80 oggetti in avorio di elefante africano per un peso complessivo di circa 170 chili. È il risultato del maxisequestro eseguito dai Carabinieri del Nucleo CITES di Vicenza. I manufatti sono stati scovati nella provincia vicentina, all'interno dell'abitazione di un uomo di nazionalità cinese.
Al soggetto è stata contestata l’importazione e la detenzione illegale degli oggetti, non era infatti in possesso della documentazione relativa ai manufatti in avorio che per legge deve necessariamente accompagnare questi oggetti. Il motivo è quello di proteggere le specie della flora e della fauna selvatiche attraverso il controllo del loro commercio, come prevede la convenzione di Washington, anche nota come CITES, che dà il nome al nucleo dei Carabinieri che si occupa di far rispettare le sue disposizioni.
Nonostante la messa al bando internazionale del commercio di avorio, le popolazioni di elefanti africani (Loxodonta africana) nei loro habitat naturali continuano ad essere minacciate da uccisioni illegali e il loro prodotto è spesso venduto illegalmente sul mercato nero, come indicato nell’ultimo World Wildlife Crime Report del 2020. Secondo una relazione dell’ETIS (Elephant Trade Information System, sistema di informazioni sul commercio di elefanti), solo nel periodo compreso tra il 2012 e il 2017 in tutto il mondo nell’ambito di circa 8.000 sequestri sono state più di 250 le tonnellate di avorio di elefante sequestrate.
Una realtà che Kodami ha toccato con mano andando in Germania, a Dortmund, in occasione della più grande fiera della caccia d'Europa, dove i protagonisti sono proprio i trofei di caccia dei Big Five della savana: il leone, il leopardo, l'elefante africano, il rinoceronte bianco e il bufalo del capo. Si tratta degli animali più grandi e ambiti di cui i cacciatori occidentali desiderano portarsi a casa un pezzo, e per farlo sono pronti a pagare qualsiasi costo
A Vicenza, insieme ai reperti, di probabile provenienza cinese, figurano zanne incise con figure orientali, una katana, intagli raffiguranti animali e natura morta. A queste si aggiungono anche sono due zanne grezze di elefante africano (Loxodonta africana) e un corno di rinoceronte nero (Diceros bicornis), anche quest'ultimo tutelato dalla CITES.
«La caccia di frodo agli elefanti e il traffico di avorio, trainati dalle richieste del mercato nero asiatico, si attestano ancora su livelli pericolosamente elevati – hanno spiegato i Carabinieri – come monitorato dal programma CITES MIKE (Monitoring the Illegal Killing of Elephants) che censisce la quota di abbattimenti illegali di elefanti (PIKE, Proportion of Illegally Killed Elephants). È per questo motivo che l’Unione Europea applica una normativa molto stringente in questo ambito e nel dicembre del 2021 ha ulteriormente inasprito le proprie norme sul commercio di avorio. Tra le innovazioni più significative, sono stati vietati gli scambi all’interno dell’UE, l’esportazione e l’importazione per fini commerciali, sia di avorio grezzo che di prodotti lavorati contenenti avorio».
Per questo gli uffici dei Carabinieri Forestali dei Nuclei CITES sono gli unici autorizzati in Italia al rilascio delle certificazioni per la riesportazione ed il commercio delle specie tutelate dalla Convenzione di Washington.