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3 Ottobre 2024
10:23

Uccisioni brutali in allevamento: polli maltrattati prima di finire sugli scaffali del supermercato

Polli afferrati per il collo e fatti roteare, falciati dal trattore o abbandonati agonizzanti: è la denuncia che arriva dall'associazione Essere Animali che ha diffuso le immagini girate all'interno di un allevamento dell'Emilia-Romagna.

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Sono immagini sconcertanti quelle che arrivano da un allevamento situato in Emilia-Romagna. A diffonderle è Essere Animali, associazione per la difesa degli animali allevati a scopo alimentare, che da due anni è impegnata nella campagna internazionale #LidlChickenScandal con cui 20 organizzazioni chiedono a Lidl Italia di «dimostrare un impegno concreto nel migliorare le condizioni di vita dei polli nella sua filiera».

I filmati mostrano ritmi di lavoro incessanti e gravi maltrattamenti durante tutte le fasi di vita dei polli, dallo scarico dei pulcini appena arrivati in allevamento al carico nei cassoni diretti al macello. In quest’ultima fase si vedono gli operatori mentre lanciano senza cura i polli all’interno delle gabbie adibite al trasporto al mattatoio, causando loro ulteriore stress e paura. Una situazione che si potrebbe evitare seguendo la procedura corretta, che prevede invece che i polli vengano depositati nelle gabbie. «Generalmente però  gli operatori non sono incentivati a eseguire la procedura nel modo corretto – spiegano gli attivisti – vengono valutati quasi sempre solo sulla durata delle operazioni invece che sulla presenza di lesioni, fratture o mortalità negli animali. Si tratta di un sistema problematico, che spinge gli operatori a lavorare in velocità, senza alcuna cura della qualità del lavoro stesso».

Un problema quello dello sfruttamento degli animali e dei lavoratori all'interno degli allevamenti era emerse anche nell'ambito di altre indagini della stessa associazione e sono state recentemente documentate anche in Food for profit, il documentario realizzato da Giulia Innocenzi e Pablo D'Ambrosi.

In questi contesti, polli scartati, perché considerati poco sviluppati o malati, vengono presi per la testa e fatti roteare per essere uccisi, mentre la procedura di abbattimento corretta — come indicato dalle linee guida per le buone pratiche di abbattimento della Commissione europea — prevede che vengano sostenuti per le zampe con una mano e con l’altra venga tirato il collo. Anche in questo caso, per rendere più veloci le operazioni, gli animali sono sottoposti a grave stress e sofferenza aggiuntivi a causa di procedure scorrette.

Una volta lanciati nel cassone, sono diversi i polli che sbattono le ali e tentano la fuga, suggerendo che molti sono ancora coscienti e che l’abbattimento non è stato efficace, tanto più che il cassone viene portato fuori dall’allevamento pieno di animali che sbattono vigorosamente le ali in maniera continua e prolungata.

Dalle immagini sembra che almeno un operatore sia consapevole della corretta esecuzione della procedura, che tenta di dimostrare; purtroppo però anche in questo caso non viene portata a termine correttamente e l’animale viene gettato in un secchio mentre ancora mostra movimenti che indicano un possibile stato di coscienza.

«A saltare agli occhi – sottolineano da Essere Animali – è anche il numero elevato di animali scartati a fine ciclo, una conseguenza evidente della selezione genetica delle razze a rapido accrescimento, che spesso causa a questi animali enormi problemi nello sviluppo e nella crescita».

Nel caso di abbattimenti in allevamento, le autorità raccomandano un massimo di 70 polli al giorno per operatore con dislocazione cervicale manuale, per evitare che l’operazione venga portata a termine in maniera approssimativa e minimizzare così il rischio che gli animali non siano correttamente abbattuti. Dalle immagini però sembrerebbe che il cassone abbia raggiunto, se non forse superato, il numero di animali consentito.

«Un altro comportamento altamente lesivo e crudele per gli animali è quello immortalato dai video che mostrano un operatore a bordo di un trattore che schiaccia diversi polli giovani mentre è intento a fresare la lettiera – spiegano dall'associazione – Si tratta di una problematica evidenziata anche da altre investigazioni in allevamenti di fornitori di Lidl, in particolare quelle realizzate in Regno Unito e Austria. Al momento dello scarico dei pulcini per un nuovo ciclo di allevamento, le cassette vengono svuotate molto velocemente, a un’altezza da terra spesso superiore al metro e senza effettuare un controllo dello stato di salute a livello individuale. In questo modo i pulcini vengono letteralmente lanciati, cadendo uno sopra l'altro».

L'associazione Essere Animali aveva già diffuso le proprie pagelle per ogni catena dei principali supermercati italiani relativamente agli standard di allevamento dei polli per la produzione di carne, e i voti non superano il 5.

Brenda Ferretti, responsabile campagne di Essere Animali, ha chiesto alle autorità europee di vigilare sull'operato del colosso tedesco e di tutti gli allevamenti fornitori della grande distribuzione organizzata: «Sono milioni i polli coinvolti nella filiera di Lidl Italia, ma da due anni la catena di supermercati ignora le nostre richieste e si rifiuta di impegnarsi a sottoscrivere lo European Chicken Commitment, una garanzia per l’azienda stessa e per i consumatori di standard minimi più adeguati. In occasione della pubblicazione appena pochi giorni fa del loro impegno a raggiungere il net-zero entro il 2025, Lidl Italia ha affermato: "Agire con responsabilità è il nostro modo di rinnovare ogni giorno la nostra promessa di qualità", ma dov'è il loro impegno nei confronti dei polli? Quanti animali dovranno ancora vivere in condizioni simili a quelle documentate in queste immagini, come in tantissime altre investigazioni in tutta Europa, prima che Lidl decida di agire con responsabilità anche verso di loro? È fondamentale che vengano intraprese azioni concrete per garantire a questi animali condizioni migliori e noi forniamo da tempo queste soluzioni. Chiediamo che Lidl segua l’esempio di quei supermercati che hanno già scelto di proseguire nella direzione indicata dall’ECC».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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