«Un cane libero non è un cane abbandonato. Quando reimmettiamo un cane sul territorio dal quale lo abbiamo prelevato non lo lasciamo a se stesso ma continuiamo a seguirlo a stretto contatto con le istituzioni locali e veterinarie. Questo è ciò che abbiamo fatto a Capua e che continueremo a fare nel resto della provincia», così Vincenzo Desidery, presidente dell’associazione Anpana Fmc ha raccontato a Kodami il progetto in favore dei cani liberi della provincia di Caserta.
Nel corso di un'operazione condotta da numerosi professionisti tra i mesi di marzo e aprile, 12 cani appartenenti a un gruppo stanziato nei pressi di Capua sono stati catturati per essere sterilizzati, microchippati e quindi reimmessi sul loro territorio. Un'azione resa possibile grazie alla collaborazione tra le associazioni del Terzo settore come l'Anpana Fmc con i professionisti di Dog's Town e i veterinari del Criuv, il Centro di Riferimento regionale per l'Igiene Urbana Veterinaria della Campania.
Quello attuato a Capua è però solo il primo di una serie di interventi analoghi, mirati a gestire il randagismo senza chiudere gli animali nei box di un canile. «Il nostro intervento si compone di tre fasi: la prima è stato confrontarci con la popolazione locale, avuto il via libero del proprietario del terreno dove si sono stanziati gli animali siamo passati alla seconda fase, quella operativa. Abbiamo catturato i cani per sottoporli alle cure veterinarie: sterilizzazione o castrazione, antiparassitario; in seguito sono stati microchippati e intestati al Comune di residenza – aggiunge Desidery – Infine sono stati reintrodotti sul territorio. E qui sia apre la fase più importante per noi dell'Anpana Fmc».
Come dovrebbe avvenire sempre quando si libera un cane sul territorio, anche i 12 individui di Capua non saranno abbandonati a loro stessi, ma monitorati dai volontari di zona che si fanno carico del loro mantenimento e della loro salute.
La scelta di intervenire attraverso sterilizzazione e registrazione è motivata dalla necessità di gestire un fenomeno complesso come il randagismo, sottolinea Desidery: «Soprattutto quando ci troviamo davanti a gruppi così numerosi, il rischio che crescano di numero fino a raggiungere decine e decine di individui è molto alto. Quando ciò accade si rischia di inficiare la pacifica convivenza con le persone, inoltre gli stessi cani rischierebbero di subire gli effetti di una forte verso scarsità di risorse, alimentari e non».
I cani liberi, infatti, sono affidati alla gestione delle associazioni che scelgono di farsene carico a titolo gratuito, e anzi, usando i propri fondi per sostenerli quotidianamente. Nonostante i 10 milioni di euro stanziati per gstire il randagismo nella Legge di Bilancio 2022, 8 milioni sono destinati agli Enti locali in dissesto o pre-dissesto allo scopo di costruire nuovi rifugi per gli animali. I restanti 2 milioni sono genericamente destinati a potenziare le «azioni volte a contrastare l'aggravarsi del fenomeno del randagismo».
Per chi vive la realtà dei cani randagi e liberi ogni giorno, però, la soluzione alla proliferazione di animali lasciati a se stessi non è nella costruzione di nuovi rifugi e canili, ma nel monitoraggio dei cani che pur avendo un umano di riferimento non vengono registrati.
Una iniziativa caldeggiata anche dal Garante per i diritti degli animali di Caserta, Giovanni Ferrara, veterinario e direttore della struttura Dog's Town, dove a Natale Kodami ha incontrato Lapo e Barbara.
I canili dovrebbero essere uno stallo momentaneo per i cani recuperati dalla strada, invece vengono visti dalle istituzioni come un punto d'arrivo degli animali. Una situazione incompatibile con il loro benessere che può essere arginato attraverso il controllo sul territorio.
«Oltre al monitoraggio dei randagi – ricorda Desidery – è necessario fare controlli a domicilio, soprattutto nelle province. Una gran parte dei randagi viene dai cani che hanno una famiglia ma che non sono stati né microchippati né dichiarati. In questi contesti avvengono le cucciolate casalinghe, alcuni dei cuccioli vengono dati in adozione, mentre altri vanno a ingrossare le fila dei randagi».
Adesso, Anpana Fmc, Dog's Town e Criuv continueranno il loro impegno sul territorio individuando, sterilizzando e liberando nuovamente i cani.