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22 Settembre 2024
9:00

Marsupiale dell’anno: qual è il tuo preferito?

Il premio "Marsupiale dell'anno 2024" ci consente di conoscere meglio alcune delle specie australiane a maggior rischio d'estinzione e di donare per aiutarli.

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Koala, Quokka e molti altri: i marsupiali sono fra i mammiferi più antichi del mondo ed appartengono alla infraclasse dei Methateri. Essi vivono principalmente in Australia e in America meridionale e dalle informazioni che disponiamo dai reperti paleontologici comparvero per la prima volta in Nord America durante il Cretaceo inferiore, venendo successivamente sostituiti in gran parte del pianeta dai mammiferi Eutheri, a cui apparteniamo anche noi e che conosciamo come "neo placentati".

A differenza dei mammiferi monotremi (come l'echidna), i marsupiali sono dotati di una placenta, che però non è molto efficiente. Questo li costringe a crescere i loro embrioni all'interno di una sacca, il marsupio, che in alcune specie, per esempio il canguro o il koala, assume grandi dimensioni. Le dimensioni di questo organo variano notevolmente, a secondo della taglia dell'animale, della durata dello sviluppo dell'embrione e del piccolo.

Per via dei cambiamenti climatici e della competizione con gli Eutheri introdotti nel loro territorio, quasi tutti i marsupiali oggi esistenti sulla Terra sono in pericolo d'estinzione, come dimostrano gli studi effettuati successivamente al grande incendio che ha devastato le regioni meridionali dell'Australia, nel 2020.

Nel tentativo di salvaguardarne le popolazioni, biologi e attivisti si sono quindi impegnati da diversi anni in molteplici progetti di  conservazione e di sensibilizzazione pubblica, come il premio "Marsupiale dell'anno", che ogni 12 mesi – tramite il contesto di una competizione fotografica – ha l'obiettivo di raccogliere fondi da impiegare nel recupero degli animali selvatici australiani e in progetti di conservazione.

Anche quest'anno l'iniziativa ha selezionato dieci specie particolarmente fotogeniche, che è possibile votare direttamente sul sito ufficiale.

Il koala

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Il koala (Phascolarctos cinereus) è una delle specie che ha subito maggiori danni dai recenti incendi che hanno colpito le regioni meridionali dell'Australia. Buona parte della sua popolazione è infatti morta fra le fiamme e la carenza di foglie di eucalipto ha indotto i sopravvissuti dell'incendio del 2020 a soffrire la fame. Il koala è anche uno degli animali rappresentativi della fauna australiana, tanto che la sua immagine è stata usata come simbolo in banconote, marchi commerciali, loghi ufficiali di città e tanto altro.

Definito dagli statunitensi come "orso koala", questo animale in verità non è imparentato gli orsi, ma è più vicino ai canguri e a tutti gli altri marsupiali dell'Oceania.

Apparentemente tranquilli, i koala possono difendersi in maniera molto violenta contro gli aggressori, usando i loro artigli e i loro denti per provocare profonde ferite ai predatori.  Spesso gli esemplari selvatici provocano profonde ferite anche agli esseri umani, quando quest'ultimi cercano di accarezzarli stupidamente alla testa, scambiandoli per degli animali inoffensivi.

Un tempo molto diffusi in Australia e sufficientemente prolifici, da qualche anno hanno urgente bisogno di aiuto, tanto che la IUCN – l'Unione internazionale per la protezione della Natura – ha deciso recentemente d'inserire questa specie all'interno delle specie a rischio, per favorire la nascita di progetti di conservazione.

Quokka

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Il Quokka (Setonix brachyurus) è un altro marsupiale che ha cominciato ad avere dei problemi con gli incendi degli ultimi anni. La sua specie è inoltre divenuta famosa da qualche tempo sul web per via del suo aspetto apparentemente felice, che ha indotto molte persone a credere che fosse un giocattolo. Sfortunatamente, se toccati anche i quokka si difendono con  profondi morsi.

Questi animali si muovono saltellando come i canguri, ma a differenza di essi sanno anche arrampicarsi velocemente sugli alberi e costruirsi delle piccole tane nel terreno cedevole. Praticamente notturni, i Quokka hanno anche un comportamento alimentare abbastanza disgustoso. Ingoiano il cibo per intero, senza masticarlo, per poi vomitarlo e successivamente rimangiarlo di nuovo, una volta che gli acidi dello stomaco hanno intaccato la sua superficie. In tal modo riescono ad assimilare meglio le sostanze nutritive presenti all'interno del cibo.

Essi vivono nella regione centro-meridionale dell'Australia, nei pressi della costa occidentale, e hanno la particolarità di accumulare grasso sulla coda, così d'affrontare meglio le sfide della stagione estiva.

Vombato dal naso peloso settentrionale

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Uno dei vombati a maggior rischio d'estinzione in assoluto è il Vombato dal naso peloso settentrionale (Lasiorhinus krefftii). Questa specie è l'animale scavatore più grosso del mondo – può crescere fino a 1 metro di lunghezza – ed è in estremo pericolo per via della riduzione del suo areale.

Anch'esso è un animale notturno e di solito emerge dal terreno per mangiare erba e le foglie cadute dagli alberi. Vive in un ambiente abbastanza ostile, nel cuore desertico dell'Australia settentrionale, ma riesce ad accumulare così tante risorse, brucando e nascondendosi sotto terra, che tal volta può raggiungere anche i 35 kg di peso.

Oggi ne rimangono solo 300 esemplari ed è per questa ragione se gli organizzatori della competizione "Marsupiale dell'anno 2024" stanno cercando di ottenere nuovi fondi per aiutare a questa specie di sopravvivere. Sfortunatamente, non a tutti piace il suo aspetto e questo complica gravemente la sua situazione, di per sé già complicata.

Kowari

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Il Kowari (Dasyuroides byrnei) è uno dei marsupiali più piccoli del mondo. Raggiunge a stento i 17 cm, ma bisogna sempre considerare che buona parte del suo corpo è rappresentata dalla coda, con i suoi 13 cm. È anche una delle specie che presenta maggiori difficoltà nel sopravvivere, tanto che inserito nella lista delle specie vulnerabili della IUCN.

Questa specie si alimenta di diversi invertebrati, fra cui molluschi, millepiedi e insetti, ma è noto anche per riuscire a insediarsi all'interno dei nidi degli uccelli per trafugarne le uova.

Un tempo la sua specie era comune in tutta l'Australia centrale, ma l'arrivo dei cani e dei gatti domestici ne ha destabilizzato la popolazione, che si è fortemente ridotta negli ultimi secoli. È un'altra di quelle specie "instagrammabili", che tuttavia si dimostrano parecchio aggressivi se avvicinati e toccati.

Opossum pigmeo di montagna

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L'Opossum pigmeo di montagna (Burramys parvus) è un marsupiale poco noto al grande pubblico, che è stato inserito dalla IUCN e dallo stato australiano nella lista delle specie in pericolo critico d'estinzione. Le sue popolazioni sono estremamente ridotte e sono state colpite dagli ultimi anni dagli incendi. È anche l'unica specie australiana ad andare in letargo e a conservare il cibo come uno scoiattolo.

Vive nelle regioni alpine dell'Australia meridionale e ogni primavera emerge dalla sua tana con l'unico obiettivo di mangiare un sacco di falene Bogong (Agrotis infusa), oltre che bacche e semi. A mettere in maggior pericolo questa specie è stato proprio il calo demografico di questi insetti e delle piante che gli fornivano il cibo primaverile.

Diavolo della Tasmania

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Il diavolo della Tasmania è una delle specie di marsupiali più noti al grande pubblico, per via dei cartoni di Looney Tunes. La sua specie è però in grave pericolo, per via di una strana infezione che si sta diffondendo nella sua intera popolazione e che provoca la comparsa di alcuni tumori facciali.

Sono animali molto aggressivi e feroci e il loro comportamento ha indotto gli scienziati a paragonarlo al diavolo. Tuttavia, sono delle creature che possono dimostrarsi incredibilmente dolci e simpatici, nel caso in cui li si osserva quando sono tranquilli.

Le loro mascelle sono così potenti che sono in grado di piegare piccoli tubi di metallo e questa forza gli consente di mangiare tutto delle loro prede: dalle ossa fino ai muscoli e ai denti.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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