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28 Luglio 2024
15:00

Anche i polli arrossiscono sulla base del loro stato emotivo: lo ha scoperto uno studio francese

Un team di ricercatori di INRAE ha analizzato il colore della pelle di alcune galline ovaiole del Sussex, accertando che l'intensità del rossore variava a seconda delle emozioni, delle esperienze e dell'abitudine alla presenza umana.

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Arrossire non è esclusiva prerogativa degli esseri umani. Secondo uno studio condotto e pubblicato dall’Institut National de la Recherche Agronomique (INRAE), l’istituto di ricerca pubblica sotto il patronato del Ministero dell'Università e della Ricerca e del Ministero dell'Agricoltura e della Pesca francesi, anche i polli arrossiscono a seconda del loro stato emotivo.

Un team di ricerca dell'INRAE ha scoperto che il rossore della pelle dei polli può variare di intensità a seconda di ciò che provano e sperimentano in termini di emozioni. I ricercatori hanno inoltre appurato che la pelle dei polli abituati alla presenza degli esseri umani tende a mantenere un colore più chiaro, risultati importanti che contribuiscono a fare maggiore chiarezza sul benessere animale, pubblicati sulla rivista Applied Animal Behaviour Science.

Il campo delle emozioni degli uccelli sino a oggi è stato infatti poco esplorato, anche se l'arrossamento della pelle era già stata osservata in precedenti studi sull'ara gialloblu. Un team di ricerca dell'INRAE ​​si è concentrato però sul pollame domestico e da allevamento, in particolare sulla gallina ovaiola del Sussex, per capire se un fenomeno simile esistesse nei polli.

Per lo studio sono state prese in considerazione sei galline dai tre ai quattro mesi d’età, osservate e filmate in un bosco di 363 metri quadrati situato nella valle della Loira, in Francia, per un periodo di tre settimane e in una varietà di situazioni che vanno dalla distribuzione di mangime alla cattura. Il team ha selezionato 18.000 foto da utilizzare in un programma di elaborazione grafica appositamente sviluppato per rilevare i profili dei polli ed estrarli automaticamente. Il software di elaborazione delle immagini ha quindi reso possibile misurare i livelli di rossore della pelle delle galline e di altre razze di polli.

I risultati hanno mostrato che le galline diventavano rosse in faccia in gradi che variavano a seconda del loro stato emotivo. Quando venivano offerto loro mangime appetitoso diventavano un po' più rosse, ma l’intero viso tendeva a diventare rosso scarlatto nel corso di esperienze negative come la cattura. Quando erano a riposo e rilassate, invece, la pelle appariva molto più chiara.

Sulla base di queste informazioni i ricercatori hanno esaminato la relazione uomo-animale. Hanno dunque avviato una sperimentazione con un gruppo di 13 galline Sussex che hanno gradualmente abituato alla presenza di una persona in un periodo di cinque settimane. A differenza di altre 13 galline che non avevano subito questo genere di “training”, il gruppo ha mantenuto un colore della pelle più chiaro, indicando uno stato di maggiore calma quando la persona era nelle vicinanze. Questo, secondo l’INRAE, potrebbe indicare una percezione più positiva della presenza umana in galline abituate all’uomo, fattore che potrebbe rivelarsi decisivo, oltre che utile strumento, per valutare il benessere degli animali.

«Questa ricerca ha aperto diverse nuove prospettive – spiegano i ricercatori francesi – a partire dalla descrizione di tutti i possibili mezzi di espressione delle galline, in particolare il movimento delle penne della testa oltre ai cambiamenti del colore della pelle durante situazioni positive come il gioco o in quelle negative come la frustrazione, data da cibo appetitoso visibile ma inaccessibile o stress cronico». I ricercatori vogliono adesso capire come funzionano esattamente questi segnali di arrossamento all'interno della specie, in particolare nelle interazioni sociali di dominanza o subordinazione.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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