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3 Giugno 2024
14:46

4 cose pericolose per il tuo cane che fai senza saperlo

A volte facciamo inconsapevolmente delle cose che mettono il nostro cane in pericolo, da un punto di vista sia fisico che psicologico. Ad esempio, lo lasciamo per troppo tempo da solo, non gli consentiamo di esprimersi o, al contrario, gli lasciamo fare tutto ciò che vuole.

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Vivere con un cane comporta il dover tenere alta l'attenzione praticamente sempre per tutelare la salute psicofisica del nostro compagno di vita, cosa che ha dei riverberi su di noi, sulle persone che ci sono attorno e anche su altri cani. Ci sono diverse cose infatti che, alle volte, si fanno inconsapevolmente e che mettono il cane in pericolo da un punto di vista sia fisico che psicologico.

Il benessere di un animale come il cane, infatti, non passa solo attraverso le cose che noi pensiamo che vadano bene perché "cosi si fa da sempre", ma bisogna appunto valutare la sua individualità e le caratteristiche di specie. È molto importante infatti partire dal presupposto che per i cani di famiglia la nostra responsabilità nei loro confronti si estende dalla cura specifica che riguarda la salute fino al saper intervenire quando è il caso di farlo.

Esempi pratici è che ci aiutano a comprendere quanto sia vasto questo tema è pensare già solo al fatto che fargli mangiare tutto quello che mangiamo noi potrebbe causargli dei problemi gastrointestinali o delle allergie, ad esempio. Allo stesso tempo, da un'altra prospettiva e andando nel campo della relazione, consentire al cane di fare tutto ciò che vuole a discapito della sua incolumità o della nostra e viceversa, ovvero non lasciarlo esprimere sono altre due situazioni in cui si è in quel confine da non superare tra causa e effetto in cui il nostro ruolo di guida è fondamentale. Ancora, ritornando sulla gestione quotidiana, lasciarlo da solo per troppo tempo in macchina al sole è pericolosissimo per la sua salute, mentre pensare di avere una casa col giardino e per questo sentirsi in diritto di adottare un cane per poi isolarlo dalla vita familiare significa condannarlo a una esistenza di solitudine e sofferenza.

Consentirgli di fare sempre ciò che vuole o non permettergli di esprimersi

Partiamo da qualche esempio di "cose pericolose" da non fare nel campo della relazione. Stabilire dei confini nel rapporto con il cane della propria vita è molto importante: consente al nostro amico e a noi di stabilire quali sono le regole entro le quali ci si muove all'interno del rapporto e la coerenza è uno degli elementi fondanti per una sana relazione tra cane e uomo. Spesso ci si pone da una parte o dall'altra di scuole di pensiero che vogliono dare una direzione netta da mettere in atto tra umani e cani ma ciò non è possibile farlo, come del resto non accade nei rapporti tra esseri umani. Dare i corretti stop e saper dire "no" è importante tanto quanto lasciare esprimere Fido perché solo attraverso un'educazione che tenga conto delle sue motivazioni e vocazioni si può arrivare a proteggerlo anche da situazioni di pericolo per lui e per noi.

Un cane si evolve nel tempo, non rimane il cucciolo di cui ci eravamo innamorati, e seguire la sua crescita vuol dire comprendere che ci sono aspetti che riguardano le sue emozioni e le sue cognizioni, nonché il contesto e le esperienze che farà nel corso del tempo.

Per il rapporto ancestrale che c'è tra noi e loro e che riguarda le due specie in generale, bisogna però contestualizzare alla effettiva vita in famiglia e dare al nostro amico un ruolo nell'ambito della sistemica in cui anche lui dovrà rispettare gli altri attraverso indicazioni chiare e opportune. È assolutamente fondamentale non usare mai violenza e non porsi nei confronti dell'altro con una inutile autoritarismo che fornisce al cane solo elementi come paura e mancanza di fiducia nel rapporto con l'umano e che dunque lo privano dell'esprimere ciò che prova e che può determinare anche una maggiore pericolosità.

Facciamo un esempio pratico rispetto a quanto si è scritto, in modo tale che non rimangano solo parole generiche. Immaginiamo un cane con un'alta motivazione predatoria che insegue qualsiasi cosa si muove. Ogni volta che usciamo di casa, dunque, vorrà inseguire le biciclette al parco, giusto per fermarci a una ipotesi concreta. In quel cane non va "eliminata" la sua vocazione, sarebbe come chiedere a una persona di non fare qualcosa che gli piace profondamente. Quella motivazione, in realtà, va temperata e equilibrata. Dunque, onde evitare di mettere il ciclista in primis in pericolo (ma se ci pensiamo anche noi stessi e altri che potrebbero essere coinvolti) si può lavorare sul far esprimere la motivazione predatoria in altro contesto così da un frustrarla, come ad esempio portarlo in un'area sicura in cui fargli inseguire degli oggetti, con attenzione a non andare oltre un tempo limite che lo porti a entrare nel "loop" della ripetitività. Contestualmente serve aumentare il suo interesse su altre inclinazioni come quella collaborativa su cui centripetarlo, ovvero su cui catturare la sua attenzione proponendogli cose che anche gli piacciono al fine appunto di abbassare un interesse e alzarne un altro.

Come in ogni articolo di Kodami relativo all'educazione e all'istruzione cinofila, però, vi ricordiamo che ci sono professionisti che si occupano di questo e che i nostri consigli, per quanto possibile, sono finalizzati ad avere una visione più completa del cane e, appunto, della relazione con lui.

Lasciarlo solo per molto tempo

Uscendo dall'alveo di ciò che riguarda la nostra responsabilità tout court all'interno del vasto panorama della relazione, andiamo ora su azioni pratiche che vengono fatte con incoscienza e che purtroppo causano dei danni a volte irreparabili davvero, al punto tale da poter causare problemi psicofisici molto gravi nel cane.

Lasciare un cane da solo per troppo tempo è un errore grave, semplicemente. Quel "troppo tempo", però, vogliamo specificare subito che significa non farlo partecipare in alcun modo alla vita familiare (quindi: cane lasciato da solo in giardino, cane a catena, cane isolato in una stanza) e non dedicargli del tempo di qualità ogni giorno, sebbene in base ai propri impegni di lavoro o altro che ci obbligano a non poterlo tenere con noi.

Quindi per essere quanto più chiari possibile, il senso è che un cane può stare da solo e non è un problema lasciarlo in casa ma bisogna davvero capire qual è il limite massimo, considerando che questa specie è altamente sociale e che ha un bisogno atavico di condividere la vita con noi umani  (non si sta generalizzando rispetto ai cani ferali che dimostrano quanto anche il canis lupus falimiliaris possa decidere serenamente di tenere distanza dalla nostra specie). Un cane, dunque, va abituato a stare da solo ma ricordiamoci sempre che la sua condizione ideale è quella di stare insieme a noi e ove possibile favoriamo momenti di condivisione dove, al di à delle lancette che scorrono, si realizzano momenti di interazione che lasciano davvero il segno così che il nostro amico sia sempre certo che noi ci siamo, anche se non possiamo farlo fisicamente in ogni momento.

Lasciarlo da solo in macchina

«Lasciare un cane da solo in macchina, anche se l’auto è all’ombra o con i finestrini aperti, comporta un grave rischio perché la temperatura interna sarà comunque più elevata dell’esterno con un ricircolo di aria inferiore». Così Eva Fonti, veterinaria e membro del comitato scientifico di Kodami, ha diverse volte spiegato sul nostro magazine quanto sia pericoloso chiudere Fido nell'abitacolo per troppo tempo.

«Il cane ha normalmente una temperatura corporea basale superiore rispetto alla nostra (normalmente di 38-39 C) quindi è già di per se più “caldo” e, inoltre, non sudando come facciamo noi non riesce a dissipare il calore per abbassare la temperatura», ha inoltre sottolineato l'esperta.

Dovrebbe trattarsi di un argomento scontato ma purtroppo ancora la cronaca spesso ci rimanda casi di cani che sono stati recuperati in condizioni pessime dopo essere stati lasciati in macchina, soprattutto e ovviamente in estate, se non morti per questo motivo.

Farlo mangiare troppo

Sì, allungare da tavola qualsiasi cosa al cane di famiglia non è una buona idea per la sua salute. Nel tempo la veterinaria si è specializzata in diverse branchie e tanto si è studiato sia sull'aspetto cognitivo che su nuovi approcci proprio rivolti al benessere fisico e dunque legati anche all'alimentazione. Sono tanti gli errori che facciamo nella gestione della pappa. Come ha scritto la veterinaria Maria Mayer, membro del nostro comitato scientifico: «Se dare alcuni piccoli snack durante la giornata può essere piacevole e fare parte della relazione che si costruisce con il cane, magari condividendo delle attività, esagerare con gli snack non fa bene. Non fa bene prima di tutto perché se esagerate con le calorie è un problema. Inoltre, in generale, anche se il vostro cane non ingrassa, bisogna vedere quanto sano è lo snack che state andando a dare (meglio essiccati). Infine, anche se gli snack non fossero troppi e fossero sani, comunque potrebbero sbilanciare la sua nutrizione se poi, per mantenerlo in forma, si andasse a diminuire il pasto normale».

Lo stesso discorso vale anche quando continuiamo ad allungare al cane il cibo che mangiamo noi: ci sono alimenti che gli fanno male in generale e altri che potrebbero dar fastidio a quel soggetto nello specifico causando ad esempio delle allergie o delle intolleranze. Questo non vuol dire che è sbagliato condividere qualcosa di buono ma di certo non possiamo dargli del cioccolato perché a noi piace e di certo non possiamo farlo rimpizzare fino al rischio di obesità, patologia che colpisce moltissimi soggetti anche nel mondo canino.

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Diana Letizia
Direttrice editoriale
Giornalista professionista e scrittrice. Laureata in Giurisprudenza, specializzata in Etologia canina al dipartimento di Biologia dell’Università Federico II di Napoli e riabilitatrice e istruttrice cinofila con approccio Cognitivo-Zooantropologico (master conseguito al dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Parma). Sono nata a Napoli nel 1974 e ho incontrato Frisk nel 2015. Grazie a lui, un meticcio siciliano, cresciuto a Genova e napoletano d’adozione ho iniziato a guardare il mondo anche attraverso l’osservazione delle altre specie. Kodami è il luogo in cui ho trovato il mio ecosistema: giornalismo e etologia nel segno di un’informazione ad alta qualità di contenuti.
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