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2 Luglio 2024
9:00

C’è davvero un legame tra il colore e il carattere del gatto?

Secondo gli studi, colore del mantello e carattere del gatto non sembrano essere collegati. Si tratta perlopiù di credenze popolari. Il colore del pelo è determinato da pochi geni, mentre la formazione del carattere è un processo molto complesso e multifattoriale.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Al momento non esistono prove sperimentali in grado di dimostrare che un certo colore del mantello determini il carattere o la personalità del gatto. Del resto, la colorazione del gatto domestico è determinata da poche decine di geni mentre la costruzione della personalità è un processo complesso che coinvolge fattori genetici, biologici e ambientali lungo traiettorie evolutive che durano praticamente tutta la vita. Dunque, appare piuttosto improbabile che una costruzione così complessa e multifattoriale possa essere determinata o anche solo maggiormente influenzata dai pochi geni regolatori del colore.

Il carattere dei gatti dipende dal colore del pelo?

È molto comune tra gli appassionati di gatti attribuire determinate personalità al colore del mantello dei gatti. Di solito si sente dire che i gatti rossi sono territoriali e determinati, che i bianco/neri sono dolci e affabili e che i tigrati sono vivaci ed estremamente intelligenti.

Tuttavia, non esistono riscontri oggettivi rispetto a queste dicerie che appaiono, al momento, pure speculazioni legate alle credenze popolari e ai sentito dire nelle varie culture di riferimento.

Ad esempio, nel 2015 uno studio della UC Davis (una università estremamente rinomata rispetto gli studi genetici sui gatti) ha provato ad esplorare la relazione tra colore del mantello e comportamenti aggressivi attraverso la compilazione di più di 1200 questionari da parte di persone che vivono con gatti. Dai risultati è emerso che gli americani intervistati tendevano ad indicare le gatte tartarugate, i gatti bianchi/neri e grigi/bianchi come più aggressivi di altri durante le interazioni, sia in casa che nell'ambulatorio veterinario. Tuttavia, questi dati non hanno trovato conferma nelle osservazioni delle aggressioni condotte dai ricercatori, le quali non sembravano correlate né al sesso né tanto meno al colore del mantello.

Cosa determina la personalità del gatto

La personalità del gatto è determinata da un complesso insieme di fattori che agiscono in termini evolutivi sin dalla nascita, anzi fin dalla vita intrauterina.

Già solo le stimolazioni ricevute dalla madre e percepite dai piccoli feti attraverso il battito cardiaco, la respirazione, la pressione sanguigna, sono in grado di determinare certe direzioni di sviluppo piuttosto che altre, andando ad interagire con fattori genetici e biologici.

Quando il gattino nasce, poi, le traiettorie evolutive che determinano la personalità si modificano a seconda delle condizioni ambientali e sociali che incontra. Un gattino che nasca in stretta prossimità con gli esseri umani, per esempio, evolverà tratti di socievolezza diversi da un micetto che muove i suoi primi passi in aperta campagna e lontano dall’ingerenza umana.

E poi ancora, a determinare la personalità entreranno in gioco fattori contestuali (dove vive il gatto? Incontra altri gatti? Che relazioni si stabiliscono con questi altri gatti? Quali risorse trova nel suo ambiente di vita e sono di facile o difficile reperibilità?) e tutto questo, per tutta la vita, continuerà ad interagire con fattori genetici, biologici, ambientali e identitari.

É onestamente poco credibile che una costruzione così complessa, stratificata e di respiro evolutivo possa essere determinata (magari alla nascita) da un manipolo di geni che determinano un tratto tutto sommato discreto come il colore del mantello. Al più si potrebbe ipotizzare l’esistenza di qualche effetto epigenetico da parte dei geni che determinano il colore su alcuni fattori legati alla personalità ma l’ipotesi di una relazione causale appare alquanto improbabile.

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Sonia Campa
Consulente per la relazione uomo-gatto
Sono diplomata al Master in Etologia degli Animali d'Affezione dell'Università di Pisa, educatrice ed istruttrice cinofila formata in SIUA. Lavoro come consulente della relazione uomo-gatto e uomo-cane con un approccio relazionale e sono autrice del libro "L'insostenibile tenerezza del gatto".
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