Divisi da una malattia e da un ricovero, riuniti grazie alla sensibilità della famiglia e degli operatori dell’ospedale che hanno capito come l’uno avesse bisogno dell’altro. Arriva da Vimercate l’ennesimo esempio di quanto sia importante rispettare la relazione che si sviluppa tra umano e animale, e di quanti benefici apportati sul piano psicologico e fisico soprattutto nei momenti più difficili.
I protagonisti della storia sono un pensionato ultraottantenne della Brianza e Bubu, un meticcio che da lunghi anni è il suo compagno di vita. L’uomo nei giorni scorsi è stato ricoverato nel reparto di Rianimazione dell’ospedale di Vimercate, e anche se le cure dell’equipe medica e la terapia si sono rivelate fondamentali, per la moglie dell’uomo mancava ancora qualcosa per aiutare il marito a lottare. Ed è a quel punto che ha chiesto alla direzione ospedaliera di consentire l’ingresso in reparto a Bubu, il cane del pensionato.
La direzione dell’ospedale ha acconsentito di buon grado, e nei giorni scorsi sono state organizzate due visite: Bubu, dopo essere stato sottoposto a toelettatura (così come previsto in casi di questo genere), ha potuto varcare le porte della Rianimazione e trascorrere qualche minuto in compagnia del suo umano, che si è immediatamente accorto della sua presenza, stringendogli la zampa mentre il cane era appoggiato sul letto. Ad assistere, in un silenzio emozionato, il personale sanitario: «È stato bellissimo, commovente – hanno confermato dall’ospedale di Vimercate – Non era mai successo prima».
L’accesso degli animali da compagnia nell’ospedale di Vimercate è regolamentato da un documento che lo consente soltanto nelle aree destinate all’accoglienza, alla prenotazione e all’accettazione. Nel caso di Bubu e del suo pet mate, alla luce del rapporto profondo che condividono, i sanitari hanno però voluto fare un’eccezione, arrivando a ripetere la visita settimanalmente per cercare di infondere all’uomo quanto più calore e forza possibile: «La deroga al regolamento era già che meritata, vista la relazione e l’affezione tra i due e la situazione del paziente – ha detto Milena Caglio, direttrice medica dell’ospedlae – Assicurare la continuità della relazione empatico-affettiva tra i degenti e i loro animali è importante. Generare dalla presenza degli animali un effetto motivazionale utile a superare le difficoltà del paziente: sono gli obiettivi che, in proposito, riconoscono gli specialisti».
Animali domestici in ospedale: cosa dice il regolamento
La Regione Lombardia era stata la prima ad aprire le porte degli ospedali, delle case di cura e delle rsa agli animali domestici. Al capo VI del regolamento regionale n. 2 del 13 aprile 2017 viene stabilito che «l’accesso di animali d’affezione a strutture sanitarie o sociosanitarie pubbliche o private accreditate avviene, ove consentito dalle medesime strutture, nei limiti e secondo le condizioni stabilite dalle strutture stesse, in base alla valutazione dei rischi, delle caratteristiche dei locali e degli spazi comuni e dello stato in cui si trovano gli ospiti o i pazienti. È facoltà delle strutture di cui al comma 1 individuare reparti o zone in cui vietare l’introduzione di animali o richiedere particolari accertamenti clinico-diagnostici sugli animali stessi ai fini del loro accesso. In ogni caso, sono assicurate le necessarie misure igienico-sanitarie e la necessaria informazione e formazione del personale interessato».
Nel caso dell’ospedale di Vimercate, come detto, l’accesso è consentito nelle aree destinate all’accoglienza, alla prenotazione e all’accettazione, ma l’elasticità e la larghezza di vedute dell’equipe ha reso possibile andare oltre il mero regolamento per il bene di Bubu e del suo pet mate.