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18 Settembre 2024
15:43

La più grande estinzione della Terra potrebbe essere stata provocata da eventi atmosferici giganteschi

Enormi fenomeni metereologici influenzarono negativamente il percorso evolutivo della vita sulla Terra, almeno per quando si parla della fine del periodo Permiano.

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Un gruppo di ricercatori dell'Università di Bristol ha recentemente pubblicato un articolo su Science in cui sono stati presentati nuovi elementi relativi alla grande estinzione del Permiano. Un evento che viene ricordato dagli scienziati come la più grave ecatombe che ha colpito il nostro pianeta, avendo portato all'estinzione di oltre l'80% delle specie marine e del 70% dei vertebrati terrestri presenti all'epoca.

Per anni i paleontologi si sono domandati cosa avesse provocato un disastro così diffuso, capace di colpire quasi tutti gli ecosistemi terrestri e marini, finché diverse ricerche hanno dimostrato che ad uccidere così tanti animali e piante è stata una tragica combinazioni d'eventi. Alcune eruzioni vulcaniche molte estese avvelenarono infatti l'atmosfera e coprirono buona parte dell'attuale Siberia, mentre alcune alghe e batteri cominciarono a riprodursi in massa, diffondendo pericolose tossine nel suolo e nell'acqua.

Ad amplificare ulteriormente il disastro ci furono però dei grandi eventi atmosferici, simili all'attuale "El Niño", che alterarono così profondamente il clima del pianeta da trasformarne il volto in poche centinaia di anni. Questi fenomeni atmosferici vennero causati dall'aumento delle temperature atmosferiche, provocato dall'emissione di gas serra da parte delle eruzioni e dalla costante instabilità delle correnti oceaniche, la cui scomparsa nel Pacifico ebbe degli impatti significativi sul clima globale.

Per comprendere meglio quanto grandi fossero queste fluttuazioni climatiche, gli autori dello studio – tra cui è da menzionare Paul Wignall – hanno dovuto valutare le differenze di temperature tra i vari periodi geologici tramite gli isotopi di ossigeno conservatisi nei denti dei conodonti, piccoli organismi marini estinti che si trovavano in mare. L'analisi ha così rivelato che la Terra del Permiano subì una drastica fluttuazione di temperature alle medie e basse latitudini, condizione che portò buona parte dei territori a venire costantemente bersagliata da una pioggia incessante.

C'era così tanto caldo e così tanta pioggia che l'intero pianeta sembrava essere avvolta da una fitta nebbia e da una foresta tropicale, solo che a differenza delle condizioni moderne le piante non riuscivano a regolare la concentrazione di gas serra in atmosfera, morendo in massa per l'eccessive temperature.

Buona parte delle specie presenti dovette quindi tentare di adattarsi al caldo crescente e alla scarsità di cibo, una condizione che favorì quelle creature che consumavano poche risorse e compivano le loro attività di notte. In mare la situazione divenne però tragica quando l'innalzamento delle temperature e la concentrazione di gas serra in acqua cominciò a essere insostenibile per moltissime specie, che iniziarono a morire l'uno dietro l'altro, finché i livelli d'inquinamento non si abbassarono ai livelli del periodo precedente, il Carbonifero.

Paradossalmente, è stato grazie a queste condizioni estreme se alla fine del Permiano si sono evolute diverse creature che hanno poi dominato nell'era successiva, il Mesozoico, come per esempio i mammiferi, gli pteranodonti e gli stessi dinosauri.

Bibliografia
Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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