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25 Settembre 2024
19:00

Dall’estinzione al ritorno in natura dopo quasi 40 anni: la rinascita del martin pescatore di Guam

Il martin pescatore di Guam è tornato per la prima volta in natura dopo l'estinzione avvenuta negli anni 80. Merito di un ambizioso programma di conservazione di successo che ha permesso finalmente la liberazione dei primi individui nati e allevati in cattività.

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Foto di Smithsonian’s National Zoo & Conservation Biology Institute

Il martin pescatore di Micronesia o di Guam, conosciuto come sihek in lingua chamorro, è finalmente tornato in natura dopo quasi 40 anni da quando è stato dichiarato estinto. Nove individui allevati in cattività appartenenti a questa specie, caratterizzata da un bellissimo piumaggio blu ceruleo e arancio brillante, sono stati liberati tra le foreste tropicali dell'atollo di Palmyra, nell'oceano Pacifico centrale, segnando un momento storico da quando alla fine degli anni 80 questo uccello si è estinto in natura.

Questo evento straordinario è il risultato di anni di lavoro intenso all'interno del Sihek Recovery Program, una rete globale di conservazionisti e scienziati impegnati nella tutela della biodiversità. Il progetto coinvolge numerose istituzioni, tra cui l'U.S. Fish & Wildlife Service (USFWS), la Divisione di Risorse Acquatiche e Faunistiche del Dipartimento dell'Agricoltura di Guam (DOAG), The Nature Conservancy (TNC), ZSL, il Sedgwick County Zoo e l'IUCN. L'obiettivo finale del programma è riportare il sihek nel suo habitat originario, sull'isola di Guam.

Una specie salvata per un pelo dall'estinzione

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Uno dei martin pescatori nati in cattività. Foto di Smithsonian’s National Zoo & Conservation Biology Institute

Il martin pescatore sihek (Todiramphus cinnamominus), endemico delle foreste di Guam e profondamente radicato nella cultura dei popoli Chamorro, è stato dichiarato estinto in natura nel 1988. Questa tragedia è stata causata principalmente dall'invasione del serpente bruno arboricolo (Boiga irregularis), una specie introdotta accidentalmente durante la Seconda Guerra Mondiale che ha devastato la fauna dell'isola. Il serpente ha rapidamente sterminato buona parte delle popolazioni di uccelli locali, portando all'estinzione molte specie, tra cui proprio il martin pescatore di Guam.

Fortunatamente, negli anni 80, prima che la specie scomparisse del tutto, la Divisione di Risorse Faunistiche di Guam e l'Association of Zoos and Aquariums (AZA) sono riuscite a salvare 29 individui. Questi uccelli sono stati quindi coinvolti in un programma di riproduzione in cattività, che ha permesso di salvare la specie e di far crescere gradualmente la popolazione che conta oggi 127 adulti suddivisi tra 25 diverse istituzioni e associazioni zoologiche. La specie era stata salvata dall'estinzione davvero per un soffio.

Il ritorno in natura: Palmyra come rifugio sicuro

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Vista aerea dell’atollo di Palmyra. Foto via Wikimedia Commons

L'atollo di Palmyra, situato nel Pacifico centrale, è stato scelto come sito idoneo di ritorno in natura dei sihek per via delle sue condizioni ambientali uniche. Questo atollo, protetto come National Wildlife Refuge e gestito da The Nature Conservancy, è libero da predatori invasivi come i ratti e serpenti e ospita alcuni tra gli ecosistemi marini e terrestri tra i più intatti al mondo. Le foreste di Palmyra rappresentano quindi un ambiente ideale per la reintroduzione del martin pescatore, garantendo condizioni sicure per la sopravvivenza e la riproduzione.

Prima del rilascio, i giovani martini sono stati allevati e monitorati nelle strutture del Sedgwick County Zoo, negli Stati Uniti, dove specialisti ed esperti li hanno fatti crescere sani e pronti per la nuova vita liberi in natura. Dopo essere stati trasportati a Palmyra, gli uccelli sono stati ospitati temporaneamente in alcune voliere per farli acclimatare al nuovo ambiente. Durante questo periodo, i sihek hanno però subito mostrato segnali promettenti, come il comportamento di caccia del tutto autonomo, nutrendosi di ragni, gechi e piccoli granchi, che saranno le loro principali fonti di cibo in natura.

Monitoraggio e prossimi passi

Ogni sihek liberato è stato inoltre dotato di un piccolo radiotrasmettitore per permettere ai ricercatori di monitorare tutti i movimenti degli uccelli e di studiare come si adattano al loro nuovo habitat. Il martin pescatore di Guam è una specie territoriale e si prevede che gli uccelli spartiranno rapidamente i diversi territori a disposizione. Il monitoraggio sarà l'elemento cruciale per capire come utilizzano l'habitat, quali sono le loro preferenze alimentari e, soprattutto, se riusciranno a sopravvivere e a riprodursi in totale autonomia.

Al momento, solo nove degli uccelli nati in cattività sono stati ritenuti pronti per il ritorno in natura. Naturalmente, a questi se ne aggiungeranno altri non appena saranno pronti e autonomi per sopravvivere in natura. Questo tipo di approccio estremamente attento e graduale, permette di massimizzare le possibilità che ogni individuo sia nelle migliori condizioni possibili per tornare alla vita selvaggia. Considerando il numero esiguo di uccelli rimasti ogni singolo individuo è prezioso, ma l'obiettivo a breve termine sarà comunque quello di liberare altri uccelli e di stabilire almeno dieci coppie riproduttive.

L'obiettivo finale è il ritorno a Guam

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Uno degli individui liberati a Palmyra. Foto di Smithsonian’s National Zoo & Conservation Biology Institut

La liberazione dei martin pescatori a Palmyra rappresenta però solo un primo passo fondamentale verso il sogno di riportare definitivamente questi uccelli nel loro habitat originario, a Guam. Prima che ciò accada, tuttavia, sarà necessario risolvere l'annoso problema dei serpenti invasivi, che rappresentano ancora una minaccia insormontabile per buona parte della fauna dell'isola, completamente impreparata a difendersi da un predatore che non dovrebbe essere lì e che vi è comparso da un giorno all'altro.

Per il momento, l'atollo di Palmyra offrirà ai sihek un habitat sicuro in cui prosperare e, si spera, riprodursi per creare una popolazione selvatica stabile, numerosa e completamente autonoma. Il Sihek Recovery Program continuerà a monitorare la situazione e studiare questo storico ritorno in natura, con l'obiettivo di migliorare le tecniche di rilascio e gli interventi finalizzati alla conservazione, offrendo un futuro che si spera sarà sempre più luminoso per una specie che per troppo tempo è stata sull'orlo dell'estinzione.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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