre a questo significa conoscere se stessi, il significato di animalità umana e l'importanza di preservarla.

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Quello genovese è un progetto pilota di educazione all'animalità e di conoscenza di una specie in particolare, i cinghiali, così tanto bistrattati, ma anche portatori di valori intrinseci. Le quattro uscite sono state volute e organizzate da Erika Antona, mamma e attivista animale, per trasformare i cinghiali del Bisagno da problema a ispirazione, valore, esperienza, anche per la crescita personale delle giovani leve. Kodami ha intervistato il professore che guida i gruppi di studenti sul lungotorrente, l'etologo Francesco De Giorgio.

Professore De Giorgio, cosa impariamo dai cinghiali nel Bisagno?

«Impariamo a riconoscere un fenomeno biologico che dura non da decine di anni ma da decine di milioni di anni, ovvero che questo spostarsi di animali appartiene alle caratteristiche principali del mondo animale. Questo muoversi tra mondi, tra territori e persino tra natura e città rappresenta un aspetto vitale dell'animalità. Perché la differenza tra natura e città la vediamo noi umani, mentre per un cinghiale, una volpe, un gabbiano o una lucertola, non esiste; un cinghiale può camminare su un sentiero come su un marciapiede. Quindi capire questo fenomeno ci permette di affrontarlo diversamente e, soprattutt,o consente alle giovani generazioni di muoversi verso una conoscenza diversa del mondo animale. Una conoscenza che metta al centro il punto di vista animale e la conoscenza delle dinamiche che si verificano nelle differenze di specie, nonché cosa vuol dire socialità e sociale».

Perché è importante cambiare prospettiva, abbassare i fucili e alzare l'attenzione sul fenomeno?

«È fondamentale perché la conoscenza del mondo animale deriva non solo dagli etologi ma anche da alcune matrici culturali di tipo venatorio soprattutto quando si tratta di animali selvatici, nel settore zootecnico e persino per quanto riguarda gli animali domestici. Le istituzioni spesso si appoggiano solo su queste conoscenze deviate del mondo animale e quindi si pensa che sia l'unica depositaria. In realtà, è una pseudo-conoscenza del mondo animale che prevede come unica soluzione quella di opprime gli altri animali, invece di comprenderli pienamente. Quindi cambiare questa prospettiva, non cercare soluzioni facili ma invece ragionare in termini di complessità, permette di arrivare alla comprensione dei fenomeni in maniera più oggettiva e a un pensiero più moderno».

Come si svolge una lezione davanti ai cinghiali?

Faccio prima una prima parte di introduzione sull'etologia raccontando quale è stato il mio percorso, poi c'è una parte di osservazione dei cinghiali nel fiume ma anche di osservazione degli studenti che saranno coinvolti discutendo insieme i diversi comportamenti espressi dai cinghiali. Cercherò di portarli verso una immedesimazione del comportamento di questi animali, "trasformandoli" in cinghiali, muovendoci come cinghiali. Questa performance quasi teatrale serve loro per avere una conoscenza che non sia solo trasmessa teoricamente, che non sia solo osservazione, ma che sia all'interno di una etnografia animale in cui lo stesso movimento, mentre si osserva, produca conoscenza di quel fenomeno».

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Annissa Defilippi
Giornalista
Racconto storie di umani e animali perché ogni individuo possa sentirsi compreso e inserito nella società di cui fa parte a pieno diritto. Scrivo articoli e realizzo video mettendomi in ascolto dei protagonisti; nascono così relazioni che, grazie a Kodami, possono continuare a vivere.
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