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30 Dicembre 2021
11:06

A Bolzano parte l’obbligo dell’analisi del Dna dei cani: costerà 65 euro

Il 2022 in Alto Adige sarà l'anno di sarà una vera e propria rivoluzione del mondo pet. Dal primo gennaio, infatti, i compagni umani dei cani residenti nella Provincia autonoma di Bolzano saranno obbligati a far eseguire la profilazione genetica dei loro animali. I costi per farlo saranno tutti a loro carico.

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Il 2022 in Alto Adige sarà l'anno di sarà una vera e propria rivoluzione per le famiglie che vivono con un cane. Dal primo gennaio, infatti, i compagni umani dei cani residenti nella Provincia autonoma di Bolzano saranno obbligati a far eseguire la profilazione genetica dei loro animali. I costi per farlo saranno tutti a loro carico.

La Giunta provinciale ha approvato le tariffe: la prestazione per analizzare il Dna costerà 65 euro. E dovrà essere fatta entro il 31 dicembre del 2023. L’assessore altoatesino Arnold Schuler spiega infatti che ai pet mate «viene concesso un periodo di due anni per mettersi in regola secondo quanto scritto nella legge provinciale». Per i cani che invece saranno nuovi iscritti nella banca dati dell’anagrafe degli animali da affezione, vi è l’obbligo di tracciare una profilazione genetica e viene applicato immediatamente. Dunque, a partire dal primo gennaio 2022.

A cosa serve l’analisi del Dna è presto detto. E Schuler lo spiega così: «Intendiamo salvare i dati delle analisi del Dna nella banca dati centrale al fine di individuare, ad esempio, i proprietari che non eliminano dal suolo pubblico le deiezioni dei loro cani e determinare anche i proprietari di cani randagi».

Nelle affermazioni dell'assessore, però, c'è qualcosa che non quadrava. L'uso della parola "randagi" ha dato l'idea di un corto circuito comunicativo. Kodami ha voluto approfondire perché la comunicazione da parte delle istituzioni per la sensibilizzazione della cittadinanza è sempre una parte fondamentale per far sì che le persone capiscano cosa gli viene chiesto. Dire "determinare anche i proprietari di cani randagi" mostrava infatti una certa confusione rispetto al termine "randagio" che, di per sé, indica genericamente cani che non hanno riferimenti umani. Oltretutto in Alto Adige il fenomeno del randagismo è praticamente assente.

Abbiamo contattato l'ufficio stampa della Giunta e dopo aver parlato con la portavoce dell'assessore abbiamo avuto modo di contattare il Servizio veterinario provinciale. Da lì, su sollecitazione di Kodami, è arrivato il chiarimento. «Molto probabilmente», precisano, c’è stato un «problema nella traduzione» della nota dal tedesco all’italiano. Non si tratta di randagi ma di vaganti. «Il senso è quello di un cane vagante, a cui, per esempio, gli può essere stato rimosso il microchip – spiegano – Tramite il Dna, in questo modo, si riuscirebbe a risalire al titolare».

Il senso di questa decisione, comunque, è che chi lascia deiezioni in giro non avrà vita facile. Gli enti pubblici e le forze dell’ordine potranno chiedere la profilazione genetica e fare il confronto con la banca dati dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige. Grazie a quest'analisi, poi, potrà arrivare a casa direttamente la sanzione che potrà anche essere comminata a giorni di distanza. L'importante è che il "match" sia perfetto tra i due Dna.

In cinque anni nella Provincia autonoma di Bolzano c’è stato un vero e proprio boom di iscrizioni all’anagrafe canina: nel 2016 si contavano 38.114 esemplari e al 31 marzo 2021 si è arrivati a 42.821. Ora ci si aspetta che nell'arco di due anni tutte queste migliaia di persone possano far concludere l'analisi del codice genetico dei loro animali.

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