Il leone con tre zampe che ha compiuto la più lunga nuotata mai registrata ha trovato una femmina

Il leone a tre zampe Jacob ha compiuto la più lunga nuotata mai registrata per la sua specie spinto dalla ricerca di nuove femmine disponibili, e ci è riuscito, ma le cose non sono andate proprio come sperava. Ce lo racconta il ricercatore Alex Braczkowski, che ha seguito tutta la sua storia.

12 Luglio 2024
13:28
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Intervista a Dott. Alex Braczkowski
Biologo della conservazione che ha seguito l'impresa di Jacob e Tibu
Immagine
Jacob (Credit Alexander Braczkowski)

Il leone Jacob ha compiuto la più lunga nuotata mai registrata per la sua specie spinto dalla ricerca di nuove femmine disponibili, e ci è riuscito, anche se le cose non sono andate esattamente come si aspettava. Lo rivela a Kodami Alex Braczkowski, biologo della conservazione che ha seguito l'incredibile vicenda.

«Il numero di femmine era diventato esiguo, nell'area la popolazione di leoni si è ridotta del 50% negli ultimi 5 anni», spiega lo studioso, e in questa riduzione un ruolo significativo è da attribuirsi al conflitto tra persone e selvatici.

Jacob ha compiuto l'impresa con suo fratello Tibu, due leoni del Queen Elizabeth National Park, in Uganda che la notte del primo febbraio 2024 sono stati ripresi mentre attraversavano il Kazinga, il fiume che collega due laghi George ed Edward. Hanno nuotato per oltre 1,5 chilometri compiendo la più lunga nuotata mai registrata per dei leoni, e lo hanno fatto in un fiume con un'alta densità di ippopotami e coccodrilli. L'impresa è resa ancora più straordinaria perché Jacob ha solo tre zampe, è rimasto infatti vittima della trappola di un bracconiere nel 2020. L'incidente lo ha privato dell'uso della zampa posteriore sinistra, ma non della voglia di accoppiarsi.

Il leone ha stretto quindi un'alleanza con il fratello e insieme per ben tre volte hanno tentato la traversata, ma sono stati costretti a tornare indietro a causa dell'inseguimento di un altro animale, probabilmente un conccodrillo o un ippopotamo, come mostrano i video. È stato possibile seguirli e documentare l'impresa grazie a telecamere e droni ad alta definizione per il rilevamento del calore.

Jacob e Tibu sono stati costretti a compiere un'impresa mai tentata prima spinti dall'assenza di femmine disponibili. La competizione per le leonesse all'interno del Parco è feroce e i due poche ore prima di nuotare avevano perso una lotta. Il loro scopo era quindi quello di raggiungere le femmine sull'altro lato del canale. E ci sono riusciti.

«Hanno trovato una femmina – conferma Braczkowski a Kodami – per il momento sappiamo che Tibu si è accoppiato, ma di Jacob non siamo sicuri, e non sappiamo se avrà prole». La traversata da record è oggetto di uno studio condotto congiuntamente dalla Griffith University e dalla Northern Arizona University. Braczkowski, del Griffith's Centre for Planetary Health and Food Security, ha guidato l'équipe che ha filmato il duo di leoni mentre attraversavano il fume Kazinga.

Una impresa che secondo  Braczkowski potrebbe diventare sempre più frequente, e alla domanda se sia stato il conflitto con l'uomo a spinto i due leoni a nuotare verso la sponda opposta del Kazinga il ricercatore conferma di sì: «Ci sono 60mila persone che vivono nell'area del Queen Elizabeth National Park, qui ci sono circa 11 villaggi di pescatori e anche allevatori. È un esempio drammatico di un parco nazionale dell'est Africa in cui vivono non solo selvatici ma anche tante persone, e spesso hanno conflitti».

Qui, come spiega lo studio pubblicato su Ecology and  Evolution, il tasso di bracconaggio è altissimo. Gli allevatori, stremati dalla difficile situazione politica e gestionale dell'area, considerano i leoni una minacce alla sopravvivenza economica. Il conflitto ha toccato il suo picco nel 2018 quando 11 leoni morirono dopo aver mangiato una carcassa avvelenata. Una probabile ritorsione contro gli attacchi al bestiame da parte dei predatori, mai risarciti dalle autorità locali.

«Fino a quando le popolazioni umane continueranno a espandersi così è molto probabile che i conflitti con la fauna selvatica aumenteranno. E succederà fino a quando le strategie di conservazione non considereranno anche le persone che vivono su questi territori», conclude il ricercatore. Braczkowski ha condotto uno studio a lungo termine sui leoni africani e altri predatori nel Queen Elizabeth e in altri parchi nazionali ugandesi. Dal 2017 collabora con il governo locale nel dipartimento della fauna selvatica per censire i leoni e gli altri predatori.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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