Attivisti del WWF, provenienti da diverse zone della Sicilia, si sono oggi riuniti a Caltanissetta nei locali della “Casa delle Culture e del Volontariato” per festeggiare i risultati ottenuti nella regione durante l’anno 2023.
Oltre seimila sono state le tartarughine Caretta Caretta che sono state monitorate e curate fin dalla nascita e ben 145 i nidi controllati dai volontari siciliani. Un enorme successo, festeggiato nella grande famiglia WWF, acronimo di World Wide Fund for Nature, che da più di 60 anni lotta per difendere l'ambiente e le specie più a rischio.
E secondo quanto riportato dalla IUCN, proprio la tartaruga Caretta è considerata una specie a rischio di estinzione (endangered). Viene, infatti, elencata nell'appendice II della direttiva Habitat (92/43/CEE) e contrassegnata come specie particolarmente protetta. L'Unione Mondiale per la Conservazione della Natura considera i siti riproduttivi nelle isole Pelagie adeguatamente protetti, ma sarebbe comunque necessario ridurre le minacce presso i siti della Calabria ionica.
La Caretta Caretta è una specie di tartaruga marina predominante anche nel Mediterraneo e depone regolarmente le sue uova, ad ogni stagione estiva, sulle coste dei mari italiani. Proprio lì, sulla sabbia, ogni anno i turisti e i bagnanti possono godere della vista della schiusa delle uova e dei cuccioli che si dirigono verso il mare, uscendo dai nidi che vengono appositamente segnalati dai volontari con dei paletti e dei cartelloni indicanti le informazioni basilari per la loro tutela.
Nel Mar Mediterraneo il periodo della deposizione delle uova si colloca tra fine maggio ed agosto e proprio in questo periodo le tartarughe si avviano verso le spiagge di deposizione dove faranno dai 3 ai 4 nidi a stagione. Le femmine di tartaruga sono le uniche a toccare terra per nidificare circa ogni 2 o 3 anni, mentre i maschi, una volta nati non torneranno più sulla spiaggia.
Generalmente depongono 100-150 uova della dimensione di una pallina da ping pong e le seppelliscono accuratamente sotto la sabbia della spiaggia di nidificazione. Dopo circa 2 mesi (ma questo tempo dipende dall'andamento climatico della stagione), le uova si schiudono sotto terra e nel giro di pochi giorni le giovani tartarughe si fanno strada verso la superficie.
Le spiagge, agendo come incubatrici naturali, svolgono un ruolo cruciale nel processo riproduttivo di queste tartarughe e negli ultimi decenni proprio a causa dell’inquinamento da plastica dei mari, la nascita di questo rettile carnivoro è drasticamente diminuita. Diverse associazioni ambientaliste e animaliste, tra cui il WWF, lottano da anni per la loro tutela, con lavori di salvaguardia degli ambienti marini e di sensibilizzazione delle persone nei confronti di questa specie in via d’estinzione.
Oggi, durante l’incontro a Caltanissetta, i volontari hanno avuto modo di confrontarsi, raccontando le proprie esperienze e studiando i dati del fenomeno delle nascite di questi rettili preziosi per il nostro ambiente.
Il delegato regionale del WWF Italia, Pietro Ciulla, che ha seguito tutti i lavori, ha salutato i volontari ringraziandoli per il prezioso lavoro svolto.
Il responsabile nazionale del progetto, Luigi Agresti, invece, ha presenziato all’incontro con un collegamento da remoto e ha sottolineato quanto sia necessario il coordinamento delle attività nell’ambito di un vasto impegno, quale è quello richiesto ai volontari. Particolarmente seguito è stato anche l’intervento del responsabile scientifico del progetto, Paolo Casale, dell’Università di Pisa, che ha offerto un quadro globale della presenza di tartarughe marine nel Mediterraneo, aggiornando i dati in possesso dei volontari.
La responsabile figura di riferimento per gli attivisti siciliani è Oleana Prato: è stata lei ad esporre il Progetto Tartarughe WWF in Sicilia, evidenziando quali sono stati i territori interessati dalle nidificazioni e quali invece necessiterebbero di più attenzioni.
I lavori sono stati coordinati da Giuseppe Mazzotta, presidente del WWF area Mediterranea, che insieme a Barbara Maifreni e a Giorgio De Simone ha raccontato quanto si fa con le organizzazioni aggregate territoriali dei volontari, che in Sicilia sono cinque: Mediterranea, Nord occidentale, Nord orientale, Sud orientale e Centrale.