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19 Giugno 2024
12:14

Come distinguiamo un randagio da un cane abbandonato?

Prima di lanciare l'allarme e correre al salvataggio dell'animale, bisogna porsi una domanda fondamentale: siamo sicuri che si tratti di un cane abbandonato o è invece un cane di quartiere?

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In Italia il fenomeno dell’abbandono dei cani e dei gatti è largamente diffuso, nonostante le leggi a tutela degli animali. Quindi non è cosa rara imbattersi in uno o più cani “vaganti”, soprattutto con l'arrivo dell'estate. Prima di lanciare l'allarme e correre al "salvataggio" dell'animale bisogna porsi una domanda fondamentale: siamo sicuri che si tratti di un cane abbandonato o di un cane padronale o ancora un cane di quartiere?

Ebbene, per chi non ne fosse a conoscenza, ci sono ancora molti cani che hanno un umano di riferimento ma girano liberi sul territorio (i cosiddetti, appunto, "cani padronali") soprattutto in Centro e Sud Italia e poi ci sono i cani di quartiere che sono animali integrati, conoscono i cittadini, non temono il contatto con l'umano, la legge li riconosce e, soprattutto, vivono liberi.

Cosa ben diversa, invece, è incontrare un cane che ha evidentemente bisogno d'aiuto. Ma andiamo con ordine.

Come riconoscere un cane che è stato abbandonato

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È fondamentale accertarsi prima di tutto se l'animale presenta ferite, segni di malnutrizione o malattie. Si tratta di un cane solitario o fa parte di un branco? Ci sono cuccioli al seguito di una madre? È necessario anche osservare se l'animale è effettivamente solo e che non sia magari invece un cane che ha "seminato" i suoi umani di riferimento, affrettandosi lungo il percorso, oppure un "fuggiasco" da un cancello o una porta nelle vicinanze.

Un cane che è stato abbandonato, di solito si presenta come spaesato, confuso, impaurito. Una volta capito che si tratta di un animale che ha bisogno d'aiuto si deve chiamare il 112 (il numero unico di emergenza) per segnalare la presenza di un cane vagante, comunicando la zona in cui vi trovate o dove è avvenuto l’avvistamento.

Se invece si vuole intervenire direttamente, si può portare il cane dal più vicino veterinario per verificare se è dotato di microchip (sebbene sia obbligatorio per legge, ancora in molti non procedono a farlo in Italia). Nel caso in cui lo abbia, bisogna rivolgersi alla Asl locale per far sì che si possa ricongiungere alla sua famiglia. Ci si può proporre come custodi temporanei, inoltre, per evitergli un ingresso al canile. Importante, comunque, è conoscere le singole regole delle amministrazioni locali per essere certi di star agendo nel giusto, visto che ogni Regione è competente in materia.

In caso contrario, ossia, se il microchip è assente, o non leggibile, o registrato in un’altra regione, sarà comunque contattato il canile sanitario di zona con cui poter attivare, nel caso in cui vogliate, anche un percorso per un'adozione.

Come riconoscere un cane di quartiere

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Un cane libero vive invece in armonia col proprio territorio: si muove sul territorio sicuro di sé, non è agitato e sa perfettamente dove vuole andare. Vi basterà osservarlo ma la cosa più importante, perché ci rendiamo conto che non è semplice davvero distinguere un soggetto da un altro se non si hanno determinate competenze, è chiedere in giro. Parlate sempre con le persone della zona: saranno i portavoce dei cani padronali o di quartiere e sapranno darvi anche informazioni corrette nel caso in cui invece un cane sia nell'area da poco e quindi possa essere stato abbandonato.

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