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21 Settembre 2024
16:00

10 leggende metropolitane sui cani

Dalla teoria del capobranco, passando sull'erba che fa male e fino al non adottare un cane perché non si ha spazio, tempo o un giardino a disposizione. Sono tanti i luoghi comuni legati al mondo dei cani.

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Sono tanti i luoghi comuni e le leggende metropolitane sui cani o, meglio, sulla relazione con loro e su come noi li vediamo da un punto di vista antropocentrico e/o basato su vecchie teorie di addestramento. Del resto lo studio dell’etologia canina è recente, considerando che “il miglior amico dell’uomo” proprio per la sua prossimità alla nostra specie non era stato reputato degno di essere studiato dalla scienza.

Negli ultimi vent’anni, però, l’analisi del comportamento canino si è sviluppata enormemente e ha portato, finalmente, a considerare il cane in quanto tale, non solo a vederlo con occhio e mentalità umana. Proviamo insieme a sfatare leggende metropolitane e falsi miti su Fido.

I cani vedono in bianco e nero

No, i cani riescono a riconoscere diverse sfumature di colore e in particolare distinguono molto bene il blu e il viola. I nostri compagni invece non distinguono il verde e il rosso non avendo i recettori come noi per vedere questi colori che per loro si traducono in diverse gradazioni di giallo. Questa credenza è nata a inizio 900 dopo un articolo pubblicato su una rivista statunitense che era molto seguita, intitolata “National dog weekly”. gli studi al riguardo in realtà sono andati avanti già dopo pochi anni e si sa sin dagli anni Settanta del secolo scorso che i cani hanno dunque una visione dei colori ma che è appunto diversa dalla nostra.

Il mio cane mangia erba, vuol dire che è malato

Non è del tutto vero o meglio non è l’unica ragione per cui lo fa. Un cane mangia l’erba ripetendo un comportamento ancestrale che serviva – e serve nei cani liberi – per diversi motivi che hanno a che fare con l’apparato gastrointestinale per prevenzione o per migliorare la digestione.Le fibre sono un supporto importante infatti per migliorare il passaggio del cibo nell’intestino e anche per ottenere un effetto lassativo per evitare blocchi ad esempio se è stato ingogliato un osso. Si tratta comunque di un comportamento comune e tipico nel cane e non bisogna dimenticare che c’entra anche il gusto: l’erba ha un buon sapore e dunque Fido la mangia. Ciò che davvero può fargli male, però, è se entra a contatto con pesticidi o altre sostanze nocive: quindi presta sempre attenzione durante la passeggiata.

Sono io il capobranco!

Il concetto di dominanza è stato mutuato dalla scienza nel lunguaggio comune, riportando quelli che sono rituali comportamentali specie specifici nemmeno ben interpretati nel rapporto uomo cane. Tutto ciò è legato a tecniche di addestramento, spesso che sconfinano nel coercitivo, che hanno radici negli anni 70 e basate su studi che hanno portato a convinzioni errate perché sviluppati su lupi in cattività.

E’ di quei tempi la nascita dell’idea del “lupo alfa” che aggredisce, dominandoli appunto, gli altri elementi del gruppo. E poi queste teorie sono state spostate sul cane, animale diverso dal lupo sebbene con caratteristiche simili ma che ha subito il processo di domesticazione e per il quale l’affiliazione e la collaborazione con l’umano sono fattori importantissimi.

La scienza, come accennato, ha fatto passi in avanti giganteschi negli ultimi anni e questa teoria è stata ora completamente “asfaltata” grazie non solo allo studio dei lupi in natura ma anche a quelli dedicati finalmente proprio ai cani liberi. I branchi di lupi di solito sono composti da due genitori e dai figli. I soggetti più anziani, poi, possono rimanere nel branco o decidere di andarsene per crearne uno proprio e lo stesso vale anche per i figli che si disperdono per creare la loro famiglia. I cani fanno ben altro e non hanno una struttura sociale così complessa, sebbene siano come noi degli ottimi animali sociali. Ciò che i cani desiderano è stare in un gruppo ristretto o avere un partner di riferimento e nel binomio uomo-cane trovano spesso proprio la realizzazione di ciò. Sta dunque a noi garantire a Fido un rapporto di collaborazione basato sulla fiducia, una relazione in cui la violenza non esiste ma anche l’amore è fondato sul rispetto reciproco.

Lavoro tutto il giorno, non posso adottare un cane

E’ vero che è una delle riflessioni più importanti da fare quando si decide di adottare un cane consapevolmente è capire quanto tempo si può dedicare a una relazione che va costruita e curata. Però è anche vero che un cane chiuso in canile, dietro le sbarre di un box, se potesse scegliere tra un umano di riferimento affidabile e presente in termini di qualità delle ore passate insieme e non di quantità e il luogo in cui è stato condannato a vita non avrebbe dubbi nello sfatare questo mito umano. Insomma, il tempo da passare con Fido che è un animale sociale è fondamentale ma bisogna dedicargliene quanto più possibile basandosi però su attività condivise e non sulla semplice presenza in casa. Chiaramente ci sono supporti esterni, come l’inserimento di un dog sitter, che aiutano e consentono di vivere con un cane anche per chi è obbligato a stare fuori casa durante i giorni feriali.

Ho una casa troppo piccola per vivere con un cane

Gira in Rete, e su Kodami ne abbiamo scritto, un post molto bello che è andato virale ed è sempre attuale proprio per sfatare la leggenda metropolitana che il cane abbia bisogno di spazio e tempo “enormi” per vivere sereno in un appartamento. Per condividere la vita con un cane non c'è bisogno di dargli una reggia ma – come per il tempo di qualità – farlo sentire a suo agio all’interno di quella che è per lui la tana da condividere con voi. Nel post del 2017 venivano spiegati questi aspetti e l’articolo sul nostro magazine è stato scritto proprio dall’autrice.

Non ho il giardino, un cane non può vivere con me

Lo segnaliamo come altro punto, sebbene le ragioni per sfatarlo siano simili a quelle appena spiegate sulla questione del tempo e dello spazio. Ma in questo caso, ovvero la convinzione che bisogna avere un giardino per vivere con un cane, ci teniamo a sottolineare come spesso accada invece che cani presi e mollati all’esterno della casa abbiano invece poi sviluppato disagi. E’ l’estremo opposto, praticamente: un cane che ama stare a contatto con la sua famiglia viene invece isolato proprio perché c’è il giardino e magari pure nella convinzione che “così sta meglio”. Fidatevi: non serve un giardino per adottare un cane e se ce lo avete, però, fate sempre in modo che Fido possa accedervi quando vuole e che la porta di casa sia sempre aperta per lui.

Non prendo un cane dal canile perché chissà che carattere ha…

Sì, chi sceglie di acquistare e non adottare un cane molto spesso lo fa perché può così conoscere le caratteristiche della razza e dunque “andare sul sicuro”. Allo stesso tempo, però, si sta prendendo un cucciolo a cui ci si dimentica di attribuire una personalità che si formerà nel tempo e non considera l’importanza dell’influsso che il nostro rapportarci a lui avrà nel suo sviluppo ontogenico. Un cane di canile, invece, non necessariamente anziano ma già solo pure all’inizio dell’adoloscenza o finanche cucciolo avrà avuto a che fare con operatori, volontari e (si spera!) educatori che sapranno così consigliarti quale è il soggetto tra gli ospiti che può trovarsi bene nella tua famiglia e viceversa.

Un cane adulto non impara come un cucciolo

E anche questo è stato dimostrato dalla scienza che si tratta di un “fake news” tramandata negli anni. Un cane adulto è capacissimo di imparare nuove esperienze, anzi, avendo sviluppato maggiormente la sua sfera cognitiva saprà come e quanto ragionare in merito alle tue proposte. Un cane, scriviamolo chiaramente, impara ad ogni età.

Il cane mi fa i dispetti

Un cane non fa dei dispetti ma mette in pratica ciò che per qualche motivo gli crea disagio o grande soddisfazione anche ma noi non lo capiamo. Facciamo due esempi pratici che avvengono tipicamente in tante famiglie che hanno adottato un compagno di vita canino: quando Fido rimane solo a casa e distrugge mezzo appartamento e quando Fido si rotola sulle feci di un altro animale. Ecco, nel primo caso il tuo cane non ha deciso di divorare la sedia del tavolo da pranzo perché voleva punirti del fatto che sei uscito e non lo hai portato: ti sta invece facendo capire quanto è stato male e che potrebbe trattarsi di vera e propria ansia da separazione. Nel secondo caso, cosa per noi ovviamente inspiegabile, il tuo cane si è divertito un sacco a cospargersi di quella che per te è una puzza e che per lui rappresenta una marcatura importantissima da fare.

La monta e tutte le teorie bislacche sull’aspetto solo sessuale del comportamento

No, quando il tuo cane monta una persona o un altro cane non vuol dire che voglia accoppiarsi e se lo fa un maschio su un altro maschio non vuol dire che è espressione di un comportamento omosessuale. Poi, sempre nell’ambito del sesso, sì: anche le femmine montano. L’argomento va dunque visto da diverse angolazioni ma la cosa più importante da sapere è che la monta, prima di tutto, non è solo finalizzata alla riproduzione o in generale alla soddisfazione sessuale. La monta, in maschi e femmine, avviene per calmare un altro individuo, per scaricare lo stress, per noia e nei cuccioli ha anche una funzione legata alla scoperta e all’esplorazione.

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Martina Campanile
Istruttrice cinofila
Sono istruttrice e riabilitatrice cinofila con approccio Cognitivo-Zooantropologico, mi occupo di mediare nella relazione tra cane e umano: sin da piccola è un tema che mi ha affascinato e appassionato. Sono in continuo aggiornamento e penso che non si smetta mai di imparare, come mi insegna ogni giorno Zero, un meticcio sardo che è il mio compagno di vita.
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