La preistoria non è stato solo quel lungo periodo geologico in cui i dinosauri hanno dominato la Terra per centinaia di milioni di anni o il periodo in cui i nostri antenati hanno dovuto affrontare il pericolo di essere schiacciati dai mammut o mangiati dalle tigri dai denti a sciabola. Prima della comparsa dell'uomo, infatti, il nostro pianeta è stato abitato da diverse altre creature, che hanno contribuito enormemente a rendere il nostro pianeta come è oggi. Basti pensare che durante il mesozoico – noto ai più come "l'era dei rettili" – in verità gli ecosistemi erano abitati anche da migliaia di altri animali, come uccelli, mammiferi e anfibi (per non parlare degli insetti, che erano già all'epoca gli organismi più numerosi).
Fra i mammiferi che vissero in quell'epoca e successivamente all'estinzione dei dinosauri ci sono state per esempio delle specie molto strane e interessanti, che meritano sicuramente di essere riscoperte anche perché in un qualche modo "responsabili" della nostra stessa esistenza. È infatti grazie a loro, alla loro capacità di sopravvivere in contesti difficili, se oggi siamo sulla Terra a porci delle domande difficili sulla nostra esistenza.
Fra queste creature abbiamo Repenomamus, Leptictidium, il sintetocerato e diverse altre specie che durante il Cenozoico riuscirono a strappare il controllo della Terra agli ultimi rettili e agli uccelli.
Repenomamus
Recentemente, Repenomamus è divenuto uno dei mammiferi mesozoici più famosi in assoluto, grazie al ritrovamento di un particolare fossile che ha suscitato notevole scalpore tra i paleontologi. Questo mammifero era probabilmente uno dei più grandi mai esistiti durante il Cretaceo inferiore, essendo lungo oltre un metro e pesante circa 14 kg. Simile ad un tasso o a un diavolo della Tasmania Repenomamus è anche una delle pochissime specie esistite che abbiano conservato nello stomaco le tracce di una battuta di caccia ai danni dei dinosauri.
Nel 2005, infatti, venne rinvenuto in Cina a pochi chilometri da Pechino un esemplare che aveva alcune ossa di un giovane psittacosauro (un piccolo erbivoro) nello stomaco, dimostrando che i mammiferi mesozoici svolgevano un importante ruolo ecologico nel mantenere sotto controllo il numero di erbivori, predandone i cuccioli.
Il suo genere è stato inserito all'interno del gruppo dei triconodonti, antichi mammiferi estintosi senza lasciare discendenti. Tuttavia, oggi sappiamo anche che esistettero due specie di Repenomamus: R. robustus, che era lungo meno di 0,5 m, e R. giganticus, che era la specie più grande, in grado di uccidere i piccoli dinosauri.
Leptictidium
Successivamente all'estinzione dei dinosauri, i mammiferi poterono prosperare e cominciare ad assumere diverse morfologie atipiche, che in qualche caso oggi possono sembrare strane. Fra le specie più particolari ad essersi evoluti durante l'Eocene c'è Leptictidium, il cui nome in greco vuol dire "donnola graziosa". Questo animale visse per circa 10 milioni di anni all'interno delle foreste europee, che all'epoca coprivano l'intera superficie del pianeta.
Si trattava di un piccolo onnivoro, dal muso e dal naso allungato, che mangiava principalmente bacche e un gran numero di insetti, morfologicamente simile al toporagno elefante, di cui però non è l'antenato diretto.
Questi animali dovettero convivere per la loro intera esistenza con una nuova tipologia di predatori, tra cui i più importanti da menzionare sono Gastornis – un uccello gigante non volatore, che prese il posto dei dinosauri all'apice della catena alimentare – e Ambulocetus, un grosso mammifero anfibio, antenato di tutti i cetacei moderni, che aveva uno stile di caccia simile a quello dei moderni coccodrilli.
Il suo genere attualmente presenta 5 specie, tutte scoperte nel cuore dell'Europa centrale e grandi meno di 30 cm di altezza, mentre misuravano circa 90 cm di lunghezza grazie alla lunga e sottile coda, che gli era utile per mantenere l'equilibrio e correre.
Il sintetocerato
Il sintetocerato era un artiodattilo che visse in Nord America durante il Miocene inferiore, tra i 20 e i 5 milioni di anni fa. I suoi fossili sono stati trovati principalmente nello stato del Nebraska e del Texas, dove divenne abbastanza noto per le sue caratteristiche fisiche a cavallo degli anni Trenta del secolo scorso. Il suo nome latino – Synthetoceras tricornatus – consente rapidamente di scoprire perché è uno dei protoceratidi più bizzarri in assoluto.
Questo animale aveva infatti tre corna. Le più piccole erano sulla sommità della testa e ricordano perfettamente le corna di altri animali erbivori che vivono ancora oggi in Africa o in Nord America. Il terzo corno, però, molto vistoso e ingombrante, si trovava sulla punta del muso, appena dietro le narici, facendo assumere a questo animale un aspetto esotico ed alieno.
La forma del terzo corno ricordava inoltre una fionda, una caratteristica che rendeva ancora più strano questo animale, probabilmente vittima anche di seri problemi di vista, proprio per via della posizione assunta da questa terza arma.
Si pensa che questo animale usasse il terzo corno nel combattimento fra maschi, durante la stagione degli accoppiamenti. Per il resto, era molto simile ad altri artiodattili esistenti. Non era molto veloce, era alto circa 2 metri e mangiava prevalentemente foglie.
Il dedicuro
Il dedicuro faceva parte del gruppo dei gliptodonti, altresì noti come "armadilli giganti corazzati". I suoi resti sono stati rinvenuti in diversi paesi del Sud America e uno dei suoi fossili più conosciuti venne visionato e descritto da Charles Darwin, quando egli si trovava in questo paesi grazie al suo viaggio sul Beagle.
A differenza di altri gliptodonti, il dedicuro aveva una coda che terminava con una poderosa mazza dotata di aculei, che era in grado non solo di ferire i predatori ma anche d'infrangere la spessa corazza non segmentata che proteggeva gli esemplari stessi, durante la stagione degli amori. Anche la loro testa era protetta da una sorta di elmo, simile agli elmetti usati oggi dai giocatori di rugby.
A differenza dei moderni armadilli, il dedicuro non poteva difendersi arrotolandosi su sé stesso, ma poteva contare anche sulla sua mola. Alta fino ad un massimo di 1,5 metri e lungo oltre 4 metri, era uno degli erbivori più pesanti e mastodontici del Sud America, che riuscì a sopravvivere fino al Pleistocene.
Brasilodon
Concludiamo questa breve carrellata di mammiferi poco conosciuti tornando indietro, ai tempi dell'evoluzione dei primi veri mammiferi, ovvero al Triassico. 225 milioni di anni fa nacque infatti il mammifero più antico in assoluto, il Brasilodon quadrangularis, che era dotato di alcune caratteristiche simili ai suoi antenati rettili. Aveva dimensioni ridotte, meno di 20 cm di lunghezza, ed è stato trovato nelle regioni meridionali del Brasile.
Aveva una dentatura difiodontia, ovvero manteneva da adulto sia i denti da latte che quelli che sorgevano successivamente. Egli visse al momento in cui sorsero i primi dinosauri e fu anche grazie alla sua strategia di fuga – nascondersi in delle fosse sottoterra – se i mammiferi sopravvissero ai loro predatori, optando per la stessa strategia di difesa.