Dalle lucciole alle meduse, dai vermi agli squali: sono alcuni degli animali in grado di “brillare al buio”, e cioè di illuminarsi in condizioni di scarsa luce. Questo fenomeno si chiama bioluminescenza ed è la capacità che hanno alcune specie attive durante la notte, o che vivono in luoghi scarsamente illuminati, di generare appunto luce producendo poco (o per niente) calore.
Alla base di questo fenomeno c’è una reazione chimica alimentata dall’ossigeno. Attraverso l’ossidazione di una proteina, la luciferina, l’energia chimica viene convertita in energia luminosa visibile. Nella maggior parte degli animali bioluminescenti, questa abilità si è evoluta nell’ambito del comportamento predatorio, per attrarre le prede o per disturbare i predatori. In alcune specie, come le lucciole, ha invece una funzione comunicativa tra maschio e femmina all'interno del corteggiamento.
La stragrande maggioranza degli organismi bioluminescenti (l’80%) popola il mare, e si tratta principalmente di batteri, cnidari come le meduse, anellidi, molluschi, invertebrati planctonici, crostacei e pesci. Gli animali luminosi terrestri e d'acqua dolce sono rappresentati da lombrichi, lumache e patelle, lucciole, scarafaggi e alcune larve di insetti. Vediamo allora quali sono gli animali che brillano al buio.
Il calamaro vampiro
Il calamaro vampiro (Vumpyroteuthis infernalis) è l'unico membro della sottoclasse dei cefalopodi Vampyromorpha. Si nasconde nell’oscurità delle acque profonde e povere di ossigeno al largo di Monterey Bay, in California, ed è ricoperto da organelli che producono luce, grazie ai quali crea flash abbaglianti con cui disorienta i potenziali aggressori.
La lucciola
La lucciola appartiene alla famiglia Lampyridae del genere Coleoptera. Nelle lucciole, il maschio alato produce i noti bagliori in volo, mentre le femmine recettive rispondono con lo stesso segnale ma da terra, perché sono attere dall’aspetto larviforme.
Le diverse specie di lucciole emettono una bioluminescenza di colori vari: in alcune è verde, in altre più giallo-arancio. Altre due famiglie nel genere Coleoptera, oltre alle lucciole, sono bioluminescenti.
I coleotteri delle famiglie Elateroidae e Phengodidae emettono bioluminescenza che va dal verde al rosso. Alcune specie all'interno di queste due famiglie, poi, hanno organi luminosi che emettono ciascuno un diverso colore di bioluminescenza: lo scarabeo giamaicano Pyrophorus plagiophthalamus, che si illumina di luce verde e arancione, e il verme ferroviario sudamericano Phrixothrix hirtus, che produce luce gialla sui fianchi e luce rossa in corrispondenza della testa.
La medusa
Pelagia noctiluca
Nel Mar Mediterraneo vivono le meduse bioluminescenti, come quelle del genere Equorea e del genere Pelagia. Sono meduse passive alla corrente che si muovono solitarie o in gruppi e vivendo in superficie, l'emissione di luce è poco visibile. Questi organismi, quindi, mostrano un ritmo giornaliero di bioluminescenza, con emissione di flash luminosi verdi solo durante le ore notturne.
Lo squalo
Tra i pesci cartilaginei, solo gli squali hanno sviluppato la capacità di emettere luce. La bioluminescenza negli squali sembra limitata a tre famiglie: Dalatiidae, Somniosidae ed Etmopteridae.
Si contano in tutto 15 specie, per un totale di 62 squali luminosi, tra cui lo Etmopterus bigelowi, lo squalo lanterna meridionale (Etmopterus granulosus), lo squalo lanterna dal ventre nero (Etmopterus lucifer) e lo spinarolo (Trigonognathus kabeyai).
Gli organi luminosi degli squali si trovano prevalentemente sulla superficie ventrale e producono una luce il cui colore è simile a quello di fondo dell’ambiente costiero (blu-verde) e oceanico (blu). La funzione di questa bioluminescenza non è ancora del tutto chiara, anche perché gli squali sono animali rari ed elusivi, pertanto difficili da osservare.
Il pesce lanterna
I pesci lanterna (Myctophidae) sono pesci abissali, creature dall’apparenza decisamente spaventosa che, proprio per le profondità cui vivono, hanno sviluppato la capacità di “brillare al buio”. Il pesce lanterna, nello specifico, deve il suo nome all'organo bioluminescente chiamato illicio, una sorta di appendice carnosa o antenna mobile presente sulla fronte.