Sono i falchi pellegrini più famosi del Belgio e da quando sono tornati in città abitano una delle torri della Cattedrale dei santi Michel et Gudule, a due passi dalla luccicante Grand Place di Bruxelles. A loro e alla lunga lotta contro il DDT che aveva praticamente spazzato via i pellegrini d’Europa e del Nord America nella seconda metà del XX secolo, l'artista milanese Federico Massa alias Iena Cruz ha dedicato l’opera pittorica su tela che è stata appena installata nella sede dell’Istituto Italiano di Cultura della capitale belga.
«Un’idea che è nata di comune accordo con l’ambasciatrice italiana Federica Favi e con il suo staff, perché in linea con la mia poetica e il mio costante interesse per gli animali in via d’estinzione – ci spiega da New York dove risiede ormai da 13 anni. – Gran parte del mio lavoro è influenzato dal desiderio di portare l’attenzione sui problemi ambientali, come il riscaldamento globale e l’estinzione delle specie animali».
Iena Cruz descrive così la sua opera, che diventerà parte della collezione permanente dell'istituto culturale: «l'opera d'arte cattura il maestoso ritorno dei falchi pellegrini nell'etereo crepuscolo della cattedrale gotica Santi Michel et Gudule a Bruxelles. Immortalando questo momento magico, intreccia un racconto di bellezza e vulnerabilità, rivelando la causa che ha quasi spinto questi magnifici falchi sull'orlo dell'estinzione: l'uso eccessivo del DDT in agricoltura».
Raccontandola mette poeticamente in risalto il motivo che lo ha spinto a fare dei falchi pellegrini i protagonisti delle due tele di cotone che, bloccate agli estremi da due aste a una ventina di centimetri dal muro, rimarranno libere di fluttuare come un moderno e luminoso arazzo. «Come avevo fatto a New York, dove ho scelto i cormorani come animali simbolo della costa di Long Island e come ho fatto anche in altre occasioni, anche a Bruxelles ho scelto di rappresentare un animale a rischio estinzione, come è stato il falco pellegrino in passato, ma con una stretta connessione con il luogo per il quale l’opera è stata concepita. In questo caso, approfondendo la storia del ritorno dei falchi pellegrini in Belgio e a Bruxelles dopo decenni in cui erano scomparsi, ho scoperto che si poteva parlare di una storia a lieto fine visto che il divieto di uso di un pesticida altamente inquinante come il DDT è stato la chiave di volta per il ritorno dei Pellegrini in Europa».
Ma a cosa si riferisce esattamente Iena Cruz? Come spiega il WWF: «nell’Europa centrale attorno al 1950 nidificavano ancora circa 430 coppie di falchi pellegrini, poi si è giunti negli anni ’50 e ’60 ad un crollo e ad un danneggiamento acuto della popolazione. In seguito ad un notevole maltrattamento dovuto a pesticidi, ma anche al furto di uova, il falco pellegrino era minacciato dal pericolo di estinzione. Solo tramite il divieto di pesticidi come il DDT e un programma di protezione e di salvaguardia, il numero di falchi pellegrini poté essere recuperato sempre più. Nel 1989 la presenza di covate venne stimata a 430 coppie nell’Europa centrale – all’inizio del millennio si potevano già calcolare 700 coppie».
Ed è in questo contesto che il ritorno del falco pellegrino, il predatore più veloce al mondo con i suoi 380 chilometri all’ora che può raggiungere quando è in picchiata, è tornato anche in Belgio e in particolare a Bruxelles dove, nel 2023, si contavano almeno 12 coppie di falchi tra cui la più famosa: quella della Cattedrale dei santi Michel et Gudule in pieno centro città. In una delle torri della famosa cattedrale gotica, infatti, una coppia ha nidificato dal 2004 e viene costantemente osservata grazie a Falcons for All, iniziativa dell'Istituto reale belga di scienze naturali grazie alla quale, con telecamere disposte nei paraggi, si possono monitorare costantemente i due esemplari, registrando tutti i passaggi e l’avvicendarsi di diversi falchi che si sono succeduti sul balcone della torre dove hanno posto il loro nido. Una femmina, in particolare, nel 2019, è caduta dal nido e si è slogata un’ala: non ha mai ripreso a volare ed è stata trasferita in un centro per animali selvatici. Il suo posto è stato preso da un’altra femmina e nel 2023 è stata registrata la deposizione e poi la schiusa di un unico uovo della coppia.
Iena Cruz ha scelto di raccontare la vicenda dei falchi pellegrini dipingendoli sullo sfondo delle torri e delle guglie della cattedrale belga che appaiono come sospese sui colori tenui del crepuscolo. «Sotto l'ombra delle guglie millenarie, i tre falchi pellegrini diventano custodi del cielo antico, mentre i riferimenti architettonici della cattedrale si ergono a testimonianza di epoche passate. Tra le linee gotiche, i steli di grano danzano leggeri, simboleggiando la vita e la connessione con la terra» spiega l’artista che oltre al messaggio visivo ci tiene a confermare la sua attenzione all’ambiente anche attraverso l’uso di speciali vernici anti-inquinamento. «Grazie alle nanotecnologie possiamo sfruttare la capacità di queste vernici di reagire attraverso la luce a un minerale che cattura lo smog e lo trasforma in sali inerti oppure lo annienta». Il risultato è che il dipinto, invece di essere inquinante svolge anche un’azione purificatrice dell’aria.