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11 Settembre 2024
16:01

Farfalle velenose e dove trovarle

Molte farfalle sono velenose, oppure fingono di esserlo. Anche per questo sono vivacemente colorate, proprio per segnalare ai predatori la loro tossicità o per ingannarli.

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Le farfalle sono tra gli insetti più affascinanti e appariscenti, amate soprattutto per i loro colori vivaci e la delicatezza dei loro voli. Ma questi coloratissimi insetti, nonostante la loro apparente vulnerabilità, sembrano volare senza troppi pensieri da un fiore all'altro, non preoccupandosi mai di non essere predati. Come è possibile? La risposta è sorprendente: molte farfalle sono velenose oppure cercano di far credere ai loro predatori di esserlo.

Questa tossicità, pur non rappresentando un pericolo per noi esseri umani, funziona come un efficace deterrente per gli uccelli e altri predatori che potrebbero tentare di mangiarle. I colori sgargianti delle farfalle non servono infatti solo ad attirare la nostra attenzione: servono anche a segnalare la loro pericolosità o il loro sapore sgradevole. Ma vediamo alcune delle specie più conosciute.

La farfalla monarca

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Una delle farfalle più famose e studiate al mondo, la farfalla monarca (Danaus plexippus) è celebre non solo per le sue migrazioni spettacolari, ma anche per la sua tossicità. Originaria del Nord America, la monarca si nutre durante la fase larvale di piante del genere Asclepias (conosciute in inglese come "milkweed"), ricche di glicosidi carioattivi, tossici per molti animali.

Queste sostanze si accumulano nel corpo del bruco e si conservano anche nella fase adulta di farfalla, rendendola tossica o quantomeno molto sgradevole per la maggior parte dei suoi predatori, che imparano rapidamente a evitare di mangiarle grazie alla sua colorazione aposematica. I colori vivaci come l'arancione funzionano infatti come un segnale d'allarme universale per gli uccelli, che riconoscono il pericolo associato al suo consumo.

Le farfalle del genere Heliconius

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Le farfalle del genere Heliconius vivono principalmente nelle foreste tropicali del Sud e del Centro America e sono famose per i loro colori vibranti e i disegni delle ali che variano da specie a specie. Queste eleganti farfalle si nutrono di piante appartenenti alla famiglia delle passifloracee, come la comune passiflora, che contengono sostanze tossiche come i glicosidi cianogenici.

La loro capacità di metabolizzare queste sostanze e accumularle nel loro corpo le rende quindi velenose per i predatori. I bruchi che si nutrono di passiflora sono in grado di metabolizzare queste sostanze senza essere intossicati, mentre gli adulti riescono a produrre queste sostanze tossiche nutrendosi, oltre che del nettare, anche del polline tossico dei fiori.

Le farfalle coda di rondine

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Anche le farfalle coda di rondine (genere Battus), diffuse anch'esse nelle regioni tropicali delle Americhe, sono altrettanto pericolose per i predatori. Durante la fase larvale, si nutrono infatti di piante appartenenti alla famiglia Aristolochiaceae, che contengono potenti sostanze tossiche. Anche in questo caso, le tossine si accumulano nel corpo della farfalla, rendendola estremamente velenosa per i predatori.

I loro colori appariscenti con macchie bianche, verdi o blu, spesso abbinati a strisce gialle, avvertono i predatori della loro pericolosità, che non ci pensano nemmeno a mangiare queste farfalle. Molte altre farfalle non tossiche imitano i loro colori per ingannare i predatori, una strategia chiamata mimetismo batesiano, molto comune non solo tra le farfalle, ma anche in tantissimi altri animali.

Le falene del genere Zygaena

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Anche alcune falene diurne, come quelle del genere Zygaena presenti anche in Italia, adottano strategie di difesa simili. Queste falene si distinguono per i colori vivaci, spesso una combinazione di rosso o giallo e nero. Durante il loro sviluppo larvale, si nutrono di leguminose che contengono cianuro, un potente veleno. Le falene Zygaena sono capaci di sintetizzare e immagazzinare cianuro nei loro tessuti, rendendole letali per i predatori.

Anche in questo caso, qualcun altro ha imparato a "copiare" questi lepidotteri (o viceversa). Le falene del genere Amata, conosciute come pretino o fegea, hanno sviluppato forme e colori identici al genere Zygaena. In conclusione, a riprova che farfalle e falene tossiche non sono pericolose per la nostra specie, c'è un'antica tradizione della Carnia, in Friuli, che vedeva i bambini mangiare queste falene ricche di sostanze zuccherine senza conseguenze.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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