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1 Luglio 2024
9:00

Sono un istruttore cinofilo e ti dico 5 modi per costruire un legame forte con il tuo cane

Esistono delle regole di base per costruire un legame forte con il tuo cane, come la coerenza, l'empatia e il trascorrere del tempo di qualità insieme. Ogni relazione è unica, ma questi e altri punti fermi non andrebbero mai ignorati.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Si parla spesso del fatto che “bisogna costruire una buona relazione con il proprio cane”, ma non è sempre chiaro cosa si intenda. Un forte legame con qualcuno si basa su diversi elementi, proviamo dunque a considerare quali possano essere gli elementi che costituiscono una solida base per il possibile sviluppo di una buona relazione con il nostro cane.

Certamente tra quelli più importanti ci sono la fiducia reciproca, l’intesa, il piacere di stare insieme, la compliance, la comprensione. Tutti questi elementi non sono dati a priori, non sono nella “confezione” del nostro cane quando lo portiamo a casa, ma sono il frutto della convivenza, della frequentazione e delle esperienze condivise. Quindi, un fattore indubbiamente centrale sarà il tempo trascorso insieme nel quotidiano. Questo è un elemento non surrogabile, cioè che non può essere affidato ad altri in nostra vece, come potremmo invece fare con altre cose come, per esempio, le cure mediche (a meno che noi non si sia dei veterinari) e la toelettatura, cosa della quale possiamo anche occuparci noi, naturalmente, ma che spesso deleghiamo ad altri, meglio se professionisti del mestiere.

Lo stare insieme è uno dei pilastri della buona relazione e spesso è uno dei maggiori problemi che si hanno, a causa delle nostre vite assai ricche di impegni, tanto che ai nostri compagni possiamo dedicare solo pochi momenti, dei ritagli del nostro tempo. Ciò nonostante i cani hanno spesso risorse incredibili che gli consentono di sopportare – fino ad un certo punto però – lunghi momenti di inattività e solitudine che non dovrebbero esserci, quantomeno non così di frequente, prima di cadere preda di stress e ansie gravi. Spesso i cani ci dimostrano una grande resilienza e un incommensurabile pazienza, e purtroppo non sempre noi ci dimostriamo altrettanto pazienti con loro.

Vediamo dunque 5 modi, o fattori, che consentono la costruzione delle basi di una buona relazione, che sia appagante per il nostro cane e per noi, dove con “noi” intendo tutti i componenti umani della famiglia. Sorvolerò qui sulla questione della soddisfazione dei bisogni primari, che do per scontata – anche se non lo è sempre – per necessità di sintesi.

1. Una chiara comunicazione coerente

La comunicazione è la base di qualsiasi relazione sana, e quella con il vostro cane non fa eccezione. I cani sono eccellenti osservatori del linguaggio del corpo – spesso molto più di quanto siamo bravi noi in media, nei loro confronti – e apprendono molto bene ad interpretare e codificare i messaggi vocali nonché l’intonazione e l’emozione veicolata dalla nostra voce, ma possono confondersi facilmente se i nostri segnali non sono chiari o coerenti, soprattutto nei primi periodi di convivenza, quando in pratica siamo degli individui che devono ancora imparare a conoscersi.

Per migliorare la comunicazione con il vostro cane si dovrebbero fare diverse cose, tra le quali cercare di informarsi su come i cani comunichino, quali siano le cose da osservare in lui – inutile ricordare che i cani sono una specie molto diversa da noi – e poi prestare attenzione al vostro linguaggio del corpo, ai vostri gesti, la vostra postura, la vostra posizione nei suoi confronti e assicurarsi che il tutto sia in linea con ciò che state cercando di comunicare.

Ad esempio, se state chiamando il vostro cane perché volete che venga da voi, evitate di essere rigidi, di avere un atteggiamento assertivo e un’espressione accigliata, che potrebbero essere interpretate come segnali di disapprovazione da un cane che ancora non ha imparato il nostro peculiare stile comunicativo.

Ricordate anche di premiare la comunicazione da parte del vostro cane, questo avrà un effetto positivo nella relazione in quanto lo spingerà a coinvolgerci, invece che ignorarci, e nel farlo svilupperà sempre meglio l’intesa sapendo di essere compreso e apprezzato. Sopratutto per un cane in età evolutiva questo ha a che fare con il bisogno di appartenenza, con la motivazione affiliativa e, per l’appunto, comunicativa.

Quando il nostro cane ci indica qualcosa, o mostra di avere una necessità (ha bisogno di uscire, ha sentito qualcosa di preoccupante o interessante, eccetera) agire di conseguenza, dimostrandogli di averlo compreso – che non significa per forza assecondarlo in tutto, meglio chiarirlo, vuoi mai – è qualcosa di molto gratificante per lui. A chi non piace essere capiti? Pensate invece quanto è frustrante il contrario.

Affinare la comunicazione tra individui è un processo che si sviluppa man mano che lo si pratica, anche questo non è dato a priori, e gli stili comunicativi divengono peculiari di quella relazione, non sono paragonabili tra loro. Possiamo dire che, fatto salvo per gli elementi di base, poi si instaura una sorta di “dialetto” tra noi e il nostro cane, un modo di comunicare unico. Questo consente l’intesa profonda, che in taluni casi viene scambiata per “telepatia”, quando invece altro non è che una profonda conoscenza tra i dialoganti.

2. Tempo di qualità e attività condivise

Passare del tempo di qualità insieme è cruciale per rafforzare il legame con il vostro cane. Non si tratta solo di quantità, anche se questo fattore è comunque molto importante, ma di qualità del tempo trascorso insieme. Dedicare ogni giorno attenzione al vostro cane, liberi da distrazioni come telefonini e altro, è fondamentale se vogliamo costruire una profonda relazione con lui.

Le attività condivise sono un ottimo modo per creare esperienze positive insieme. Queste possono includere:

  • Passeggiate esplorative: lasciate che il vostro cane annusi e esplori l’ambiente, rispettando i suoi tempi. Questo non solo appaga le sue naturali pulsioni, ma è anche un’esperienza piacevole legata a voi;
  • Giochi interattivi: giochi come, per esempio il tira e molla, la ricerca di oggetti nascosti o il frisbee non solo forniscono esercizio fisico, ma rafforzano anche la cooperazione e l’intesa, sempre se svolti nel modo adeguato e con la giusta gradualità;
  • Training positivo: sessioni brevi coinvolgenti nelle quali insegnare al cane il significato di alcune parole o semplici trucchetti raffinano la grammatica di base della nostra comunicazione condivisa, esercitando anche nel contempo la sua capacità di concentrarsi e memorizzare;
  • Coccole e grooming: il contatto fisico, come spazzolare il pelo o fare le “coccole”, può essere estremamente rilassante e creare un legame sia fisico che emotivo.

Ricordate di variare le attività per mantenere l’interesse del vostro cane e stimolare sia il suo corpo che la sua mente. Attenzione, non a tutti cani piacciono le stesse cose, alcuni, per esempio, possono non gradire troppo il contatto fisico. Quindi non cadiamo nell’errore di generalizzare. Anche in questo caso sarebbe opportuno chiamare in campo la nostra capacità di leggere il linguaggio del nostro cane per valutare i suoi feedback, insomma le sue opinioni sulle nostre proposte.

Per quanto concerne il fattore “tempo” condiviso è vero che è importante la qualità, ma non significa che bisogna assillare il cane ogni istante passato insieme nel fare attività. Tempo condiviso è anche riposare insieme, o essere presenti senza una costante interazione: è anche il semplice sentirsi vicini.

3. Rispetto dei bisogni e dei limiti individuali

Ogni cane è un individuo unico, come dicevamo poc’anzi, con le proprie preferenze e interessi, ma anche con le proprie paure e limiti. Rispettare questi aspetti individuali è fondamentale per costruire un rapporto di fiducia. Nel mio lavoro di istruttore cinofilo vedo molte persone ben intenzionate che involontariamente mettono pressione sui loro cani, spingendoli in situazioni che causano loro profondo disagio, che però spesso passa inosservato.

Ci sono una moltitudine di segnali emessi dai cani che indicano disagio che sarebbe bene conoscere. Sono atteggiamenti, posture, micro-movimenti, che potrebbero non aver alcun significato per noi se non li conosciamo, ma che ci dicono molto sullo stato del nostro cane in una determinata situazione. Molti cani, assai resilienti, si limitano a segnali appena accennati, forti delle loro doti di sopportazione, mentre altri, magari meno tolleranti, possono esprimersi in modo più evidente.

Per esempio, in certe situazioni il leccarsi il naso ripetutamente, lo sbadigliare, il voltare lo sguardo, e molti altri, sono indizi che potrebbero indicare proprio disagio. Rispettare questi segnali e non forzare inutilmente il cane in situazioni che chiaramente lo mettono sotto stress migliorerà la vostra intesa con lui. Quando invece si è distratti, disinteressati, o inconsapevoli, beh, basta osservare, per esempio, alcuni cani trascinati come fossero trolley nella folla, magari dentro a un centro commerciale nella ressa delle feste natalizie, in difficoltà e totalmente ignorati dai loro umani.

Allo stesso tempo, lavorate gradualmente per aumentare la zona di comfort dei vostri compagni animali. In questo caso significa supportare il nostro cane nell’acquisire sicurezza in sé stesso, nel favorire esperienze variegate, ossia nell’incrementare il suo bagaglio di conoscenze in modo graduale. Ciò è funzionale nel diminuire le situazioni che lo preoccupano. Suggeriamo però il supporto di un esperto che possa guidarvi in questo delicato processo, soprattutto se siete inesperti.

Rispettate anche i momenti in cui il vostro cane ha bisogno di “spazio”. Proprio come noi umani, anche i cani a volte hanno bisogno dei loro momenti di tranquillità. Fornite al vostro cane uno spazio sicuro, come un tappetino o una cuccia, riposto in un luogo tranquillo della casa – magari evitiamo i luoghi di passaggio come i corridoi o le porte – dove possa ritirarsi quando ne sente il bisogno, e concordate con tutti in famiglia di rispettare questo spazio, soprattutto con i bambini, che vanno sempre e comunque monitorati nell’interazione con il cane.

4. Coerenza e routine

I cani, specialmente appena arrivati, immersi in un nuovo ambiente e circondati da nuove persone, potrebbero aver bisogno di tempo per adattarsi al meglio, quindi routine e prevedibilità saranno d’aiuto. Stabilire una routine quotidiana coerente può aiutare il vostro cane a sentirsi sicuro e a ridurre un possibile stato d’ansia. Questo non significa che ogni giorno debba essere identico, ma che ci siano elementi di coerenza su cui il vostro cane possa contare.

Cercate di mantenere orari regolari per i pasti, le passeggiate e il sonno. Stabilite anche regole chiare e coerenti in casa. Se, ad esempio, non volete che il cane salga sul divano, assicuratevi che questa regola sia rispettata da tutti i membri della famiglia. Non che vi sia nulla di male in sé e per sé, questo è solo un esempio, ma sicuramente se il gruppo continua a cambiare atteggiamento rispetto a un determinato comportamento ciò sarà fonte di confusione per il nostro cane.

La coerenza si estende anche al vostro comportamento, ovviamente. Cercate di mantenere reazioni coerenti ai comportamenti del vostro cane, sia positivi che negativi. Se un determinato comportamento è premiato in un’occasione e rimproverato in un’altra, anche questo può creare confusione e minare la fiducia del vostro cane in voi per la medesima ragione di sopra. È quindi importante che siate chiari con voi stessi prima ancora che con il vostro cane.

Ricordate, tuttavia, che la coerenza non significa rigidità. È importante essere flessibili quando necessario e adattarsi alle mutevoli esigenze del vostro cane man mano che cresce e si sviluppa. I bisogni di un cucciolo non sono gli stessi di un cane anziano, ovviamente, ma nemmeno di un cane giovane o adolescente. Abbiamo a che fare con un essere in divenire, non con una macchinetta programmabile che ripeterà inconsciamente una serie di script in modo immutabile.

5. Empatia e comprensione

L’ultimo, ma non meno importante, elemento per costruire un forte legame con il vostro cane è l’empatia. Troppo spesso, vedo pet mate che si frustrano con i loro cani perché non “obbediscono” o non si comportano come vorrebbero. Ma i cani non sono robot programmabili: sono esseri senzienti con emozioni, bisogni e desideri propri.

Sforzatevi di vedere il mondo dal punto di vista del vostro cane. Quando si comporta in modo “problematico”, invece di arrabbiarvi, chiedetevi perché potrebbe comportarsi in quel modo. C’è qualcosa nell’ambiente che lo sta stressando? Sta cercando di comunicarvi qualcosa? Ha ricevuto abbastanza esercizio fisico e mentale? Insomma le sue peculiari necessità sono state appagate? In che stato emotivo si trova ora? E così via.

Empatia significa anche celebrare, condividere, i successi del vostro cane, per quanto piccoli possano sembrare. Ogni volta che il vostro cane fa uno sforzo per capirvi o per fare ciò che gli chiedete, riconoscetelo e premiatelo. Questo non solo rafforza i comportamenti desiderati, ma crea anche un’associazione positiva con l’apprendimento e l’interazione con voi.

Ricordiamoci che il legame più forte tra due individui è quello affettivo, frutto di un percorso, della convivenza, di emozioni positive ma anche di pazienza da ambedue le parti. Accettate il vostro cane per quello che è, con tutte le sue peculiarità e imperfezioni. È questa accettazione reciproca che forma la base di un legame veramente profondo e duraturo. E non vale solo nella relazione con il nostro cane, se ci pensiamo bene.

Dunque, tutto ciò richiede impegno costante, l’essere presenti, l’essere partecipi e il desiderio di conoscere l’altro profondamente. Senza questi ingredienti, che maturano col tempo, difficilmente si arriva ad una profonda intesa, tutt’al più alla sopportazione, per la maggior parte delle volte. Se pensiamo di non avere tempo, di non aver voglia di impegnarci, di non poter cambiare nulla della nostra vita, allora forse dovremmo rivedere la decisione di prendere con noi un cane, in fondo non ce l’ha mica detto il medico, no? O forse… sì?

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Luca Spennacchio
Istruttore cinofilo CZ
Ho iniziato come volontario in un canile all’età di 13 anni. Ho studiato i principi dell’approccio cognitivo zooantropologico nel 2002; sono docente presso diverse scuole di formazione e master universitari. Sono autore di diversi saggi.
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