Da quando l’ufficiale giudiziario ha suonato alla porta della loro casa a Verona, per il pet mate e i suoi 11 gatti è cominciata una vera e propria odissea. Nonostante, infatti, vivessero tutti insieme serenamente e il loro umano non mancasse di nulla nei loro confronti, sia che si trattasse di affetto e coccole, sia di cibo e altri aspetti pratici, quella notifica di sfratto li ha brutalmente divisi.
A raccontare questa storia fatta di cavilli e incomprensioni, è la LAV sezione Verona che si è occupata del caso intervenendo a favore dell’umano e dei mici: «È successo che l’uomo sfrattato non potendo portare subito con sé tutti i felini in una nuova casa che non aveva ancora peraltro, li ha lasciati nell’appartamento in cui hanno sempre vissuto raggiungendo un accordo verbale con il proprietario il quale aveva accettato di farlo entrare in casa per dar loro da mangiare, cambiare l’acqua e pulire le lettiere».
Tutto questo però, purtroppo non è accaduto: «Anzi, il proprietario di casa non solo ha negato l’accesso in casa come pattuito ma, avendo tutta la fretta di rientrare nel pieno possesso del suo appartamento, ha minacciato di liberarsi dei poveri mici abbandonandoli per strada. A quel punto il pet mate, non sapendo a chi rivolgersi, ne ha parlato con una persona che non ha esitato a rivolgersi allo Sportello LAV contro i maltrattamenti di Verona».
Capita subito la gravità della situazione e appurata l’esigenza di intervenire il prima possibile, i responsabili LAV hanno coinvolto immediatamente l'Ufficio Tutela Animali del Comune di Verona che ha subito preso in carico il caso: «Il giorno dopo aver interpellato l’Ufficio Tutela Animali, alcuni addetti del Comune si sono recati sul posto. Hanno intimato al padrone dell’appartamento di aprire la porta e hanno constatato, effettivamente, la presenza dei gatti in casa in condizioni di oggettiva difficolta, visto che non mangiavano da giorni».
A questo punto, però, l’uomo non avendo ancora trovato un alloggio definitivo, è stato costretto suo malgrado a cedere tutti i gatti: «Era in una situazione per la quale non avrebbe potuto far altro per garantire il loro benessere. I mici così, sono stati finalmente portati in salvo presso un rifugio/pensione convenzionato in attesa di essere sterilizzati, perché alcuni non lo erano, e affidati a famiglie che possano prendersene cura. Un’avventura che per fortuna si è conclusa positivamente ma che poteva, invece, avere risvolti ben peggiori se solo non fossimo intervenuti tempestivamente».
In questo caso il pet mate ha rinunciato ai suoi animali, ma se non l’avesse fatto che cosa sarebbe successo, o meglio cosa prevede la legge per gli animali in caso di sfratto degli umani? Lo ha spiegato chiaramente l'avvocato Salvatore Cappai proprio qui su Kodami: «Non esiste una vera e propria norma che dica cosa deve fare lo sfrattato, c'è però una prassi di condotta. Nel momento dello sfratto esecutivo possono succedere due cose: se nell'appartamento c'è l'animale con il suo pet mate, è lui che deve decidere se portarselo dietro o rinunciare a lui. Se in casa si trova solo l'animale, invece, devono intervenire i veterinari dell'Asl trovandogli una sistemazione e se questa, o un'alternativa, non vengono trovate, lo sfratto non può avvenire».
C’è da dire comunque che lo sfratto non avviene improvvisamente ma viene comunicato in anticipo con le notifiche e gli atti esecutivi per cui gli inquilini hanno la possibilità di organizzarsi per tempo su come gestire la presenza dei propri animali: infatti, a seconda delle situazioni, possono contattare le associazioni o i rifugi per chiedere uno stallo temporaneo fino al momento in cui non potranno tornare a riprenderseli o, come in questo caso, per disporre la rinuncia di proprietà affidando gli animali nelle mani dei volontari, non essendo nella possibilità di tenerli con loro.