I Vigili del Fuoco hanno recuperato circa 50 mila pulcini e messo in sicurezza due serbatoi di Gpl all'interno di capannoni interessati da una frana a seguito delle piogge dei giorni scorsi, a Santa Sofia, in provincia di Forlì.
Il giorno dopo la frana e la messa in sicurezza dei serbatoi sono iniziate le operazioni di recupero degli animali. A causa delle precarie condizioni di stabilità di uno dei due capannoni è stato necessario utilizzare un mezzo speciale: Trypper, un robot elettrico cingolato con il quale gli operatori hanno spinto i pulcini verso le vie di uscita, alla presenza del medico veterinario dell'Asl di competenza.
I Vigili del Fuoco hanno quindi salvato i pulcini, ma da cosa? Questi animali, infatti, si trovavano all'interno dei capannoni di un'azienda avicola di Bucchio, e anche dopo essere stati salvati dal crollo sono destinati a condurre una vita breve e triste all'interno di spazi ridottissimi, fino al momento in cui verranno macellati. Una gallina ovaiola all'interno di un allevamento vive al massimo 2 anni, mentre un pollo da carne vive all’incirca 6-7 settimane, quando questi animali potrebbero vivere fino a 8-10 anni.
I polli sono tra gli animali più sfruttati dall'industria alimentare nel mondo, e anche l'Italia non fa eccezione. Nel 98% dei casi sulle nostre tavole arrivano polli broiler, una varietà allevata e selezionata dall'essere umano appositamente per massimizzare il più possibile la produzione di carne. Ciò ha comportato la selezione di individui dai petti così grossi e gonfi da rendere quasi impossibile ogni movimento, un'azione comunque difficile all'interno degli spazi messi loro a disposizione. Tutti rilievi segnalati anche dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, che ha documentato come la selezione genetica estrema abbia determinato gravi patologie a danno di questi animali.
Ed è questa la vita, brevissima, che attende anche i 50mila pulcini recuperati dai capannoni a rischio crollo. Può definirsi un salvataggio quello compiuto nell'azienda di Bucchio? Sicuramente non per gli animali. Ad essersi salvati sono prima di tutto i guadagni dell'impresa, già provata dagli ingentissimi danni causati dalla frana che ha distrutto i capannoni e altre attrezzature.
Come per altri recuperi di animali d'allevamento effettuati in queste settimane nella zona alluvionate dell'Emilia-Romagna, ad essere in gioco non è la vita di questi individui, ma la loro qualità di materia prima, fondamentale per la sopravvivenza di un comparto produttivo.
È ora di iniziare a raccontare le cose col loro nome e smettere di parlare di salvataggi di animali in casi del genere, in attesa di un cambiamento nel sistema agroalimentare. Un primo passo in questo senso è stato compiuto il 25 maggio 2023, quando la presidente della Commissione petizioni dell'Ue, Dolores Montserrat, ha definito l’allevamento dei polli broiler in contrasto col benessere animale, e fatto sapere che l’Europa potrebbe rivedere presto le regole previste per questi animali.
Non è un segreto ormai che polli, suini, bovini e altri, sono consapevoli della vita di sofferenza che conducono. Recentemente, l’Associazione Mondiale dei Veterinari (Wva) ha riconosciuto in una lettera aperta destinata ai governanti che «gli animali sono senzienti e percepiscono il dolore». Intervenire su questo tema è il primo passo, in attesa di sviluppare un sistema di sussistenza che sia realmente privo di crudeltà.