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25 Marzo 2024
13:06

Si può fare il gioco della lotta con il cane oppure no?

La lotta con il cane si può fare, ma bisogna prestare attenzione ad alcuni elementi legati alla personalità del soggetto, alla relazione che ci unisce e al contesto in cui ci si trova.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Il gioco della lotta con il cane è stato a lungo un argomento di dibattito nel mondo della cinofilia. In passato, infatti, molti credevano che potesse sviluppare comportamenti aggressivi. In realtà, però, è ormai noto che la lotta con il proprio cane si può fare, soprattutto se questo gioco diverte entrambi e viene svolto in maniera equilibrata.

Si tratta infatti di un'attività capace di offrire moltissime opportunità di apprendimento e di conoscenza reciproca, a patto di rispettare alcune indicazioni, le quali variano da soggetto a soggetto, ma anche in base al contesto in cui ci si trova e alla relazione di fiducia che esiste tra cane e pet mate.

Per alcuni individui può risultare importante imparare a non utilizzare in alcun modo la bocca durante il gioco, mentre per altri è meglio evitare che lo stato di eccitazione (arousal) sia troppo elevato. Nella maggior parte dei casi è inoltre utile determinare un momento di inizio e uno di fine che siano chiari. In questo modo che il cane non sarà spinto a proporre il gioco della lotta all'interno di contesti inadeguati, come ad esempio al ristorante o in presenza di bambini troppo piccoli, per i quali i movimenti improvvisi e rapidi potrebbero rappresentare un pericolo.

In generale possiamo quindi dire che giocare alla lotta con il cane non sia affatto sbagliato a priori, però è bene decidere consapevolmente quali siano le regole e le situazioni adatte. Inoltre, bisogna assolutamente evitare il rischio di fare del male al cane, perché il gioco è tale solo se rappresenta un divertimento per entrambi. Se non si presta attenzione, questa attività può sfociare anche in situazioni potenzialmente pericolose per entrambi.

Il gioco della lotta: sì o no?

Per dare una risposta a questa domanda bisogna prima di tutto definire cosa si intende quando si parla di "gioco della lotta", ovvero un'attività tra un umano e un cane conosciuto in cui entrambi usano il corpo (con intensità variabile) per generare competizione, con scopo puramente ludico.

È importante sottolineare che si tratta di un gioco da fare solo con cani conosciuti, perché la lotta con i cani di cui non si sa nulla può risultare invece pericolosa, in quanto non si sa quali siano le esperienze pregresse, le fragilità e le preferenze dell'animale.

In passato si credeva che questo genere di attività incentivasse la potenziale aggressività del cane, ma una risposta così assoluta è da considerarsi riduttiva. Vi sono certamente cani con i quali è meglio evitare di fare la lotta (magari perché hanno sensibilità al contatto, sono diffidenti, non apprezzano questo genere di interazione o non hanno vissuto un processo corretto di inibizione del morso), ma per altri rappresenta una modalità per divertirsi insieme. Questo gioco, infatti, è anche una palestra per l'autocontrollo del soggetto, per l'autostima e l'autoefficacia.

Ciò che è veramente importante in questo caso è riuscire ad adattare il gioco alla personalità dell'inidividuo, muovendosi sempre con la velocità e con "l'irruenza" corretta.

Inoltre bisogna abituarsi a iniziare e concludere il gioco in maniera chiara, in modo che il cane sappia qual è il momento in cui si comincia l'attività e quando finisce. Per riuscire in questo intento si può, ad esempio, scegliere di dare il via sempre allo stesso modo e chiudere con un gesto che, nel tempo, diventerà familiare: un vero e proprio rituale.

Per riuscire ad avere questa abilità è importante anche prestare attenzione allo stato di eccitazione e di attivazione emozionale in cui si trova il cane. Se ad esempio è molto agitato e quindi si muove rapidamente e fatica a concentrarsi, prima di interrompere è buona regola avere una fase intermedia in cui lo si aiuta a calmarsi gradualmente. Per farlo si può provare a rallentare progressivamente sia il nostro movimento che la nostra concitazione. Può aiutare anche abbassare il tono della voce, in quanto i toni acuti tendono ad aumentare l'eccitazione.

I cani che ci conoscono bene, in questo modo, saranno spinti a rallentare a loro volta e, con calma, troveranno nuovamente uno stato di eccitazione moderata, che favorisce la concentrazione. Non si può pretendere, invece, che si passi "da zero a cento" e viceversa in un secondo.

Un ulteriore consiglio per riuscire a giocare nel migliore dei modi alla lotta con il proprio cane è quello di interrompere il gioco qualora vi sia un comportamento sgradito da parte sua, come ad esempio l'utilizzo della bocca, un eccesso di eccitazione o altre proposte non gradite.

Infine è bene sottolineare che si tratta di un'attività che smuove fortemente la motivazione competitiva (ovvero il piacere di competere per il gusto di farlo) e ciò significa che alcuni cani (come ad esempio i Pastori Belga, i Border Collie o le razze appartenenti alla categoria dei Terrier) potrebbero avere particolarmente a cuore questo gioco.

Ciò riguarda anche i cani Terrier di Tipo Bull, come ad esempio gli Amstaff o i Bull Terrier. In questo caso è particolarmente importante conoscere approfonditamente il soggetto per capire le modalità più adeguate e, in caso di dubbi, è bene contattare un educatore o un istruttore cinofilo con approccio cognitivo, il quale potrà consigliare l'intera famiglia e guidarla alla scoperta della personalità del cane.

La motivazione competitiva è talvolta davvero molto forte e potrebbe quindi essere utile anche imparare a giocare con altre modalità, sviluppando motivazioni diverse, come quella perlustrativa, quella collaborativa o quella esplorativa, in modo che la lotta non diventi un'ossessione, ma sia invece solo una delle tante opzioni di condivisione.

Quali giochi si possono fare con il cane?

Oltre alla lotta, con i cani si possono fare moltissimi giochi. La scelta più adeguata dipende dagli interessi del singolo soggetto e da quelli dell'umano in questione. Alcuni trovano molto divertenti le ricerche olfattive, che possono venire svolte in spazi molto ampi oppure all'interno di casa, con infiniti livelli di difficoltà.

I segugi, ad esempio, possono seguire una pista olfattiva molto a lungo anche nei prati dove gli odori si confondono tra loro. Il loro fiuto straordinario e la passione per la ricerca (motivazione di ricerca) li porta a non desistere facilmente. Se poi la motivazione perlustrativa è abbinata anche a quella sillegica (tipica dei retriever), gli si può chiedere di riportare l'oggetto che ha cercato.

Altri cani, invece, preferiscono attività più legate alla competizione, come appunto la lotta, ma anche il contendersi una treccia di stoffa o un altro oggetto. L'utilizzo di oggetti durante il gioco va però ponderato con attenzione. Se ad esempio ci abituiamo a giocare con un asciugamano, è possibile che la semplice vista del telo porti il cane a credere che si tratti di un momento ludico anche quando non è così.

Vi sono anche individui che prediligono i momenti in cui ci si relaziona con giochi di attivazione mentale, in cui viene chiesto di ragionare per ottenere un obiettivo. Non dimentichiamo inoltre, che non bisogna sempre rimanere in attività, perché i cani amano trascorre anche il tempo accanto a noi, magari passeggiando senza che venga fatta loro alcuna richiesta.

Insomma, non vi sono regole generali valide per tutti, se non quelle che prevedono la tutela della sicurezza e la piacevolezza condivisa. L'importante è imparare a conoscere le preferenze dell'altro e scoprire con il tempo ciò che accomuna i due, in modo da focalizzarsi sulle varie attività più piacevoli per i protagonisti della relazione.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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