Grazie alle loro caratteristiche uniche tra tutti i vertebrati, gli uccelli sono gli animali volatori per eccellenza e dominano i cieli del Pianeta con oltre 11mila specie diverse. Ma tra tutte queste varietà di forme e colori ci sono alcune specie che, nel corso dell'evoluzione, hanno perso questa capacità tanto peculiare, diventando uccelli che non volano.
Sono oltre 60 gli uccelli attualmente viventi completamente inabili al volo, a cui vanno aggiunti interi gruppi estinti (tra cui il dodo) e le varie forme domestiche che la selezione artificiale ha trasformato in animali completamente terrestri.
Perché alcuni uccelli non volano
L'incapacità a volare è comparsa più volte e in maniera indipendente nei vari uccelli. Molte specie hanno perso la capacità di volare in risposta all'assenza di predatori, cosa avvenuta soprattutto sulle piccole isole oceaniche. Altri, come i pinguini, si sono invece adattati a una vita completamente acquatica, trasformando le ali in pinne adatte a nuotare.
Anche i paleognati, il gruppo che comprende struzzi, nandù, casuari e altri tra gli uccelli non volatori più famosi, hanno perso la capacità di volare più volte durante il corso del tempo e in maniera convergente.
Alcuni sono diventati grossi predatori, le cui dimensioni favorivano una vita tranquilla completamente terrestre, altri invece, come i kiwi, sono andati ad occupare nicchie ecologiche terrestri solitamente appartenenti ai mammiferi. Non a caso la Nuova Zelanda è il luogo in cui ci sono il numero maggiore di specie di uccelli non volatori, favoriti proprio dall'assenza di predatori e mammiferi.
Le caratteristiche degli uccelli che non volano
La maggior parte degli uccelli incapaci di volare possiede ali molto ridotte, la cui funzione si è trasformata a seconda dei gruppi. Nei paleognati le ali svolgono un ruolo principale nel corteggiamento e nella selezione sessuale, mentre nei pinguini, chiaramente, sono invece fondamentali per muoversi e nuotare sott'acqua.
Nelle altre invece sono quasi completamente vestigiali, quasi scomparse. L'unico uccello non volatore noto per aver perso completamente le ali è stato il gigantesco moa, cacciato fino all'estinzione dagli esseri umani nel XV secolo.
Una altra caratteristica fondamentale è invece l'assenza o la riduzione della carena dello sterno, l'area in cui si attaccano i muscoli pettorali coinvolti nel volo. Il loro sterno è quindi piatto e ha perso la funzione di sostegno ai pesanti ed energeticamente dispendiosi movimenti delle ali.
Tra le altre caratteristiche possiamo trovare anche zampe lunghe e potenti adatte a correre, corpi più tozzi e peso maggiore. tutte caratteristiche che renderebbero difficile il volo, ma che invece a terra possono risultare vantaggiose.
Esempi di uccelli che non volano
Sono oltre 60 le specie di uccelli che non volano tra selvatiche e domestiche, ecco quindi alcune delle più particolari e caratteristiche tra tutte.
Lo struzzo
Lo struzzo è senza dubbio l'uccello non volatore per eccellenza, oltre che il più grande del mondo. Questi buffi e simpatici corridori delle vaste pianure africane non sono in grado di volare (e non mettono nemmeno la testa sotto la sabbia) ma possono raggiungere in corsa velocità davvero notevoli, oltre 90 chilometri orari. Sono inoltre la specie vivente che depone l'uovo più grosso in assoluto: mediamente un uovo di struzzo è lungo 15 centimetri e largo 13 cm, e pesa circa 1,4 chilogrammi. Se ne conoscono due specie diverse, lo struzzo comune (Struthio camelus) e quello somalo (Struthio molybdophanes).
L'emù
L'emù (Dromaius novaehollandiae) è la versione australiana dello struzzo ed è secondo solo a quest'ultimo per dimensioni. Può arrivare fino a 1,9 metri di altezza con un peso che si aggira fra 50 e 55 kg ed è un potente e forte corridore: se minacciato può raggiungere anche i 50 km/h. Si nutre di vegetali e insetti e la femmina depone fino a 20 uova dal colore verde scuro. Sarà però il maschio a covarle e a prendersene cura fino alla schiusa, che avviene dopo circa 7/8 settimane.
Il nandù
I nandù vivono invece in Sud America, tra le vaste praterie aperte dove possono correre alla ricerca di cibo. Molto simile allo struzzo è però di dimensioni ridotte e se ne conoscono due specie, il nandù maggiore (Rhea americana) e quello minore o di Darwin (Rhea pennata), più piccolo e scoperto proprio da giovane naturalista britannico. Alcuni riconoscono anche una terza specie, Rhea tarapacensis, da altri considerata sottospecie del nandù minore.
Il kiwi
I kiwi sono un genere di uccelli di origini neozelandesi che comprende cinque specie diverse. Le sue ali sono così piccole che è difficile anche vederle, ma i kiwi sono conosciuti non solo per il loro aspetto buffo e simpatico ma anche per un'altra caratteristica: producono l'uovo più grande in rapporto alle dimensioni del corpo. La femmina infatti, che è più o meno delle stesse dimensioni di una gallina, depone un uovo che può arrivare a occupare il 30% del proprio corpo.
Il kakapò
Il kakapò è un grosso e curioso pappagallo notturno terricolo e incapace di volare. Vive esclusivamente in Nuova Zelanda e ne sono rimasti circa 200 esemplari. Gatti, ratti e altri predatori introdotti sull'isola sono state le minacce principali per questa specie. Fortunatamente progetti mirati di conservazione stanno facendo crescere lentamente la popolazione.
Il pinguino
I pinguini sono gli uccelli nuotatori (e non volatori) per eccellenza. Le specie variano da 17 a 20, tutte radunate nella famiglia Spheniscidae e vivono quasi esclusivamente nell'emisfero australe, ma non si trovano solo in aree con climi estremamente rigidi, come l'Antartide. In realtà, solo poche specie vivono così a sud mentre molte altre si trovano in zone più miti e addirittura una, il pinguino delle Galápagos, vive a Nord all'equatore. Purtroppo però, quasi tutte le 18 specie riconosciute e valutate dalla IUCN si trova oggi in declino o addirittura rischia seriamente l’estinzione. Ben dieci di queste specie sono infatti inserite in una delle categorie di minaccia della Lista Rossa, cinque come Vulnerabili e cinque In pericolo.
Il casuario
I casuari (Casuarius sp.) sono grossi uccelli frugivori originari delle foreste tropicali di Nuova Guinea, Australia e poche altre isole. Come struzzi, emù, nandù e kiwi non volano e si spostano sulle due possenti zampe che all'occorrenza possono trasformarsi anche in pericolose armi di difesa. Sul dito più interno possiedono un artiglio lungo e affilato simile a un pugnale che può essere lungo oltre 12 cm. Quest'arma temibilissima viene usata per sferrare poderosi calci a chiunque rappresenti un pericolo, uomo compreso. Per questo motivo vengono spesso etichettati come "gli uccelli più pericolosi del mondo".
Lo svasso del lago Titicaca
Diversi uccelli acquatici, come anatre, svassi, ralli e cormorani hanno persona la capacità di volare. Tra questi c'è anche il minacciato svasso del lago Titicaca (Rolandia microptera). La specie vive quasi esclusivamente nel lago omonimo e conta una popolazione totale di appena 750 individui. Pesca, inquinamento e disturbo delle attività umane lo hanno portato a un passo dall'estinzione.
Il tacchino
I tacchini domestici (Meleagris gallopavo domesticus), come i polli e alcune anatra domestiche, non volano a causa del loro peso e delle enormi dimensioni. La selezione artificiale e l'allevamento hanno portato a un aumento considerevoli di carne e muscoli, troppo pesanti per essere sostenuti in volo dalle ali. Gli antenati selvatici, invece, sono ancora perfettamente in grado di volare.
Il gallo
Anche i galli domestici (Gallus gallus domesticus) hanno perso la capacità di volare per gli stessi motivi, anche se alcune razze esili possono compiere piccoli voli su distanze molto brevi. Come per il tacchino, la sua forma selvatica, il gallo bankiva della giungla (Gallus gallus) che è ancora diffuso in buona parte dell'Asia meridionale, è invece perfettamente in grado di volare.