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24 Settembre 2024
17:44

Prince, il cane da pet therapy in corsia a Bergamo: ecco come “lavora” con i pazienti

Il Golden Retriever Prince sarà il primo cane in corsia della Lombardia grazie a “Dog for smile”. Il cucciolone dell'ospedale di Treviglio-Caravaggio porterà un gran numero di benefici ai pazienti ricoverati grazie alla relazione speciale che si instaura tra uomo e animale.

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Il Golden Retriever Prince sarà il primo cane in corsia della Lombardia grazie a “Dog for smile”. Questo progetto, il primo nella regione e il secondo in Italia, porta un amico a quattro zampe nel contesto ospedaliero per supportare le cure dei pazienti in terapia intensiva.

Prince, un cucciolone di Golden Retriever, sta seguendo un percorso di formazione specifico: dopo un periodo di ambientamento nell'ambiente ospedaliero, entro la fine dell'anno inizierà a lavorare a stretto contatto con i pazienti dell'Ospedale di Treviglio-Caravaggio. Il suo compito sarà quello di ridurre lo stress e l'ansia dei pazienti ricoverati in rianimazione, favorendo momenti di serenità e contribuendo al loro recupero fisico ed emotivo. Proprio il beneficio reciproco derivante dalla relazione uomo-animale è al centro di ogni Intervento Assistito con Animali.

Al suo fianco, ci sarà la sua conduttrice Silvia Zambelli, dirigente anestesista, che lo guiderà in questo importante percorso.

Il progetto Dog for smile

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L'obiettivo di questo progetto è migliorare e accelerare il recupero delle funzioni motorie, cognitive ed emozionali dei pazienti critici. L'ASST Bergamo Ovest, infatti, ha deciso di affiancare alle terapie mediche tradizionali anche terapie complementari come la pet therapy. I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono particolarmente vulnerabili e spesso soffrono di disturbi cognitivi, affettivi e comportamentali legati all'esperienza del ricovero.

Il primo ospedale italiano ad aver introdotto la pet therapy in terapia intensiva è stato quello di Rivoli, dove i cani Noah e Cecilia hanno dimostrato l'efficacia di questa pratica e per questo sono anche stati premiati in occasione del Premio fedeltà del cane di Camogli.

La possibilità per i pazienti della terapia intensiva di entrare in contatto con un animale significa aiutarli a riprendere contatto con la vita e quindi con la lunga fase della ripresa, come sottolinea Giovanni Palazzo, direttore venerale dell'ASST Bergamo Ovest: «Non si può parlare di reale umanizzazione se non si garantisce massima attenzione ai settori più critici per i pazienti e familiari. Le terapie intensive rappresentano un luogo di particolare complessità, anche emotiva, con ricoveri spesso lunghi e con pesanti ripercussioni psicomotorie. Abbiamo, quindi, la responsabilità di utilizzare tutti gli strumenti a disposizione. Sono sicuro che il nostro nuovo dipendente a quattro zampe sarà un valido supporto nei percorsi di cura dei nostri pazienti e garantirà con la sua presenza attimi di leggerezza anche ai familiari e ai nostri professionisti».

Quella del direttore non è solo una speranza ma una certezza scientifica ben nota alla comunità che studia l'effetto delle pet therapy sulle persone di tutte le età e sui malati di lunga degenza.

I benefici di un cane da pet therapy in ospedale

I cani da pet therapy in ospedale portano molti benefici alla vita dei pazienti. Proprio come Prince vengono formati appositamente per svolgere un ruolo di supporto terapeutico e lavorano insieme a un team multidisciplinare di esperti, tra cui psicologi, veterinari e altre figure. Tutti insieme si occupano di attività di sostegno che migliorano la qualità di vita dei pazienti grazie alla relazione che si instaura tra uomo e animale.

La pet therapy, o Interventi Assistiti con gli Animali (IAA), consiste in una serie di attività che sfruttano il legame tra l'uomo e l'animale per favorire il benessere psicologico e fisico. Il cane, in particolare, grazie alla sua capacità di empatia e a una serie di abilità, è in grado di entrare in empatia con la persona per ridurre lo stress, l'ansia e la depressione, stimolando la produzione di endorfine, gli ormoni del benessere. Nei pazienti reduci da terapie importanti poi la sua presenza e il suo inviti all'interazione può essere uno stimolo importante per riprendere a lavorare sulla funzionalità di un arto.

Anche il benessere del cane ha un suo ruolo però in questo tipo di lavoro: tra le tante figure impiegate c'è anche quella del coadiutore dell’animale, come previsto dalle linee guida nazionali. È questo professionista a prendere in carico l’animale durante le sedute monitorarne lo stato di salute e di benessere. Addirittura, il medico veterinario dell’équipe può decidere limitazioni all'intervento al fine di salvaguardare il benessere e la salute sia dell’utente che dell’animale stesso. La relazione tra il cane e la persona è infatti sempre reciproca.

Silvia Zambelli, l'umana di riferimento di Prince, ha spiegato: «La Società Italiana di Anestesia e Rianimazione ha pubblicato uno studio scientifico che dimostra l'efficacia degli Interventi Assistiti con Animali nel setting della terapia intensiva. I dati raccolti mostrano una riduzione dell'attività elettrica cerebrale, una variazione della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa, e una diminuzione dei livelli di cortisolo, l'ormone dello stress. Sono convinta che Prince possa portare un grande contributo al reparto, offrendo ai pazienti momenti di conforto e distrazione».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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