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1 Luglio 2024
18:18

Maiali muoiono di stenti durante il trasporto dall’Ungheria all’Italia: denunciati i trasportatori

Diversi maiali sono morti di stenti mentre viaggiavano dall'Ungheria all'Italia diretti al macello. La Lndc Animal Protection ha denunciato i trasportatori per maltrattamento di animali.

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Dei 100 maiali stipati in un camion nel lungo viaggio dall'Ungheria all'Italia, molti sono morti di stenti. Gli animali provenivano da allevamenti dell'est Europa per essere macellati all'interno degli stabilimenti italiani ed essere così immessi sul nostro mercato alimentare. Prima ancora di arrivare a destinazione, però, il camion su cui viaggiavano gli animali è stato fermato per un controllo da parte della Polizia stradale di Bari, sono stati proprio gli agenti a fare la terribile scoperta.

All'interno del veicolo infatti stavano stipati un gran numero di animali, eccedenti a quanto stabilito per legge date le dimensioni del veicolo. Inoltre, i due autisti non avrebbero effettuato le pause stabilite, anche queste, dalla normativa europea. Gli agenti intervenuti hanno provveduto a elevare una sanzione di 8mila euro e hanno disposto il fermo del veicolo utilizzato. Mentre le associazioni di tutela animale, come la Lndc Animal Protection hanno deciso di sporgere denuncia a carico dei due autisti, di nazionalità polacca, per maltrattamento di animali.

«È ora di dire basta. Non è più accettabile che gli animali vengano sfruttati e torturati in questo modo – ha dichiarato la presidente della Lndc Piera Rosati – Gli animali non sono oggetti, gli animali soffrono e non ci si può più girare dall’altra parte davanti a tutta questa sofferenza. Ogni volta che si compra della carne ci si rende complici di comportamenti come questo, bisogna esserne consapevoli e non nascondersi dietro a un dito. Se poi si vuole continuare così nessuno lo vieta, ma bisogna avere la consapevolezza che dietro l’industria della carne c’è soltanto dolore e sofferenza al di là di quello che fanno vedere le pubblicità».

Anche se può sembrare un controsenso, anche gli animali che sono diretti al macello hanno diritto a essere rispettati e a non incorre in inutili sofferenze. Lo stabilisce il Regolamento europeo 1 del 2005, relativo proprio alla protezione degli animali durante il trasporto. Il testo fornisce proprio un insieme di prescrizioni finalizzate a tutelare i requisiti minimi del benessere degli individui destinati al macello.

Le regole specifiche variano a seconda dell'animale trasportato, ad esempio, è vietato movimentare suini di meno di tre settimane, e ovini di meno di una settimana di vita, questo perché se si trasporta un animale eccessivamente giovane le sofferenze che gli si vanno ad infliggere sono etologicamente insostenibili. I suini, in particolare, possono essere trasportati per una durata massima di ventiquattro ore, e durante il viaggio gli animali devono sempre poter accedere sempre all'acqua.

Condizioni basilari per se rispettate avrebbero permesso di evitare a decine di maiali una morte dolorosa come quella di stenti, cagionata dalla mancanza di cibo e acqua protratta nel tempo. Come ha svelato però l'inchiesta realizzata dall'Anit, la Commissione d’inchiesta costituita dal Parlamento europeo per indagare sul rispetto di queste normative, le regole vengono sistematicamente eluse da chi trasporta animali. Quello di Bari infatti non è un caso isolato.

Secondo il dossier diffuso nel 2023 dalla Corte dei conti europea, sono 289 milioni gli animali – tra bovini suini e ovini – allevati nei paesi membri, e potenzialmente movimentati. A questi si vanno poi ad aggiungere miliardi di polli.

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Fonte: "Il trasporto di animali
vivi nell’UE:
sfide e opportunità"

«Noi di LNDC Animal Protection abbiamo scelto di stare dalla parte dell’amore e del rispetto e per questo abbiamo scelto un’alimentazione a base vegetale, e invitiamo tutti a fare lo stesso. Soltanto così potremo mettere fine allo sfruttamento e alla crudeltà e mostrare realmente di amare gli animali, tutti gli animali, senza distinzione tra serie A e serie B», è l'appello della LNDC.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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