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23 Febbraio 2022
18:10

A Barete l’orso marsicano entra in un apiario a caccia di miele

Un orso bruno marsicano è entrato in un'area recintata che custodiva un apiario in Abruzzo e ha divelto delle arnie per rubare il miele. Sul posto i carabinieri forestali, che hanno ricordato le regole di condotta in caso di avvistamenti o incontri.

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Un’altra “scorribanda” con protagonista un orso marsicano in Abruzzo, questa volta in provincia dell’Aquila, a Barete, dove un esemplare è stato sorpreso dai Carabinieri forestali all’interno di un apiario, intento a mangiare miele direttamente dalle arnie.

I forestali della stazione di Montereale hanno individuato l’orso durante un sopralluogo in località Dommazano, nel territorio del comune di Barete: l’animale era riuscito a introdursi nell’area recintata dove l’apicoltore teneva le arnie, e ne aveva divelte una ventina in cerca di miele. Il secondo episodio di questo genere dopo quello del dicembre scorso, quando un orso – per i forestali con tutta probabilità lo stesso esemplare  – durante la notte aveva distrutto le arnie e ne aveva mangiato il contenuto.

L'esempio di Juan Carrito e le raccomandazioni dei carabinieri forestali

Alla luce di quanto accaduto nei giorni scorsi, e dei numerosi avvistamenti di orsi che negli ultimi mesi sono stati registrati vicino ai centri abitati limitrofi al Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, i carabinieri forestali hanno invitato i cittadini a non avvicinarsi mai agli animali, a non seguirli e in generale a evitare di creare in generale situazioni di stress, soprattutto in caso di incontri lungo le strade.

In Abruzzo d’altro canto i cittadini sono abituati a incontri più o meno ravvicinati con orsi bruni marsicani, specie protetta che vive quasi interamente nei confini di due parchi nazionali, quello d’Abruzzo, Lazio e Molise e quello della Maiella, e di cui sono rimaste ormai poche decine di esemplari.

Il “rappresentante” più famoso della popolazione italiana di orsi marsicani è sicuramente Juan Carrito, l’orso ormai talmente abituato alla presenza degli umani da spingersi spessissimo nei pressi centri abitati, Roccaraso in particolare, e da farvi ritorno anche quando è stato addormentato e trasferito materialmente in montagna, in una zona remota, per agevolarne l’ibernazione.

Pur protetto e tutelato, oltre che monitorato dal Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise, l’orso marsicano oggi resta in gravissimo pericolo di estinzione principalmente a causa della tendenza ad attraversare strade e superstrade per spostarsi verso i centri abitati o altre aree naturali. Con altissime probabilità di investimento, come confermato a Kodami anche dalla biologa Elisabetta Tosoni, impegnata in numerosi progetti dedicati all'orso appenninico e coautrice del progetto di divulgazione "L'orso e la formica".

Cosa fare (e non fare) in caso di incontro ravvicinato con un orso

«Quando un orso è confidente significa che ha perso il timore nei confronti dell'uomo – aveva spiegato Tosoni – Il risultato è che tende ad avvicinarsi alle persone e nello stesso tempo diventa da loro più avvicinabile. Erroneamente gli umani vivono ciò come un fatto positivo, in realtà questi orsi sono i più vulnerabili perché avvicinandosi alle zone urbane senza remore possono essere più facilmente investiti».

Le raccomandazioni dei carabinieri forestali in caso di avvistamento o incontro con un orso riflettono quelle dell’esperta, e vanno tutte nella stessa direzione: evitare qualsiasi contatto con l’animale e rispettarne la natura, senza metterlo in condizioni di stress o nervosismo. Se si è in auto, rallentare e se possibile e sicuro fermarsi, di notte spegnere fari e abbaglianti e lasciare che si allontani indisturbato. Se lo si incontra durante un’escursione a piedi, allontanarsi lentamente e soprattutto evitare di fare di tutto per ottenere un selfie.

«Ho assistito, purtroppo, a scene di persone che hanno cercato di ridurre a pochi metri la distanza dall'orso per avere uno scatto da postare sui social – ha detto Tosoni – Quando si incontra un orso, anche confidente, bisogna invece prendere le distanze, non gridare e non spaventarlo. Parlare tra di noi qualora serva in modo calmo e soprattutto lasciare all'animale vie di fuga. Spesso le persone fanno assembramenti e circondano gli animali che a quel punto cercheranno di spaccare la fila. Inoltre più ci avviciniamo a un animale che è già confidente, come Juan Carrito, più esasperiamo la sua confidenza». Con ricadute negative a breve e lungo termine per l’essere umano e per l’orso.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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