Una notizia importante arriva dalla Regione Sicilia la quale ripartirà 5 milioni di euro a favore dei Comuni per gestire il complesso fenomeno del randagismo nei rispettivi territori. «Siamo davvero molto soddisfatti di essere riusciti ad attuare una misura fortemente voluta da tutto il Movimento per l’Autonomia – commenta Giuseppe Lombardo deputato regionale del Mpa – In questo modo siamo riusciti a offrire un importante contributo alle comunità locali che andranno così ad aggiungersi alle esigue somme dei bilanci comunali per fronteggiare un fenomeno che ha assunto proporzioni allarmanti».
La ripartizione dei 5 milioni, previsti anche dalla Legge di stabilità 2023 per questa finalità, consentirà di riconoscere ai comuni un fondo proporzionato alla spesa sostenuta nell'anno 2022: pertanto Catania riceverà oltre 500 mila euro, Enna 140 mila euro, Gela 126 mila euro, Melilli oltre 240 mila euro, Siracusa 187 mila euro, Agrigento 53 mila euro, Caltagirone 46 mila euro, Misterbianco 51 mila euro, Adrano 33 mila euro, Acireale 51 mila euro, Mascalucia 30 mila euro, Giarre 38 mila e così via.
Da diversi anni, ormai la Sicilia si deve confrontare con il fenomeno del randagismo e la disposizione di queste somme, che rappresenta una boccata d’ossigeno per tutti i Comuni che lavorano per cambiare una situazione ancora molto diffusa, andrà a coprire i costi per l’ospitalità della popolazione canina nelle strutture di ricovero e per promuovere tutte le azioni fondamentali per migliorare le condizioni di vita dei sempre più numerosi ospiti.
Come emerge dai dati del Rapporto “Animali in Città 2023” di Legambiente, esiste un esercito di 2 milioni di cani, di cui 1,5 milioni localizzati in sole 5 regioni del centro sud: Sicilia, Calabria, Campania, Puglia e Lazio. In particolare, a preoccupare nel 2022 è il numero dei cani vaganti, sia randagi che padronali, che in tutta la Penisola oscilla tra 700 e 400 mila e quello dei cani randagi senza pet mate che li rivendicano tra 350 e 200mila. Il Centro Sud resta l’area del Paese più colpita dal fenomeno, con Sicilia, Calabria, Campania, Puglia e Lazio che registrano i numeri più significativi con un numero di cani vaganti complessivo che oscilla da 480 a 290 mila, solo nel Lazio e in Campania, il numero di cani vaganti stimato oscilla da 200 a 120 mila cani, e un numero di cani randagi tra 240 a 145 mila.
Lato sterilizzazione, i numeri sono ancora lontani se si vuole puntare a una seria politica di controllo demografico e solo il 50% delle Aziende sanitarie ha dichiarato di aver effettuato azioni di prevenzione. Per quel che riguarda i controlli, solo il 53,6% ha dichiarato di aver dotato il proprio personale di lettore microchip. I numeri del rapporto, insomma, parlano chiaro e, purtroppo, evidenziano uno scenario dove risulta chiaro che a mancare maggiormente sono controlli, monitoraggi e norme precise, punti sui quali le Amministrazioni comunali e le ASL dovrebbero lavorare di più, prendendo in prestito anche le buone pratiche di quei territori in cui il fenomeno è praticamente sparito.