Lo scorso mercoledì 21 giugno, a Casteldaccia, in provincia di Palermo, una verdesca (Prionace glauca) è stata avvista nei pressi della costa, suscitando lo stupore da parte dei cittadini e di diversi bagnanti che negli ultimi giorni hanno cominciato a frequentare le spiagge. Quello che però poteva rimanere tranquillamente un bellissimo avvistamento di uno squalo, indicatore fra l'altro di qualità ambientale del mare, stava per tramutarsi in tragedia visto che alcuni abitanti del posto hanno pensato che la specie potesse essere nociva e dovesse essere cacciata con la forza.
Gli stessi bagnanti hanno infatti notato che l'animale era stato ferito, per colpa di alcuni sconosciuti che hanno pensato bene di aggredire l'animale tramite delle pistole da subacquei. L'animale infatti presentava degli arpioni sulla schiena e vicino ad una pinna ed è probabilmente per questo se nuotava nei pressi della spiaggia. Da quando è stato infatti avvistato per la prima volta la verdesca ha infatti cominciato a nuotare in evidente difficoltà, stordito dall'impatto con gli arpioni e braccato dai curiosi. La situazione stava per concludersi con il peggiore degli esiti possibili, se non quando i presenti hanno chiamati degli ambientalisti e hanno ripreso con i cellulari le operazioni di soccorso, che ha coinvolto un bagnino del Lido Fondachello nel tentativo di estrarre gli arpioni.
Si ricorda che la caccia alla verdesca, come la pesca di tutti gli altri squali abitanti del Mediterraneo, a livello dilettantistico è vietata per legge e che non si può arpionare l'animale se non in frangenti di estremo pericolo. Sicuramente non era questo il caso: l'animale stava infatti nuotando lontano dai bagnanti e per natura la specie non è nota per essere una fra quelle che non attacca gli esseri umani; basti infatti considerare che tra il 1580 e il 2013 sono stati appena 13 gli attacchi di verdesca verificati.
La verdesca è tra le tipologie di squali meno pericolosi che esistono in assoluto e si nutre principalmente di calamari, pesci e granchi. Per questo è fra le specie anche maggiormente avvicinabili dall'uomo e ci sono stati diversi incontri che testimoniano come possono persino trarre piacere dalla compagnia umana, apprezzandone il contatto fisico.
Gli ambientalisti non hanno potuto far altro che assistere come i bagnanti del Lido Fondachello hanno deciso autonomamente di prendersi cura dell'animale ferito, calando una scialuppa di salvataggio in acqua con cui hanno cercato di estrarre gli arpioni fortunatamente non entrati in profondità. Si sono così assicurati che l'animale non fosse in pericolo di vita e prendesse il largo. Gli attivisti hanno anche segnalato l'incidente alle autorità preposte a vigilare quel tratto di costa, senza riuscire però ad identificare i nomi di coloro che hanno attentato la vita dell'animale.
Questa non è la prima volta che della fauna marina viene trovata vicino la costa. L'area che divide infatti Palermo da Casteldaccia e da altri comuni vicini in questo periodo è spesso percorsa da squali come da mammiferi marini, essendo storicamente abitata da una grande popolazione di pesci e di molluschi.
Alcuni ricercatori dell'Università di Palermo avevano persino anche tentato di istituire un'area marina protetta partendo dalle pareti scoscese sul mare di Capo Zafferano, il cui promontorio è già protetto da una riserva naturale terrestre. Con il tempo però la politica locale ha interrotto precocemente l'istituzione di questo sogno e anche la forte presenza turistica, che occupa fisicamente la costa in maniera intensiva, e gli interessi speculativi sulla costruzione delle villette hanno in un qualche modo impedito di parlare seriamente del progetto di conservazione. Gli ambientalisti sperano solo che in futuro altri squali non debbano patire le pene sofferte dall'esemplare di mercoledì, sopravvissuto a stento alla stupidità umana.