Naturalisti e appassionati di birdwatching di Cipro sanno bene quanto sia raro avvistare un grifone euroasiatico (Gyps fulvus) sull'isola. Il loro numero sta crollando vertiginosamente e la colpa è delle esche avvelenate, una piaga che ha decimato la popolazione di questi meravigliosi animali. Per individuare ed eliminare questi bocconi mortali le forze dell'ordine hanno addestrato cani e conduttori specializzati.
Dopo una lunga passeggiata in natura a Cipro, fermi sotto ai cipressi, pianta dal quale si ipotizza sia nato il nome dell'isola, guardando in alto si può osservare uno spettacolo avifaunistico unico: dalle comuni anatre e oche, ai rari falchi pescatori e picchi muraioli. Sfortunatamente, però, gli uccelli di Cipro sono sempre stati in pericolo poiché l'isola da molti anni è territorio di caccia di bracconieri che, in barba alle leggi locali, continuano la pratica venatoria illegalmente. Oltre a questo negli ultimi tempi si è aggiunto un ulteriore problema: le esche avvelenate che stanno decimando la già esigua popolazione di grifoni.
I grifoni euroasiatici e il loro ruolo ecologico
Questo rapace ama le zone impervie e vive in colonie su pareti rocciose inaccessibili. Il suo nido è costruito sulla roccia o sugli alberi di grandi dimensioni, ma per procurarsi il cibo può spostarsi anche verso i pascoli o le praterie. Un fattore importante all'interno del suo habitat sono le correnti ascensionali, che gli permettono di muoversi con semplicità e di percorrere le grandi distanze talvolta indispensabili per procurarsi il cibo.
Il grifone è estinto quasi ovunque in Italia, fatta eccezione per la Sardegna, il Friuli-Venezia Giulia (dove è stato reintrodotto), l’Appennino Centrale, in Basilicata e in Sicilia. In particolare, nell'aprile 2021 la Regione Sicilia ha firmato un accordo di collaborazione scientifica per sostenerne il ritorno di questo animale nel Parco delle Madonie, dopo che già era avvenuto, oltre 20 anni fa, nel parco dei Nebrodi. Alcuni progetti di ripopolamento sono stati approvati nella riserva del lago di Cornino in Friuli e nel Parco Regionale del Velino-Sirente in Abruzzo.
Purtroppo a soffrire della mancanza di questo animale è l'ecosistema intero. Il grifone, infatti, è chiamato "lo spazzino dei cieli" poiché si ciba esclusivamente di carcasse. Effettua lunghe perlustrazione durante le quali può riconoscere la presenza di animali in base all'altitudine di volo: se il numero è ridotto, vola a quote alte per monitorare una superficie più vasta, mentre, quando il numero è più abbondante, può volare ad altezze minori. Durante queste perlustrazioni, gli individui in volo comunicano tra loro tramite lo sguardo, e ciò dimostra l'importanza dell'ottima vista di cui dispongono.
Una volta trovata la carcassa, insieme ad altri animali necrofagi, iniziano a nutrirsi garantendo il corretto riciclo delle sostanze nutritive. L'azione di spolpamento dei grifoni, infatti, rende accessibile parti della preda come ossa e viscere che altrimenti sarebbero irraggiungibili, garantendo un pasto sicuro anche ad altri animali. Senza il loro contributo, dunque, la comunità animale perderebbe la possibilità di accedere a delle risorse alimentari fondamentali. Eliminare le carcasse in breve tempo, poi, rende più salubre l'ambiente e impedisce la diffusione di molte malattie.
Il problema delle esche avvelenate a Cipro
L'associazione BirdLife Cyprus, che coordina i fondi europei destinati ai progetti di ripopolamento dei grifoni sull'isola, afferma che fino a poco tempo fa a Cipro si contavano solo otto esemplari di grifone. Solo nelle ultime settimane la popolazione è raddoppiata grazie all'introduzione di altri 8 animali importati dalla Spagna. Dopo secoli di fiorenti colonie di grifoni su tutta l'isola, ora resiste solo un ultimo piccolo baluardo di 16 esemplari sulle alte scogliere di Episkopi.
Sfortunatamente fra gli agricoltori di Cipro c'è l'abitudine di utilizzare veleni, spesso anche illegali, per eliminare i parassiti sulle proprie piante. A fare le spese di questo utilizzo sconsiderato di veleni sono gli animali selvatici come le volpi che, nutrendosi spesso dei frutti tossici, diventano involontariamente delle vere e proprie "esche avvelenate" per grifoni.
Per combattere le cause che minacciano la sopravvivenza dei grifoni rimanenti, le forze dell'ordine hanno già preso provvedimenti creando stazioni di alimentazione per questi uccelli, luoghi dove i grifoni possono consumare i loro pasti lontani dalle "piantagioni avvelenate". Inoltre, all'inizio di quest'anno, sono state formate delle unità speciali con cani e conduttori addestrati nella ricerca di delle esche avvelenate.
Sebbene ci siano molti problemi, dunque, c'è ancora speranza e buone notizie vengono dalla Grecia e dalla Bulgaria, zone dove le popolazioni locali erano pericolosamente basse e grazie a diverse reintroduzioni si sono gradualmente riprese. Se dovessero riuscire nel loro compito, dunque, cani ed esseri umani potrebbero significare la salvezza di uccelli così importanti per gli ecosistemi.