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1 Luglio 2024
17:54

«Più cinghiali meno Coldiretti». Nuova azione di protesta degli attivisti

Gli attivisti di Ribellione Animale durante gli ultimi giorni della kermesse sono entrati nel Villaggio Coldiretti di Venezia per protestare con lo slogan: «Più cinghiali meno Coldiretti».

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Nuova azione degli attivisti di Ribellione Animale contro la Coldiretti. Alcuni attivisti del movimento antispecista sono entrati nel Villaggio Coldiretti di Venezia per un'azione coordinata di protesta non violenta con cartelloni con slogan come «Più cinghiali meno Coldiretti».

I manifestanti hanno sostato nell'area espositiva dedicata agli animali "da fattoria" al fine di evidenziare «l'ipocrisia dell'industria alimentare e il modo in cui Coldiretti sfrutta gli animali a scopo di lucro», hanno dichiarato. Con cartelloni antispecisti e cori, il movimento ha richiamato l'attenzione sulle problematiche legate agli allevamenti, intensivi e non, durante la kermesse che, secondo la confederazione degli agricoltori, ha richiamato a Venezia circa 220 mila persone.

Tra i temi affrontati durante l'evento ampio spazio è stato dedicato anche alla questione dei cinghiali, diventata insostenibile per l'organizzazione guidata  da Ettore Prandini: «I numeri sono preoccupanti: 2,3 milioni di animali vagano liberamente causando incidenti stradali con morti e feriti e milioni di danni alle aziende agricole». 200 milioni sono i danni stimati da Coldiretti alle aziende agricole.

Un bilancio che secondo Ribellione Animale non tiene conto dei contributi incassati dalle imprese del sistema agroalimentare. «Va ricordato – hanno dichiarato gli attivisti – che Coldiretti annualmente incassa quasi 35 milioni, più i contributi pubblici. Le risorse vengono usate per pagare profumatamente i dirigenti, attrarre talenti dalle concorrenti e dalle strutture ministeriali. Coldiretti è infatti la principale organizzazione degli allevatori e coltivatori italiani, contante quasi 340 mila aziende iscritte, il 35% del totale censito dalle Camere di Commercio, e detiene il primato anche nella superficie destinata ad allevamenti, quasi il 41% del totale».

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La confederazione si è guadagnata un ruolo di primo piano nel panorama politico tanto da aver trovato posto al tavolo del Comitato tecnico faunistico venatorio nazionale, ricostituito per volontà del ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida.

L'azione si inserisce nel contesto della campagna nazionale Futuro Vegetale, iniziata il 31 marzo con delle azioni coordinate all’interno di alcune catene della Grande Distribuzione Organizzata. Da allora se ne sono susseguite molte altre, alcune delle quali sempre presso sedi o villaggi di Coldiretti, come nelle città di Torino e Palermo. Gli obiettivi della campagna indirizzata al governo sono due: lo stop dei sussidi pubblici agli allevamenti; alle attività ittiche e venatorie; spingere alla riconversione delle aziende in attività a base vegetale.

«Con sempre più frequenza e sempre in più persone, le azioni andranno avanti – è il monito di Ribellione Animale – Finché il governo italiano non smetterà di sussidiare l'industria della morte e non aiuterà le aziende a riconvertirsi in attività a base vegetale, il movimento continuerà a fare pressione fino a che sarà necessario».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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