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21 Febbraio 2024
12:14

57 asini all’asta a Modena, rischiano di finire al macello: appello ai santuari

Cinquantasette asini sono finiti all’asta, e di questi solo otto non sono macellabili. L'unico modo per salvarli è che siano accolti da santuari e associazioni che possano dare loro una vita dignitosa dopo lo sfruttamento.

asino

Cinquantasette asini sono finiti all’asta, e di questi solo otto non sono macellabili. A seguito della dichiarazione di fallimento della società proprietaria da parte del Tribunale di Modena gli animali sono finiti all'asta «rischiando di fare una brutta fine», come denuncia l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa).

L'unico modo per salvarli è che siano acquistati da santuari e associazioni specializzate che possano dare loro una vita dignitosa dopo lo sfruttamento.

Gli asini sono stati valutati 250 euro a esemplare. All’asta, l’intero lotto avrà quindi un prezzo base di 14.250 euro, con un rilancio minimo di 500 euro. Pur trattandosi di esseri senzienti sono svenduti come merce, come oggetti, finiti in un portale d’aste insieme a biciclette, auto, mobili.

Ecco l’avviso: «Lotto unico: numero 57 animali vivi – asini (equidi), di cui n. 8 non macellabili, di proprietà della società in Liquidazione Giudiziale (n. 93/2023 – Tribunale di Modena), inventariati e valutati dall’esperto stimatore Geom. Luca Righi, come da perizia di stima che si allega alla scheda pubblicitaria. Si invitano gli interessati a consultare tutti gli allegati alla presente scheda con particolare riferimento all’avviso di vendita».

Gli animali sono parificati a degli oggetti, delle res all'interno del nostro ordinamento. Questo vale per cani e gatti e la situazione è ancora peggio degli equidi come gli asini che sono considerati alla stregua di attrezzi di lavoro.

«Quella dell’asta di animali è una procedura amministrativa non etica nella quale gli animali sono considerati meri oggetti», dichiara il presidente dell’OipaMassimo Comparotto. «Siamo molto lontani dal recepimento del Trattato di Lisbona del 2007, che tutela gli animali in quanto “esseri senzienti”. Mandarli all’asta è quanto meno discutibile».

Un trattamento in aperto contrasto con quanto sancito dal Trattato di Lisbona all’articolo 13: «Nella formulazione e nell’attuazione delle politiche dell’Unione nei settori dell’agricoltura, della pesca, dei trasporti, del mercato interno, della ricerca e sviluppo tecnologico e dello spazio, l’Unione e gli Stati membri tengono pienamente conto delle esigenze in materia di benessere degli animali in quanto esseri senzienti, rispettando nel contempo le disposizioni legislative o amministrative e le consuetudini degli Stati membri per quanto riguarda, in particolare, i riti religiosi, le tradizioni culturali e il patrimonio regionale».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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