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19 Settembre 2024
20:00

Come la “guerra” ai narcotrafficanti minaccia i giaguari in America centrale

Le attività di contrasto ai narcotrafficanti spingono le attività illegali a spostarsi in aree sempre più selvagge e remote, minacciando l'habitat del giaguaro e la biodiversità degli ecosistemi centroamericani.

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La "guerra" al narcotraffico sta minacciando gravemente i giaguari che vivono America centrale. Secondo uno studio condotto dall'Università dell'Alabama e pubblicato su Biological Conservation, le attività legate al traffico di droga, minacciano circa il 70% dell'habitat del giaguaro. I narcotrafficanti, proprio come questi grandi predatori, si spostano verso le aree più selvagge e scarsamente popolate continuare le loro attività, che inevitabilmente comportano ulteriore deforestazione con la costruzione di nuove strade, piste di atterraggio e ranch di copertura.

Nicholas Magliocca, autore principale dello studio, ha sottolineato come i metodi utilizzati per contrastare il narcotraffico, spingono sempre più le attività illegali in aree più remote e selvagge, causando gravi danni ambientali e contribuendo alla deforestazione di circa il 14-30% delle aree protette in America centrale. L'apertura di nuovi ranch per il controllo del territorio e il riciclaggio di denaro, oltre a devastare le foreste, porta poi anche a conflitti diretti con la fauna. I giaguari, in particolare, vengono infatti spesso uccisi per evitare che predino il bestiame introdotto illegalmente dai trafficanti.

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I giaguari sono una cosiddetta specie ombrello e la loro tutela è indispensabile, poiché contribuisce alla salvaguardia di interi ecosistemi, considerando che questi predatori vivono in habitat che ospitano alti tassi di biodiversità in generale. Gran parte di questi territori si trova nel cosiddetto "Corridoio Biologico Mesoamericano (MBC)", una rete di aree protette in Messico e America centrale, sostenuta da oltre 500 milioni di dollari di finanziamenti internazionali. Tuttavia, questa importante rete di conservazione nel mezzo del fuoco incrociato tra trafficanti e lotta alle attività illegali.

Quando le autorità riescono a chiudere con successo un'operazione, i trafficanti si spostano semplicemente in un'altra zona ancora più remota, aggravando ulteriormente la deforestazione e i conflitti uomo-fauna. Magliocca sottolinea quindi che una risposta forte e reattiva basata però solo sulla repressione del narcotraffico non è efficace se vogliamo tutelare anche i giaguari e tutte le altre specie che popolano le foreste e gli habitat selvaggi centroamericani. Fortunatamente, esiste una strategia alternativa.

Una possibile soluzione potrebbe essere infatti rappresentata dalle strategie di conservazione focalizzate sulle comunità locali. Supportare le popolazioni che vivono in queste regioni si è già dimostrato un metodo più efficace e finanziariamente sostenibile per gestire e salvaguardare le aree protette e contribuire così alla loro conservazione. Finanziare direttamente queste comunità non solo potrebbe ridurre i costi legati al traffico illecito, ma contribuirebbe anche proteggere in maniera più efficace l'habitat dei giaguari e di tutte le altre specie minacciate.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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