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5 Settembre 2024
13:58

I designer dogs si ammalano di più rispetto alle razze originarie? Un nuovo studio dice di no

Peekapoo, Pomsky, Cockapoo, Labradoodle: vengono chiamati designer dogs e sono a tutti gli effetti di meticci venduti a migliaia di euro. Ma questi cani nati dall'incrocio di razze diverse si ammalano davvero di più? Uno studio ha provato a fare chiarezza.

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Sono stati chiamati designer dogs e già questo nome fa comprendere che la selezione di questi cani è partita per finalità principalmente estetiche. Si tratta infatti di individui creati dagli esseri umani per avere caratteristiche morfologiche che fanno presa sulle persone e che nascono specialmente tra incroci di razze particolarmente docili nei confronti degli umani o che hanno caratteristiche fisiologiche che danno “meno fastidio”, come la minore produzione e diffusione di allergeni (motivo per il quale il Barboncino è quasi sempre presente come razza d’origine).

Da ciò sono nati ad esempio i Peekapoo (incrocio Barboncino e Pechinese), i Pomsky (incrocio Volpino di Pomerania e Siberian Husky), i Cockapoo (incrocio Cocker Spaniel e Barboncino), i Labradoodle (incrocio Labrador e Barboncino) e i Cavapoo (incrorcio Cavalier King Charles Spaniel e Barboncino). Si tratta di cani che sono a tutti gli effetti dei meticci cui viene dato un nome che fa presa a livello di marketing e per i quali le persone spendono migliaia di euro.

L’inventore di quella che nel tempo è appunto diventata una moda a cui il business ha dato e continua a dare sempre più seguito a causa della grande domanda, è stato Wally Conron nel 1989. Il primo soggetto che aveva selezionato si chiamava Sultan e lo fece perché voleva aiutare una donna hawaiana priva della vista ad avere un compagno canino che non provocasse allergia al marito.

Nel settembre del 2019, a distanza di 30 anni dalla nascita di Sultan, Conron ha però pubblicamente dichiarato di aver commesso un errore in un’intervista pubblicata in un podcast sulla radio australiana ABC. In particolare l’ormai novantenne allevatore ammetteva che aveva così dato il via a una «tendenza pericolosissima. Ho aperto un vaso di Pandora e liberato il mostro di Frankenstein». Ciò perché, come sottolineato dallo stesso Conron «ci sono persone spietate e senza etica che allevano cani per venderli a prezzi altissimi assecondando un mercato di persone che non badano a loro volta alla salute degli animali».

La selezione estrema e non naturale, infatti, ha portato a soggetti con gravi patologie e da tempo ci si interroga relativamente al loro benessere ma ora un nuovo studio, pubblicato su PlosOne, paragonando tre tipologie di designer dogs con cani che appartengono alle razze da cui derivano ha messo in luce che questi cani non si ammalano di più rispetto alle razze originarie da cui derivano.

Il confronto tra i designer dogs e le razze da cui sono nati

Le tre tipologie di cui si sono occupati i ricercatori del nuovo studio sui Designer Dogs sono Cockapoos, Labradoodles e Cavapoos. Prima di evidenziare i risultati della ricerca, proviamo a descrivere le caratteristiche di questi soggetti e cosa hanno ereditato dai loro “genitori di razza”.

Cockapoo

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Il Cockapoo è un incrocio tra Cocker Spaniel e Barboncino, solitamente il Barboncino nano. Viene anche chiamato “Cockerpoo” e nasce da quella che era una consuetudine negli Usa, sin dagli anni 60, di incrociare le due tipologie quando ancora non era un fenomeno di moda. Dagli Usa al Regno Unito, poi, questo incrocio ha fatto breccia nei desideri di molte famiglie, tanto da diventare nel 2022 tra i cani più costosi in Inghilterra e a toccare durante la pandemia, secondo un articolo pubblicato sulla BBC, il prezzo di 2.800 sterline (168% in più rispetto all’anno pre Covid-19).

In genere, i Cockapoo sono definiti cani estremamente amichevoli, molto collaborativi ed affiliativi, motivazioni e caratteristiche che hanno ereditato principalmente dal Barboncino e che del Cocker conservano la vitalità e parte dell’estetica. Nella selezione è stato privilegiato il Cocker Spaniel americano e quando invece si tratta di un incrocio con quello Inglese prende il nome di Spoodle.

Il manto di questi cani è riccio e poco peloso e, secondo gli allevatori, è particolarmente indicato per chi soffre di allergie. Dal punto di vista delle patologie nel tempo si è riscontrato che vanno incontro a problemi alle orecchie (otiti e malattie vestibolari ad esempio), all’apparato gastrointestinale e alla pelle (allergie e dermatiti). Presentano spesso anche problemi alla vista, poiché i Cocker Spaniel possono essere soggetti al glaucoma ed entrambe le razze hanno collegamenti con l'atrofia progressiva della retina. Inoltre soffrono di displasia dell'anca, un problema articolare comune nei Cocker.

Labradoodle

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È la tipologia di designer dog di cui più “ci si innamora”. Sia perché è quella più nota, visto il successo di Sultan, il primo esemplare nato in Australia, sia perché l’estetica colpisce moltissimo a fronte dell’incrocio di due razze particolarmente adorate dagli uomini, tanto per la docilità del Labrador quanto per l’estetica e l’intelligenza del Barboncino.

Le origini di questo designer dog sono quelle che abbiamo precedentemente raccontato con “l’invenzione” di Wally Conron. In genarale, il Labradoodle viene definito come un cane intelligente e socievole che unisce il carattere docile e collaborativo dei Labrador (che ormai sono considerati oltre che cani da famiglia anche “cani da servizio” nell’assistenza agli umani) e che del Barboncino ha ereditato la caratteristica del pelo che contiene meno allergeni nonché la sua intelligenza e vivacità.

In Australia sono chiamati "Cobberdog" e sono riconosciuti come razza dal Master Dog Breeders and Associates che ha acconsentito a registrarlo a condizione che la parola "Labradoodle" non venisse utilizzata per garantire una selezione attenta al benessere dei soggetti.

Si tratta di cani “ipoallergenici” che non perdono pelo e le patologie più riportate sono la displasia dell'anca e problemi alla vista, ovvero malattie comuni alle razze dei genitori e ci sono stati anche casi di disturbi neurologici, tra cui l'epilessia.

Cavapoo

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Si chiama Cavapoo se è selezionato in Usa o Gran Bretagna e Cavoodle in Australia. In ogni caso è un incrocio tra un Cavalier King Charles Spaniel e un Barboncino. Le origini, anche in questo caso, risalgono a una selezione operata negli anni 50 in Australia, sebbene alcune fonti di allevatori riportino che all’epoca la taglia fosse più piccola.

Per questa tipologia, senza ripetere quanto già detto sulle caratteristiche fisiche e caratteriali del Barboncino, è stato preferito quello di dimensione toy o di taglia piccola.

Dal punto di vista caratteriale la scelta del Cavalier fa pensare alle motivazioni di questa razza che già di suo è stata estremamente selezionata per “vivere per l’uomo” come animale da compagnia sempre di più, tanto da far dimenticare le sue origini di cacciatore e che ha subito modificazioni estetiche tali da procurargli gravi patologie essendo un cane brachicefalo. 

Cosa è emerso dallo studio

Nel titolo dello studio c’è un termine già molto indicativo: “The Doodle dilemma”. Il team del Royal Veterinary College di Hertfordshire, in Inghilterra, si è infatti interrogato a distanza di tanti anni dalle prime selezioni di designer dog per capire «come è la salute fisica dei cani Cockapoo, Labradoodle e Cavapoo rispetto alle razze progenitrici di razza pura».

Pubblicato su PlosOne, la finalità dei ricercatori era quella di dare informazioni corrette – vista la grande richiesta – alla popolazione in modo che la decisione di vivere con un cane di questo tipo, qualora non ci siano problemi legati strettamente alla salute, dipenda dalla conoscenza effettiva dell’importanza di vivere con un cane a prescindere dall’estetica e conoscendo le patologie. «Prove migliori sulla salute dei cani incrociati potrebbero aiutare i potenziali acquirenti a prendere decisioni migliori quando scelgono», hanno infatti scritto gli esperti nell’articolo.

Nello studio è stato fatto un sondaggio rivolto a persone che vivono nel Regno Unito e che hanno scelto tre «comuni incroci di razza», ovvero quelli che abbiamo appena descritto: Cavapoo, Cockapoo e Labradoodle e a persone che convivono invece con soggetti delle loro razze progenitrici (Cavalier King Charles Spaniel, Cocker Spaniel, Labrador Retriever e Barboncino) per raccogliere informazioni sui disturbi di salute. L'analisi ha tenuto conto di diversi fattori tra cui età, sesso, stato di sterilizzazione ed età e sesso delle persone di riferimento.

Le probabilità per i 57 disturbi più comuni sono state confrontate tra i tre incroci di razza con ciascuna delle loro due razze progenitrici. Gli autori sono arrivati a questa conclusione: «Le probabilità non differivano in modo statisticamente significativo tra gli incroci di razza e le loro razze progenitrici nell'86,6% dei confronti. Gli incroci di razza avevano probabilità più elevate per il 7,0% dei disturbi studiati e probabilità più basse per il 6,4%».

Tra i disturbi per i quali gli incroci esaminati hanno un rischio più elevato rispetto ai Barboncini, ad esempio, c'erano problemi al tratto gastrointestinale e tra i designer dog c’è una probabilità maggiore di infezioni alle orecchie rispetto ai cani di razza pura. I Cockapoo, in particolore, avevano maggiori probabilità di sviluppare prurito alla pelle. Al contrario, sia il Labradoodle che il Cockapoo hanno mostrato un rischio inferiore di lussazione della rotula rispetto ai Barboncini.

Questi risultati suggeriscono differenze limitate nello stato di salute generale rispetto ai loro progenitori di razza pura ma ciò significa comunque che le patologie sono presenti a prescindere dalla tipologia dei cani e che dipendono dalla cura e dall’attenzione tanto nella selezione quanto nella scelta delle persone. Vuol dire, in conclusione, che in generale bisogna badare al benessere dei cani da parte di chi vende e di chi compra, a prescindere dalla tipologia che si sceglie.

Le informazioni fornite su www.kodami.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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Martina Campanile
Istruttrice cinofila
Sono istruttrice e riabilitatrice cinofila con approccio Cognitivo-Zooantropologico, mi occupo di mediare nella relazione tra cane e umano: sin da piccola è un tema che mi ha affascinato e appassionato. Sono in continuo aggiornamento e penso che non si smetta mai di imparare, come mi insegna ogni giorno Zero, un meticcio sardo che è il mio compagno di vita.
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