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19 Settembre 2024
12:00

Gli orsi polari non bevono: ecco come fanno a restare idratati

A differenza di molti altri mammiferi, l'orso polare non assimila l'acqua bevendo dalle pozze di acqua dolce che riesce a trovare nel suo areale, poiché ciò potrebbe provocargli diversi problemi.

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Gli  orsi polari (Ursus maritimus) sono fra i mammiferi meglio adattati alle temperature glaciali e alla carenza di cibo, riuscendo a digiunare anche per mesi durante l'inverno grazie ai loro depositi di grasso isolante che dispongono sotto la pelliccia.

Sono anche i predatori più grandi delle terre emerse, riuscendo a superare per dimensioni qualsiasi altro carnivoro: dai leoni alle altre specie di orsi. Visto che sono abituati anche a nuotare, per raggiungere gli isolotti e gli iceberg in cui  vivono e si riposano le loro prede, all'inizio vennero scambiati dai biologi persino per animali completamente adattati alla vita marina, quando tutt'al più possono considerarsi degli animali anfibi.

Una delle curiosità più interessanti di questi animali è però legata alla loro capacità di sopravvivere in uno dei luoghi meno ospitali della Terra senza praticamente bere. D'altronde, le distese di ghiaccio in cui vivono somigliano dal punto di vista meteorologico (non climatico!) a un deserto. Le precipitazioni ai poli sono scarse. L'aria è arida, per via del freddo, e quasi tutta l'acqua liquida disponibile ghiaccia velocemente sulla superficie degli icerberg o finisce in mare.

Bere acqua di mare sarebbe inoltre controproducente per gli orsi, visto l'elevata concentrazione salina che gli causerebbe problemi a diversi organi, tra cui i reni. Come fanno quindi a sopravvivere? Stranamente, per questi animali mangiare e bere equivale praticamente alla stessa cosa, visto che buona parte dei liquidi che assumono proviene dalle prede.

È vero che gli orsi polari non bevono?

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Sono diverse le ragioni che portano gli orsi polari a non bere la poca acqua liquida che riescono a trovare lungo le loro peregrinazioni sul ghiaccio. Innanzitutto, è stato dimostrato che anche per loro bere acqua molto fredda, la cui temperatura è vicino al punto di congelamento, è pericoloso, in particolare quando sono sottoposti a delle temperature rigide. Per difendersi dal freddo questi animali hanno evoluto folte pellicce e spessi strati di grasso e bere acqua gelida equivarrebbe quindi a consentire al freddo di trovare una strada privilegiata verso gli organi interni che dal punto di vista metabolico sono molto importanti per l'omeostasi termica.

Lo stesso si può affermare per quanto riguarda mangiare la neve o il ghiaccio nel tentativo di ottenere dell'acqua disciolta. Prendere a morsi la neve gli provocherebbe delle ferite alla bocca, simili ad afte, danneggiando lo strumento principale che usano per mangiare. Seguire questa strada quindi risulta per loro difficile.

Per quanto riguarda infine l'acqua presente nei mari che bagnano l'Artico, proprio perché ricca di sali è leggermente acida, una condizione che potrebbe provocare agli orsi diversi squilibri chimici, capaci di provocargli convulsioni, e gravi danni agli organi interni.

La situazione migliora leggermente durante il disgelo e l'estate, soprattutto per quegli orsi che si dirigono verso sud, alla ricerca di prede, ma anche in questo caso questi animali prediligono di gran lunga non bere, scegliendo di trascorrere il loro tempo principalmente a caccia.

Come fanno a rimanere idratati?

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Gli orsi assimilano i liquidi necessari per la loro sopravvivenza tramite la carne e il sangue che ingeriscono dalle prede. Un orso polare adulto, in media, riesce a mangiare oltre 30 kg di carne al giorno. Una quantità di cibo che gli consente perfettamente di sopravvivere senza avere necessità di bere. Anche il grasso assimilato dalle prede gli consente di idratarsi senza correre il pericolo di morire disidratati.

Le principali prede degli orsi polari sono le foche degli anelli (Pusa hispida) e le foche barbute (Erignathus barbatus), che dispongono di grandi quantità di grasso e di liquidi corporei. Talvolta possono anche andare a caccia di trichechi e di renne, mentre in Alaska è noto che gli orsi polari hanno imparato dai loro cugini orsi bruni (Ursus arctors) a pescare i salmoni dai fiumi.

In situazioni estreme possono anche cacciare molluschi, granchi, vermi di mare, uccelli, ghiottoni, volpi polari e lemming. Difficile invece che vada a caccia di beluga e narvali, visto che questi cetacei sono molto più forti e veloci di lui in acqua.

Essendo un opportunista, l'orso polare è tuttavia in grado di mangiare la carne di qualche balena spiaggiata, anche se morta da tempo, così da assimilare diverse risorse extra e accumulare acqua dal sangue putrescente della sua preda.

Per via della riduzione del suo areale e per la scomparsa delle sue prede, molti membri di questa specie oggi sono però costretti a girovagare a lungo, nuotando anche per giorni, nel tentativo di trovare una foca da assalire. Questo ha portato diversi orsi a morire di fame e di sete, nel cuore del mare artico, come dimostrano diversi reportage da parte dei fotografi naturalisti che setacciano la regione per fotografare gli effetti del surriscaldamento climatico. 

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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