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16 Aprile 2024
14:08

Il cane sceglie il suo umano di riferimento?

Sì: un cane sceglie il suo umano di riferimento. E lo fa non solo per affetto o "amore puro", ma per motivi legati alla stima e alla fiducia che prova nei confronti di un dato individuo nel contesto di una sana relazione.

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Sì: un cane sceglie il suo umano di riferimento. Lo fa consapevolmente, non solo per questione di affetto o "amore puro" come ancora piace a tanti pensare, ma per motivi legati alla stima e alla fiducia che prova nei confronti di un dato individuo nel contesto di una sana relazione. Afferendosi alla persona che è più in grado di comprendere le sue motivazioni, ovvero i bisogni e i desideri che ha ogni singolo individuo al di là delle caratteristiche di razza e indipendentemente dall'accudimento fisico, un cane sceglie e mostra la sua scelta chiaramente sia in un rapporto a due che in una dinamica familiare con più persone a cui "distribuisce" in maniera diversa la sua attenzione.

Cosa significa quando un cane ti sceglie

Un cane sceglie in base a diverse valutazioni che fa della persona o delle persone che gli sono accanto. Recentemente è stato provato scientificamente che i cani ci giudicano anche. I cani sono animali sociali che in natura condividono la vita con altri simili (non tutti, in questo articolo cerchiamo di generalizzare per dare un'idea della specie ma ricordiamo sempre che ci sono differenze tra cani e cani) e che formano legami diversi a seconda della personalità di ognuno e del ruolo che ha. Si parla, infatti, in etologia di "ruoli" e "ranghi" e con questi termini si va oltre al concetto di dominanza come comunemente viene interpretato: non è una questione legata al "seguo chi è il più autoritario" ma a una forma di rispetto che viene attribuita a chi ha doti di leader, che non vuol dire poi che il cane di famiglia non riconosca in altri soggetti, appunto, altri affetti importanti.

Si può dunque ragionare in termini di autorevolezza che il cane riconosce in una persona che diventa il suo punto di riferimento. È un concetto importante da comprendere, soprattutto quando nei contesti della famiglia umana ci sono più individui e si innesca quel meccanismo tutto umano per cui c'è, ad esempio, una persona a cui il cane afferisce sempre per avere la pappa e un'altra a cui è proprio legato in quanto referente "scelto". Quante volte, del resto, capita nelle famiglie che si sente qualcuno dire: "Ma guardalo! io lo curo in tutto, gli dò il cibo e poi lui preferisce stare con mio figlio…". Ecco, poi si scopre che l'altra persona però lo porta in passeggiata in natura perché sa che a lui piace tanto annusare e correre, lo fa incontrare con altri cani che sono i suoi amici del cuore o, ancora, lo coccola la sera prima di andare a dormire insieme. Questo potrebbe dunque essere il classico esempio per capire cosa significa quando un cane sceglie e il primo passo è appunto comprendere che Fido sa bene chi fa cosa per il suo benessere e che quest'ultimo, però, non passa solo attraverso l'accudimento che si traduce in cibo e cure ma soprattutto nel voler stringere un legame stretto in cui si sente visto e considerato in base alla sua personalità.

Come fa il cane a scegliere il suo umano

Per rispondere a questa domanda è molto importante partire dal cucciolo e conoscere quella che viene chiamata la fase di attaccamento primario: ovvero il legame di attaccamento con la mamma. È una fase della vita fondamentale per l'evoluzione dell'individuo e anche della futura relazione con gli esseri umani perché chi si prenderà cura di lui sarà praticamente sostitutivo del rapporto che aveva con lei.

È dunque importante conoscere le basi dell'attaccamento dei cani, animali sociali e pro sociali che creano legami affettivi con la famiglia di origine e che questo tipo di relazioni poi, se conosciute e valorizzate dagli umani, si replicano nel contesto del rapporto uomo-cane.

L'attaccamento primario è il legame affettivo che si crea tra due soggetti (madre e cucciolo) e le sue caratteristiche principali sono quelle di essere durevole nel tempo, di influenzare quella che sarà la personalità del piccolo e di conseguenza le interazioni che avrà con altri simili e non e il suo modo di stare al mondo. Senza andare troppo in profondità in questo contesto, grazie agli studi dello psicologo John Bowlby in particolare, sono stati poi definiti stili diversi di attaccamento e in base a questi il futuro adulto avrà la sua modalità di interagire che dipenderà anche dal rapporto che si instaurerà con la persona che lo adotterà: una fase altrettanto importante che determina quello che viene definito "legame di attaccamento secondario".

In uno studio recente è emerso che, come accade per i bimbi, la maggioranza dei cani mostra lo stile di "attaccamento sicuro". Vuol dire che Fido prova uno stress gestibile quando  il compagno umano lo lascia da solo in un ambiente sconosciuto, che si conclude senza strascichi nel momento del ricongiungimento. C’è, però, anche una minoranza di “insicuri” che, invece, non si calma e di “insicuri evitanti” che manifestano il disagio attraverso un'apparente indifferenza, focalizzando la loro attenzione su altro.

Un cane che ha un buon attaccamento con le persone che lo circondano e, a maggior ragione, con quella che ha scelto come suo riferimento umano – dunque in buona sostanza in sostituzione della genitrice – lo mostra con la ricerca di contatto e desiderio di prossimità e condivisione di esperienze. Un buon attaccamento è dunque il primo elemento che ci fa capire cosa significa per un cane scegliere una persona: trovare un punto di riferimento coerente, affidabile, chiaro che lo percepisce come individuo a sé perché ne ascolta le necessità, conosce e riconosce i suoi bisogni che non sono solo legati al soddisfare la richiesta di alimentazione o la cura della salute ma, soprattutto, a renderlo felice nel vivere i suoi interessi. Questa persona è praticamente quella che gli dedica più tempo di qualità, ovvero non necessariamente ore passate insieme senza far nulla o come se il cane non ci fosse ma momenti di condivisione vera, anche nel relax.

Come capire se il cane ti ha scelto

Come ha scritto Luca Spennacchio, istruttore cinofilo e membro del comitato scientifico di Kodami, «il motivo per cui i cani amano le persone è ancestrale e dipende da tanti fattori da analizzare proprio partendo dalle radici antiche comuni di questo rapporto che abbiamo con loro. Il legame tra cani e umani è il risultato di millenni di relazione, rafforzato da fattori biologici, sociali ed emotivi. Questo rapporto speciale è basata su amore, fiducia e comprensione reciproca, rendendo i cani non “solo” animali domestici ma veri e propri compagni di vita».

Con questa premessa è chiaro che il rapporto esclusivo che si crea tra una persona e un cane è una relazione unica e speciale che affonda addirittura le sue radici alla notte dei tempi. Ancora non si sa con precisione quando è iniziato questo rapporto che viene definito di co evoluzione per quanto sia forte anche l'influenza di questo specifico animale nella vita degli esseri umani ma si parla di almeno 30 mila anni fa.

Capire che il cane ha scelto proprio quella persona specifica è, in fondo, legato alla personalità di ognuno. È infatti sempre importante ricordare che a seconda della razza e della soggettività cambiano gli atteggiamenti da individuo ad individuo ma che sia un nordico o un molosso il cane avrà sempre un chiaro interesse a vivere la vita al fianco della persona di riferimento. Un Levriero come il Galgo, ad esempio, non lo farà necessariamente cercando il contatto fisico, ma state certi che raramente staccherà gli occhi dal suo umano. Un Cane Corso, invece, amerà condividere anche il più piccolo spazio sul divano – incurante della sua stazza – per dare e ricevere affetto fisico dal suo pet mate e un cane da caccia sarà felicissimo quando si andrà insieme a cercare tracce olfattive in un bosco.

Sempre cercando di non correre il rischio di generalizzare troppo, in conclusione, il cane che ci ha scelto cercherà con il suo "migliore amico" appunto il contatto visivo, quello fisico e vorrà condividere i momenti di gioco e di tranquillità. Riconoscere questi momenti è, in fondo, riconoscere la relazione e capire che stare insieme è sempre qualcosa che funziona se entrambi i soggetti coinvolti si sentono, quando sono insieme, semplicemente appagati.

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Diana Letizia
Direttrice editoriale
Giornalista professionista e scrittrice. Laureata in Giurisprudenza, specializzata in Etologia canina al dipartimento di Biologia dell’Università Federico II di Napoli e riabilitatrice e istruttrice cinofila con approccio Cognitivo-Zooantropologico (master conseguito al dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Parma). Sono nata a Napoli nel 1974 e ho incontrato Frisk nel 2015. Grazie a lui, un meticcio siciliano, cresciuto a Genova e napoletano d’adozione ho iniziato a guardare il mondo anche attraverso l’osservazione delle altre specie. Kodami è il luogo in cui ho trovato il mio ecosistema: giornalismo e etologia nel segno di un’informazione ad alta qualità di contenuti.
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