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18 Luglio 2024
12:54

763 tordi, merli e cesene salvati in una maxi operazione antibracconaggio: venivano anche dopati

763 uccelli appartenenti alle specie di tordi, merli e cesene sono stati salvati dai Carabinieri durante una maxi operazione antibracconaggio. In alcuni casi gli animali venivano "dopati" per cantare più a lungo. 164 uccelli invece sono stati rinvenuti già morti.

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763 uccelli appartenenti alle specie di tordi, merli e cesene sono stati salvati dai Carabinieri durante una maxi operazione antibracconaggio. 164 uccelli invece erano già morti all'arrivo dei militari. A seguito delle perquisizioni eseguite nei confronti di 14 soggetti residenti in Toscana, Lombardia, Campania e Umbria è stato sequestrato anche un ingente quantitativo di denaro contante: 141.019 euro.

«Nuovamente si torna a parlare del fenomeno del traffico illecito di richiami vivi, che non conosce soluzione di continuità e che rappresenta un business illecito di centinaia di migliaia di euro ogni anno, a cui i trafficanti sembra non vogliano in alcun modo rinunciare», hanno dichiarato i militari.

Gli esemplari di avifauna, catturati prevalentemente in natura dai nidi, generavano ingenti guadagni, basti pensare che il valore di mercato di un esemplare “da richiamo” può raggiungere anche 300 euro riciclati nell’ultima fase della filiera, per un giro di affari di centinaia di migliaia di euro.

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Tordo (Turdus philomelos)

Il sistema illecito è emerso durante l'operazione “Turdus aureus”, dal nome scientifico degli uccelli impiegati nel traffico di avifauna, ed è stata condotta dal Reparto Operativo–Sezione Operativa Antibracconaggio e Reati in Danno degli Animali del Raggruppamento Carabinieri CITES, insieme al Gruppo Carabinieri Forestale di Perugia e dal Centro Anticrimine Natura di Udine. Nella fase conclusiva sono stati impiegati 131 Carabinieri Forestali divisi tra le diverse regioni italiane.

L'iniziativa era finalizzata al contrasto del traffico illegale di avifauna destinata a essere impiegata dai cacciatori come richiami vivi. Questi, altro non sono che uccelli, appunto vivi, che grazie al loro canto attirano i loro simili, rendendo più facile al cacciatore la ricerca del bersaglio. I richiami vivi non sono illegali, ma per essere usati a questo scopo gli uccelli questi animali devono venire da allevamenti, e non strappati al loro habitat naturale, e devono ricevere entro i primi giorni di vita un anellino inamovibile alla zampa, così che sia possibile tenere traccia, ed evitare casi di bracconaggio. Si tratta di una marcatura individuale considerato sigillo.

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Merlo (Turdus merula)

I Carabinieri forestali hanno inoltre rinvenuto e sequestrato l’attrezzatura utilizzata per la manomissione e contraffazione degli anelli di marcaggio, e sequestrato 2.396 anelli identificati inamovibili e pronti all’utilizzo, 48 reti da uccellagione, 6 richiami acustici a funzionamento elettromagnetico, 3 coppi di cattura e 3.224 munizioni di vario calibro. Nel corso dell’attività, uno degli indagati è stato anche arrestato per il reato di detenzione abusiva di armi clandestine, perché trovato in possesso di un fucile da caccia con matricola abrasa.

Per spingere gli animali a cantare il più possibile venivano drogati con l'utilizzo di farmaci «aventi principi attivi a base di derivati del testosterone, aventi la capacità di indurre l’attività canora degli esemplari maschi, forzandone i tempi naturali», hanno spiegato i carabinieri. Farmaci che possono provoca gravi danni all’apparato neuro endocrino degli animali sino a stravolgerne la fisiologia e a provocare possibili effetti patologici. Anche i medicinali e le siringhe per la somministrazione sono stati sequestrati.

I 763 tordi, merli e cesene sequestrati dai Carabinieri invece erano privi di anello identificativo oppure avevano anello identificativo alterato. Gli animali sono stati affidati alle cure dei Cras, i centri di recupero animali selvatici di diverse associazioni di tutela animali: LIPU, WWF, CABS.

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Cesena (Turdus pilaris)

Durante le perquisizioni, sono stati sequestrati ingenti quantitativi di medicinali dopanti e strumenti medicali di somministrazione. «Si tratta di farmaci aventi principi attivi a base di derivati del testosterone, aventi la capacità di indurre l’attività canora degli esemplari maschi, forzandone i tempi naturali», hanno spiegato i carabinieri.

I reati contestati ai soggetti coinvolti a vario titolo nel traffico illegale di avifauna sono associazione per delinquere; maltrattamento di animali; detenzione abusiva di armi; alterazione di armi, armi clandestine detenzione illegale di munizioni; sostituzione di persona; frode in commercio ; furto e furto aggravato; ricettazione; riciclaggio e impiego in attività economiche o finanziarie di denaro, beni o altre utilità provenienti da delitto; uso abusivo di sigilli e strumenti veri.

«Nati liberi, strappati alla vita selvatica, obbligati alla assoluta impossibilità del volo, condannati alla cattività, alla prigionia: questo è il destino che attende ogni anno migliaia di uccelli selvatici», concludono i Carabinieri.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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