9 cuccioli e 4 adulti, per un totale di 13 cani morti tra le fiamme: è questo il bilancio a seguito dell'incendio verificatosi in un allevamento di cani a Nocera Inferiore, provincia di Salerno. L'allevamento era gestito da un giovane del posto e si occupava principalmente di cani di razza Amstaff.
Il rogo si è verificato sabato 28 maggio 2022 verso le 18 del pomeriggio, e secondo i primi rilievi degli inquirenti, la causa è accidentale, attribuita a un malfunzionamento dell'impianto elettrico con conseguente cortocircuito.
«Le indagini su quanto avvenuto procedono», conferma a Kodami la Polizia municipale di Nocera Inferioe. Gli agenti sono stati tra i primi ad intervenire sul posto insieme ai Vigili del fuoco, i quali hanno subito provato a salvare i cani rimasti intrappolati tra le fiamme.
«Stiamo aspettando l'esito del verbale dei Vigili del fuoco per sapere in che modo direzionare eventuali approfondimenti investigativi», aggiungono gli agenti.
A dare supporto ai pompieri anche gli operatori del servizio veterinario del'Asl, i quali purtroppo non hanno potuto fare altro che accertare la morte dei 13 cani, sequestrando i corpi per le indagini autoptiche e ulteriori approfondimenti.
Sentita da Kodami, la Garante dei diritti degli animali della vicina Nocera Superiore, Annalisa Carleo, conferma lo sgomento da parte di tutta la comunità: «Siamo turbati da quanto è successo. Ancora di più perché quell'allevamento era una realtà ignota ai volontari di zona».
In Italia è consentito l'allevamento di cani e la legge ne riconosce due tipologie: l’allevamento amatoriale e l’allevamento professionale. La differenza tra i due sta principalmente nelle dimensioni, viene infatti considerato amatoriale l’allevamento con meno di 5 fattrici e meno di 30 cuccioli nati annualmente.
Le dimensioni dell'allevamento colpito dal rogo sembrano indicare che fosse proprio ricadente in quest'ultima categoria, come confermato anche dalla Polizia: «L'allevamento era di dimensioni molto ridotte, e quasi tutti i cani sono periti nell'incendio, ma si trattava di un'attività amatoriale regolarmente conosciuta dall'Asl locale».
Per fare chiarezza sulla vicenda, però, si attendono i risultati delle indagini delle Forze dell'ordine.